Le avevamo date tutte per spacciate, pronte all’ultimo mesto giro di giostra europeo della stagione. Roma e Juventus invece, pur con esiti diversi, hanno dato una prova di carattere e personalità che non si vedeva da tempo in ambito Uefa.
La Roma accede alle semifinali dopo un magistrale 3-0 al Barcellona di Leo Messi, dove Eusebio Di Francesco ha avuto il coraggio (avremmo detto la stessa cosa con diverso risultato?) di proporre uno schieramento inedito, un 3-5-2 lasciando negli spogliatoi il suo amato 4-3-3. Schick e Dzeko hanno mostrato, finalmente, una buona intesa e il bosniaco si è mostrato il vero trascinatore di questa squadra. Sempre più leader dopo il mancato trasferimento a gennaio al Chelsea.
Per la prima volta la Roma accede al podio delle prime quattro in Europa dall’istituzione della Champions League. Traguardo solo sfiorato in due annate consecutive, con Luciano Spalletti in panchina, quando fu eliminata ai quarti di finale entrambe le volte dal Manchester United di Alex Ferguson e Cristiano Ronaldo (ricordate il famoso 7-1?). Un traguardo importante anche da un punto di vista economico. La Uefa attribuisce alle semifinaliste un premio da 7,5 milioni di euro a cui poi si aggiungerà lo scontato tutto esaurito della partita casalinga. In totale dall’Uefa la società di Pallotta si è già assicurata 79 milioni.
Domani a mezzogiorno (ora di Nyon) Di Francesco conoscerà il nome della rivale, tra Real Madrid, Bayern Monaco e Liverpool. Quest’ultima è l’avversario più invocato dai tifosi, per riscattare l’onta della sconfitta del 1983 in finale di Coppa Campioni, che all’epoca la Roma giocò addirittura in casa all’Olimpico. È l’accoppiamento auspicato anche da Ciccio Graziani, l’ex attaccante giallorosso che in quella finale sbagliò uno dei rigori decisivi.
Amara, molto amara, l’uscita di scena della Juventus, dopo una partita clamorosa al Bernabeu di Madrid. La formazione di Allegri era riuscita a ribaltare il 3-0 subito a Torino con una prestazione di grande personalità. Squadra corta, aggressiva, con un Douglas Costa e un Mario Mandzukic in grandissima forma. Neanche forse in un copione da film avrebbero previsto il rigore al 93° minuto, quando tutto sembrava portare ai tempi supplementari.

Durissima la reazione a fine partita di Gigi Buffon, espulso per proteste dopo l’assegnazione del penalty: “Non sto a sindacare ciò che ha visto l’arbitro. Era sicuramente un’azione dubbia. E un’azione dubbia al 93′, dopo che all’andata non ci è stato dato un rigore sacrosanto al 95′, non puoi avere il cinismo per distruggere una squadra che ha messo tutto in campo. Ti ergi a protagonista per un tuo vezzo o perché non hai la personalità adatta. Un essere umano non può fischiare un’uscita di scena di una squadra dopo un episodio stradubbio: al posto del cuore hai un bidone della spazzatura”. Per Buffon è un problema di personalità del fischietto inglese Michael Oliver, 33 anni, designato da Pierluigi Collina (scelta criticata anche dal presidente bianconero Andrea Agnelli): “Se non hai la personalità per stare da protagonista in campo stai in tribuna con tua moglie e i tuoi figli e ti godi lo spettacolo, bevi la Sprite e mangi le patatine”.
Sul rigore anche commentatori spagnoli hanno espresso dei dubbi , in particolare il rammarico della Juventus è per il rigore non dato all’andata a Cuadrado. “Immaginavo che quell’episodio avrebbe cambiato la qualificazione – ha commentato Allegri. – Dispiace perché la squadra meritava di andare almeno ai supplementari”.