C’è della magia nella dolce e precisa parabola disegnata ieri sera da Dries Mertens all’Olimpico di Roma. Impossibile per i tifosi napoletani, e non solo, non riandare alla memoria alle meraviglie di Diego Armando Maradona degli anni Ottanta. Proprio contro la Lazio, nel campionato 1984/85 el Pibe de Oro realizzò un gol molto simile.
Viene quasi da sorridere a leggere i 5 o 6 gol che realizzava a stagione Mertens fino a due anni fa, quando si alternava a Insigne (sull’altra fascia Callejon). E il Napoli deve anche ringraziare, paradossalmente, Manolo Gabbiadini. Inizialmente avrebbe dovuto essere la punta bergamasca a prendersi sulle spalle la responsabilità dell’attacco partenopeo, dopo l’infortunio di Arkadiusz Milik. Le cose poi sappiamo come sono andate, l’invenzione di Sarri di puntare su “Ciro” (come è stato ribattezzato dai tifosi) Mertens ha portato non solo alla cessione di Gabbiadini, ma anche a relegare in panchina il polacco. Con il belga come falso nueve il Napoli gioca a memoria in grande velocità, i suoi schemi sono sconosciuti dagli avversari, ma la rapidità di esecuzione continua a mietere vittime. E quando il Napoli rinuncia a “Ciro” perde efficacia, lo abbiamo visto nell’incontro perso di Champions League contro lo Shaktar Donetsk dove Sarri lo ha impiegato solo nell’ultima mezz’ora. Dopo le 28 reti segnate nello scorso campionato (uno solo in meno del capocannoniere Dzeko), Mertens è già a 6 gol in 5 partite.
Il punteggio di 1-4 potrebbe far pensare ad una passeggiata, ma in realtà il Napoli nel primo tempo ha sofferto una bella e sfortunata Lazio. La squadra di Simone Inzaghi ha offerto un buon calcio, in particolare si è fatto apprezzare ancora una volta Luis Alberto. Curioso come lo scorso anno non si fosse riuscito a mettere in mostra, lo spagnolo. I primi 45 minuti si sono chiusi con una Lazio meritatamente in vantaggio con un gol di De Vrij, Il forte e fragile centrale olandese che nel secondo tempo è rimasto nello spogliatoio per un (nuovo) guaio muscolare. Lazio davvero poco fortunata per gli infortuni successivi di Bastos e Basta.
La quinta giornata di campionato conferma che i valori sono ancora quelli dello scorso anno. Juventus e Napoli si confermano le grandi favorite per il campionato con 5 vittorie consecutive e, in questo turno, si sono scrollati in classifica l’Inter, fermata da un deludente pareggio a Bologna.
I bianconeri hanno vinto una gara con grande determinazione, senza le luci della sua stella Paulo Dybala. A trascinare la squadra questa volta è stato Mario Mandzukic, centravanti vecchia scuola trasformatosi ormai da tempo in un’ala-terzino. Il tedesco ha realizzato il gol vittoria nella ripresa, dopo un primo tempo opaco. Ancora una prova non brillante da parte di Gonzalo Higuain, sottolineato anche da Allegri: “si è sacrificato molto, deve solo continuare a giocare, piangersi addosso non serve a niente. I gol arriveranno, sono momenti che passano”. Il tecnico toscano può invece rallegrarsi per la crescente autorità esercitata dal ventenne uruguaiano Rodrigo Bentancur. La Fiorentina, dal canto suo, non ha demeritato, giocando a viso aperto allo Juventus Stadium, ma l’espulsione di Badelj ha reso impossibile la rimonta.
Sabato prossimo il derby della Mole, con un Torino ancora imbattuto. Oltre alle due capolista solo la squadra di Mihajlovic e la Sampdoria di Giampaolo non hanno subito sconfitte. Riuscirà il gallo Belotti a fermare la corsa della Juventus?