Nella quarta di ritorno le squadre al vertice del campionato incontrano le ultime della classe in un testa coda in cui le piccole del calcio danno lezione e spettacolo. La Fiorentina vince ed insegue il Napoli che perde e smette di inseguire la Roma che a sua volta pareggia e non insegue ormai più nessuno ma bada a non farsi raggiungere. Le perplessità di Lotito si sono rivelate quanto mai profetiche e le piccole, come le chiama lui, oppure le provinciali come siamo abituati a chiamarle noi addetti ai lavori, hanno dato una spallata alle tradizioni che le vedono spesso arrendersi di fronte allo strapotere, ed ai milioni, delle cosiddette grandi. Un gruppo di allenatori emergenti sta stravolgendo questo luogo comune e nella giornata appena conclusa i risultati ad effetto non sono mancati. Ma non è stata la sorpresa di una sola giornata; squadre come l'Empoli o il Cesena sono dotate di una solida preparazione atletica, Sarri e Di Carlo non risparmiano ai loro giocatori pesanti sgambature e doppi turni di allenamento per cercare di mettere in difficoltà con una velocità doppia rispetto all'avversario compagini più quotate, e non solo in borsa, come il Milan e la Juventus. Il Sassuolo perde contro la Fiorentina ma dall'inizio di questo campionato ha mostrato le qualità sopra descritte con l'aggiunta di un modulo spregiudicato a tre punte schierato anche quando le circostanze magari richiedevano una maggiore copertura difensiva. Mister Di Francesco ha adottato questa vera e propria filosofia applicata al campo di gioco e la trasmette dal lungomare adriatico dove è solito organizzare partite di calcio in spiaggia, e chi scrive ne è testimone, fino ai campi di gioco della Serie A. Un plauso particolare va ai giocatori del Parma, che in un clima di dissesto finanziario hanno onorato la maglia bloccando la Roma all'Olimpico e portandosi a casa un punto che aggiunge poco alla classifica ma che risulta di straordinaria importanza a livello di emozioni “Chi falsa il campionato sono quelli seduti sui tavoli delle decisioni, non quelli che scendono in campo” tuona Donadoni in conferenza stampa. Ed il nostro calcio di vibrazioni positive, oggi, ne ha un urgente bisogno.
Palermo- Napoli 3-1
Il Palermo va di scena nel teatro della Favorita e mette in atto una delle sue più belle interpretazioni. Il nuovo modulo scelto da Iachini per disorientare il Napoli ha concesso alla platea geometrie perfette, scambi in velocità, arguzie tecniche e giocate dei singoli che insieme hanno dato vita ad un concerto di emozioni surclassando l'avversario e tenendolo alle corde per tutta la durata dell'incontro. Il primo gol è nato da un invenzione di Lazaar che sgancia un siluro da quasi centrocampo che Rafael, stupito da cotanto ardire, si lascia passare sotto le mani per il vantaggio del Palermo. Alla mezz'ora i rosanero raddoppiano: lancio lungo da metà campo tra le maglie azzurre troppo distanti tra loro, palla a Dybala che aggancia, serve sulla destra Vazquez che senza prendere la mira tira a botta sicura. 2 a 0 e squadre negli spogliatoi. Nel secondo tempo, al 65' i rosanero ripassano mentalmente il Manuale del Calcio e decidono di applicare sul terreno di gioco una triangolazione degna del miglio topografo in circolazione: palla recuperata a centrocampo, Dybala irride un avversario e si fionda sulla destra, apertura dalla parte opposta per il suo gemello Vazquez che intelligentemente di testa fa da torre per Rigoni che sigla il 3 a 0. C'è tempo solo per il gol, bello, di Gabbiadini che di tacco sorprende Sorrentino. L'albero di Natale dello schieramento di Iachini ha funzionato a meraviglia come l'intesa tra i due nuovi gemelli del gol del calcio italiano, Dybala e Vazquez che da soli valgono quanto mezza squadra. Tutto semplice per Iachini, tutto storto per Rafa Benitez che ha perso su tutti i fronti, da quello difensivo a quello offensivo con un centrocampo lungo e giocatori per molti tratti demotivati e spenti. “Il Gol preso a freddo ci ha condizionati” ha detto Rafa Benitez subito dopo la partita. A sentire lui ci vengono in mente le parole di un altro tecnico che allenava la Longobarda in un ipotetica Serie A cinematografica…
