In questo dannato 2020, arriva un altro terribile lutto per il mondo del calcio: è morto Paolo Rossi, il Pablito Mundial del 1982. La notizia è apparsa quando era già notte fonda in Italia, a darla la moglie Federica Cappelletti, sul suo profilo Instagram. Rilanciata sulla Gazzetta dello Sport, poi via via la triste notizia si è diffusa in Italia e nel mondo attraverso i social. Rossi era nato a Prato 64 anni fa e soffriva di un tumore ai polmoni.

Paolo Rossi con il numero 20 sulla maglia azzurra, realizzò ben 6 gol e diventò il capocannoniere di quella edizione del Mondiale che salutava il ritorno della democrazia in Spagna e che riportò la coppa del mondo in Italia dopo un digiuno che durava dal 1938. Rossi fino ad allora aveva avuto una promettente carriera iniziata nel Vicenza e poi nel Perugia, ma poi fu “azzoppato” da una squalifica per gli scandali del calcio scommesse. Fu la Juventus a credere ancora in lui e a recuperarlo in tempo per partecipare a quel Mondiale della Nazionale di Bearzot.
Rossi, come tutta la squadra, partì piano e sembrava che quel mondiale, dopo i pareggi con Perù, Polonia e Camerun fosse ancora una volta una delusione per gli Azzurri. Invece già con l’Argentina, ecco che tutta la squadra si svegliò, e poi fu lui, “Pablito”, il protagonista di quelle altre tre vittorie, contro il Brasile (tripletta), Polonia (doppietta) e infine con la Germania in finale dove segnò il primo gol e dopo di lui seguirono quelli di Tardelli e Altobelli: alzò la Coppa del mondo insieme a Zoff, Cabrini, Conti e il Presidente Sandro Pertini accorso allo Stadio Bernabeu per quella magica notte.
Rossi continuò a giocare e segnare nel campionato di Serie A (Dopo Juventus, con Milan e Verona), ma non raggiunse mai la straordinaria forma di quelle notti spagnole che lo fecero diventare il calciatore più famoso di quel mondiale, surclassando i campioni brasiliani e argentini.
Seppur campione del mondo, Rossi non è stato un fuoriclasse del calcio al livello dei Maradona, Pelé o Rivera. Però aveva un grande fiuto del gol, lui che senza il fisico né la tecnica che ti aspetti da un centravanti, possedeva però l’intuito geniale del farsi trovare sempre al posto giusto al momento giusto. Così segnò tanti gol in quel mondiale in Spagna facendo letteralmente piangere con le vittorie degli Azzurri Maradona, Falcao e Zico, Boniek e infine Rumenigge e regalando a milioni di italiani una gioia immensa.

Addio Pablito non ti dimenticheremo mai.