Niente pallone con le stelline per Maurizio Sarri. Con la sconfitta di ieri in Olanda per 2-1 contro il Feyenoord il Napoli è stato retrocesso in Europa League. Un passo indietro rispetto allo scorso anno, quando superò la fase a gironi, per poi arrendersi solo al Real Madrid, negli ottavi di finale. La contemporanea vittoria dello Shakhtar Donetsk contro il Manchester City avrebbe reso inutile anche una vittoria dei partenopei.
A preoccupare però i pensieri di Aurelio De Laurentiis è il progressivo appannamento mostrato nell’ultimo mese e mezzo dal Napoli. La formazione azzurra sembra aver perso quella brillantezza che rappresenta da sempre il marchio di fabbrica del “sarrismo” che tanto ha affascinato gli esteti del calcio a livello internazionale. Il 17 ottobre il Napoli ha incassato la sconfitta per 2-1 a Manchester contro i Citizens di Guardiola, quattro giorni dopo è stato fermato dall’Inter al San Paolo sullo 0-0. La squadra di Spalletti ha interrotto la scia di otto vittorie consecutive con cui gli azzurri si erano conquistati la vetta del campionato. Pochi giorni dopo una vittoria a Marassi contro il Genoa, più complicata del previsto, per 3-2. A inizio novembre nuova sconfitta, 4-2, contro il Manchester City, questa volta al San Paolo e quattro giorni dopo il deludente pareggio per 0-0 a Verona contro il Chievo. Dopo la buona vittoria contro il Milan, altra partita sottotono in campionato a Udine, con una vittoria incolore per 1-0. Infine la sconfitta interna contro la Juventus, la dolorosa rete subita dall’ex Gonzalo Higuain. Ora il k.o. contro il Feyenoord.
Cosa succede? Anche lo scorso anno tra fine ottobre e Natale, il Napoli attraversò un periodo poco felice con una sconfitta contro la Juventus a Torino (a segno sempre il Pipita) e i pareggi contro la Lazio, il Sassuolo e la Fiorentina. Quest’anno la fase critica è coincisa con il grave infortunio al legamento crociato di Faouzi Ghoulam, uno dei migliori fino a quel momento. Ieri con il Feyenoord a riposo c’era anche Lorenzo Insigne e, non va dimenticato, che ai box c’è sempre Arkadiusz Milik, lo sfortunatissimo centravanti polacco, che avrebbe permesso a Sarri di variare un po’ le trame di gioco. In questi anni abbiamo conosciuto il Napoli per i fraseggi rapidi che permettono al trio di piccoli (Mertens-Insigne-Callejon) di andare a rete con grande facilità. Quante volte abbiamo visto lo schema di Insigne sulla fascia sinistra che rientra e serve Callejon dall’altro lato, con un traversone che scavalca i centrali della difesa avversaria. Parlando dell’esterno spagnolo lo scorso anno, Luciano Spalletti, disse che è il giocatore con la maggiore curiosità nel campionato ad andare a vedere cosa c’è dietro la linea difensiva avversaria. Uno schema che tutti conoscono, ma che in tre anni difficilmente si è riusciti ad arginare. In queste ultime settimane però lo abbiamo visto meno letale. Fiorentina, Torino e Sampdoria le prossime avversarie per Sarri prima di Natale. Tre partite dove il Napoli deve fare 9 punti e sperare così di recuperare la testa del campionando, approffitando dello scontro diretto di sabato tra Juventus e Inter.
Ce la farà Sarri?