Palermo sugli scudi merito di schemi quasi perfetti, voto 9 : Napoli da dimenticare, stavolta è mancata la mano del tecnico, voto 4
Sassuolo Fiorentina – 1-3
Cuadrado sverna in terra d'Albione, la Fiorentina se ne dimentica e ne fa tre al Sassuolo. La squadra di Montella al cambio di modulo rispetto alla partita precedente appare veloce e motivata e vince una delle tre partite delicate che l'attende in questo weekend impegnativo. Salah al suo debutto segna e porge un prezioso assist a Babacar, realizzatore di una doppietta che oscura il ricordo di Cuadrado. I Viola rafforzano il loro quarto posto e pensano agli inglesi del Tottenham prossimi avversari in Europa League, mentre il Sassuolo ha una battuta d'arresto in una sfida dove i suoi tre tenori forse hanno preso un periodo di ferie per trasferirsi a Sanremo.
Sassuolo senza acuti ( e senza voce) voto 5 : Fiorentina partita perfetta, voto 8
Milan- Empoli 1-1
Ennesimo cambio di modulo per Pippo Inzaghi ed ennesima figuraccia a San Siro dove i rossoneri pareggiano contro l'Empoli e si beccano una sonora dose di fischi meritati dal primo all'ultimo. Squadra stravolta dal mercato invernale il Milan schiera i nuovi Paletta, Antonelli e Destro nei tre reparti cardine. Al 35' primo guizzo di Menez e preludio al gol ; azione manovrata sulla sinistra, cross al centro per il Tap-in vincente di Destro davanti a tutti i difensori dell'Empoli ma dietro la linea del pallone. Gol regolare quindi e fine del primo tempo avaro di emozioni e di gioco. Nella ripresa il registro non cambia, ed è l'Empoli a pareggiare il conto con Maccarone che raccoglie un cross dalla destra, salta indisturbato in area e mentre Paletta e Rami si osservano a vicenda e si interpellano discutendo sulla cattività avignonese dei Papi, l'attaccante empolese insacca il pallone del pareggio. Nel finale è proprio la squadra di Sarri ad imporre il proprio gioco veloce ed offensivo ma il tempo scade e la partita finisce in parità. Tutti negli spogliatoi, rossoneri accompagnati dai fischi del Meazza ed azzurri toscani a prendersi il meritato applauso dei loro tifosi sotto lo spicchio a loro riservato. Mai così male il Milan con la gestione Inzaghi che in settimana dovrà trovare il bandolo di una matassa forse troppo aggrovigliata per riuscire ad averne ragione ed i continui cambi di modulo e di giocatori non giovano affatto all'economia della squadra. Il Milan ha purtroppo una potenzialità inferiore al suo rango, e far giocare una provinciale da Milan non è per niente facile.
Milan mai in partita, se non girano i singoli non gira nemmeno la squadra, voto 4 : Empoli qualità e convenienza: voto 7
Udinese -Lazio 0-1
Nello stadio-cantiere del “Friuli” la Lazio vince grazie ad un rigore trasformato da Candreva nel primo tempo con un delizioso cucchiaio. Partita controllata agevolmente dai biancocelesti ed Udinese che si fa viva solo grazie ai calci piazzati. Per il resto la partita non ha più nulla da dire fino al fischio finale. Felipe Anderson schierato dall'inizio è apparso frastornato ed esule dal resto della squadra e si è beccato pure una squalifica che non lo renderà disponibile nel delicato incontro dell'Olimpico contro il Palermo. Partita lenta giocata sottotono da entrambe le squadre.
