Quando si parla di New York, viene subito in mente una parola: possibilità. La Grande Mela offre una miriade di esperienze diverse: dal sorseggiare un drink su un rooftop bar alla moda al goderci abbacinanti tramonti sui grattacieli, dal gustarsi un caffè vista East River al girovagare per le avenue, unendoci alla marea umana che invade le strade cittadine, tra profumi e colori totalmente estranei.
Ma New York è anche conosciuta per i numerosi eventi fitness che si tengono quotidianamente: non a caso, la maggior parte delle persone che incontrerete per strada avrà un tappetino da yoga sottobraccio o legato allo zaino e sfoggerà sgargianti completi da palestra. Insomma, l’escape per eccellenza dal ritmo frenetico della vita metropolitana è diventato lo sport, per la grande gioia di tutti coloro che desiderano vivere la vita newyorkese a 360°.
Gli articoli di giornale sulle numerose attività che la città offre si sprecano, dal running mattutino a Central Park alla passeggiata serale sulle rive dell’Hudson. Ma uno sportivo a New York come si trova? Intendo lo sportivo con la S maiuscola, colui che dedica gran parte delle proprie serate ad estenuanti sedute in palestra o sfiancanti sessioni di triathlon. Certo, un italiano che vuole seguire la propria tabella di allenamenti durante il suo soggiorno negli States potrà frequentare la palestra dell’hotel o uno dei centri disseminati per la città e aperti H24.

Ma venire nella capitale del divertimento significa rinchiuderci in anonimi stanze grigie con altrettanti travelers?
Ebbene la mia esperienza a New York mi insegna qualcos’altro: con estrema facilità e un pizzico di inventiva si possono trovare molte attività da fare a chilometro zero, alcune delle quali rigorosamente free.
Il mio viaggio parte da qui, seduta su un sedile di un autobus mentre si accavallano immagini di una miriade di spaccati di vita differenti: dagli imperturbabili vigili che indirizzano il traffico cittadino ai numerosi ciclisti che si destreggiano nel formicaio di pedoni e vetture. E sono proprio i ciclisti ad attirare la mia attenzione. Non quelli a cavallo della classica city bike blu, ma quelli che scelgono bici e completi da corsa. Certo, direte voi, ma dove sta la bellezza nel girare tra veicoli inquinanti e schivare bizzarri personaggi che ballano al ritmo del rap nelle loro orecchie?
In realtà, New York vanta innumerevoli percorsi bike friendly, che si inerpicano sulle piccole colline artificiali attorno alla città e che trasportano all’improvviso in tutt’altra dimensione.

Come prima cosa, ho iniziato col cercare informazioni sulla comunità di ciclisti della città. Con mia grande sorpresa, mi sono imbattuta nel sito NYCC.org, dove alla sezione Upcoming Rides vengono elencati gruppi e itinerari, oltre che il livello dei partecipanti, un fulgido esempio della necessità tutta yankee di condividere esperienze e luoghi. Ottima soluzione soprattutto per chi viene da oltreoceano, che potrà così dedicarsi esclusivamente a tenere alto l’onore della terra di Bartali e Coppi, senza preoccuparsi di smarrire la strada di casa. E perché no, scambiare due chiacchiere in inglese potrebbe sempre essere un ottimo modo per creare nuove connessioni.
Il secondo passo consisteva nel trovare la bici adatta: tutti gli appassionati di ciclismo sanno quanto costi abbandonare il proprio mezzo in Italia. Ma dai, siamo a New York: la città offre numerose alternative e, nel mio girovagare, mi sono imbattuta nel classico “neighborhood shop”, il Master Bike. Gestito da Imbert, venezuelano doc emigrato a New York vent’anni fa, il negozio non solo provvede a fornire tutto ciò di cui si ha bisogno a prezzi competitivi, ma il mix di efficienza statunitense e calorosità sudamericana permette di rilassarsi e intavolare una stimolante conversazione rigorosamente a tema due ruote. Oltre a fornirci tutte le informazioni tecniche per il nostro allenamento, scopriamo che il negozio, situato al 265 west 72 street a due passi da Central Park, è il punto di riferimento di alcuni ex ciclisti professionisti, che ci raccontano di come un tempo il parco, fosse la “unknown mecca” del ciclismo underground cittadino.

Così ci racconta Mike, manager dello store ed ex racer provetto: “Un tempo Central Park era meno pericoloso, con meno turisti e corridori. Potevi trovare George Hincapie- famoso ciclista del Queens- o suo fratello Richard e fare qualche ripetuta insieme. Oppure ti imbattevi in Fred Mengoni, patrono del ciclismo made in USA, venuto a mancare recentemente e a cui è intitolata una delle più importanti corse ciclistiche a Central Park”.

Il polmone verde della città rimane il punto di ritrovo e di allenamento per molti locals, e, se il tempo a disposizione è poco, tutti i giorni verso le 6 del mattino si trovano brevi sessioni di allenamento ad alta intensità, dove si è sempre benvenuti.
Se invece avete già una gamba allenata e volete conoscere New York in maniera diversa , basta avventurarsi per una delle route ciclabili più gettonate: le preferite dai cittadini partono dal Washington Bridge, dove potrete scegliere se proseguire verso la River Road, percorso con salite da battiti cardiaci elevati, oppure optare per il periplo dell’isola di Manhattan. Quest’ultimo percorso, sebbene flagellato dalle insidie di tassisti irosi e pedoni scriteriati, è quello che regala le emozioni più intense: si passa dall’austerità di Wall Street, fino alle eclettiche e colorate vie di Chelsea, dalla fredda bellezza del ponte di Brooklyn ai ristoranti multietnici di Soho. E la gamba diventa più agile, la voglia di immagazzinare tutto ciò che si vede rende l’esperienza memorabile: dagli alti grattacieli alle onde dell’oceano, dai venditori di tour agli angoli delle Avenue agli artisti di strada. Tutti vivono seguendo le regole di una bizzarra simbiosi e nel caos di odori e suoni tutto è al proprio posto.
E dopo una quarantina di chilometri, non solo siamo soddisfatti per i watt sprigionati, ma ci sentiamo, in fondo in fondo, un po’ newyorkesi.

“New York è un posto magico: puoi uscire di casa per un giro in solitaria, e improvvisamente ti ritrovi a scambiare aneddoti sulla Vuelta di Spagna con Nathan Hass, uscito per sgranchirsi le gambe prima di dirigersi in Colorado per gli allenamenti d’altura” ci racconta Mike.
Chi avrebbe mai immaginato di poter girare l’isola ai 25 km/h? Come promesso all’inizio, però, le possibilità per le strade di New York sono illimitate: siamo già pronti per la prossima avventura!