“Dopo due anni e mezzo come allenatore del NYCFC, oggi sarà il mio ultimo giorno. Posso dire con onestà che il tempo trascorso con il club è stato assolutamente perfetto – sia dal punto di vista professionale, sia a livello personale”.
Salutando i tifosi, la società e i giocatori su Instagram, Patrick Vieira ha concluso l’avventura nel club di Jon Patricof. Con lui lasciano lo staff Christian Lattanzio, Kristian Wilson, and Matt Cook.
Una decisione già rivelata poco prima dall’account ufficiale del NYCFC, che aveva ringraziato il francese e i suoi collaboratori con una serie di storie, post e foto degli ultimi anni. Il club ha messo così fine a settimane di speculazioni e notizie per le quali l’allenatore era già pronto a salpare verso i lidi della Ligue One.
Vieira non aveva mai voluto commentare queste voci, né ad aprile quando lo accostavano all’Arsenal, né sabato scorso, quando in conferenza stampa ha chiesto ai giornalisti di limitarsi a parlare della partita appena pareggiata contro l’Atlanta United FC.

Se è giusto che nel mondo del lavoro si debba aspirare a posizioni sempre migliori e il valzer delle panchine sia inevitabile a fine stagione, è anche vero che la partenza di Vieira rattrista chi, come me, ha visto in lui un grande campione capace di attrarre calciatori importanti per il giovane progetto del NYCFC.
È difficile trovare persone con l’umiltà e con la classe di Patrick Vieira, lui che rispondeva alle domande della stampa sempre con eleganza, lui che veniva a stringerci la mano prima di accompagnarci negli spogliatoi e non si sottraeva mai a qualche commento o battuta in italiano.

Ma il NYCFC non ha tempo di piangere il morto e ha annunciato in mattinata l’arrivo di Domènec Torrent, braccio destro di Pep Guardiola negli ultimi undici anni, giusto per mantenere l’affare nella famiglia del City Football Group.
“Ne me quitte pas”, cantava Jacques Brel, non lasciarmi. A questo punto resta da dire soltanto, “bonne chance, Patrick” e “benvingut, Domènec”.