Udinese lenta e perdente, voto 5: Lazio lenta e vincente, voto 6
Torino – Cagliari 1-1
Partita a canoni inversi questa sfida che ha messo a confronto due tecnici preparati come Ventura e Zola. Infatti il Torino ha sfruttato la dote del contropiede per mettere in difficoltà il Cagliari che ha avuto maggior possesso palla degli avversari ma ha comunque costruito pochino. Alla mezz'ora passano i sardi con Donsah e dopo nemmeno un minuto il Toro vede rosso e pareggia con un acuto di El Kaddouri. Pareggio scontato e partita senza ulteriori emozioni
Torino come il Cagliari appagati e contenti . Voto 6 per il risultato, 5 per il gioco.
Roma – Parma 0-0
“Se si vogliono ottenere dei risultati bisogna essere costanti” recitava Garcia all'inizio del campionato. Certo la costanza è il suo punto forte ma purtroppo si tratta di pareggi e non di vittorie. Con questo la Roma sale a quota 5 pareggi consecutivi all'Olimpico , che tradotto in termini di classifica significa dire addio al campionato e lottare ormai per il secondo posto. Stesso copione di San Siro, i giallorossi escono tra i fischi meritati dei propri tifosi che proprio non digeriscono una partita finita ad occhiali con l'ultima della classe. Il rientro di Gervinho, spaesato e preda ancora delle bollicine per la vittoria in Coppa d'Africa e l'esordio dell'inguardabile Doumbia, che in tutta la partita tocca appena 11 palloni sbagliandone 7 e risultando di gran lunga il peggiore tra tutti i campi della serie A hanno reso il pareggio ancora più amaro. La Roma è preda di problemi di natura tattica, tecnica, fisica e mentale ma il suo allenatore Rudi Garcia ai microfoni è ostinatamente ottimista, e sposta armate inesistenti sul tavolo delle strategie convinto delle sue idee. Sarà il tempo a dargli ragione, oppure definitivamente torto.
La Roma è l'ombra della squadra ammirata mesi fa, voto 5. Parma , onore per l'impegno profuso in campo, voto 9 – Voto alla partita: 2
Genoa – Verona 5-2
Gol e spettacolo a Marassi con sette reti e numerose palle-gol create dalle due squadre per un incontro decisamente in controtendenza rispetto agli altri di questa quarta di ritorno, se si esclude la vittoria dell'Inter a Bergamo. Il Milan ha rinunciato a Niang troppo in fretta declassandolo alla corte dei grifoni ed il francese per tutta risposta esalta le fortune del Genoa realizzando una doppietta al Verona e meritandosi la palma di migliore in campo. Verona mai arrendevole e motivato crea spazi e realizza due reti con il sempreverde Toni, anche lui autore di una doppietta ed autentico “patrimonio” del calcio italiano.
Per il Genoa questa vittoria conferma il trend positivo iniziato all'Olimpico contro la Lazio portandosi al sesto posto in scomoda coabitazione con i cugini blucerchiati.
Genoa dilagante, voto 7 : Verona mai domo voto 6
Atalanta – Inter 1-4
Allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, ore 15 va in scena la nuova Inter. Rispedito a casa Icardi influenzato, i nerazzurri di Mancini passano in vantaggio dopo nemmeno due minuti in virtù di un calcio di rigore assegnato per atterramento in area di Guarin che con una finta cercava di divincolarsi per battere a rete. Dagli 11 metri Shaquiri indovina l'angolo e porta in vantaggio l'Inter. Pareggiano i bergamaschi per il solito blackout di Ranocchia che salta a vuoto e permette a Pinilla di regalare un assist al bacio per Moralez che solo in area spiazza Handanovic. Atalanta vicina al raddoppio con Pinilla , capace di rovesciate magistrali ma anche capace di divorare gol già fatti come l'occasione capitata al cileno che spara alto a porta spalancata sul risultato di 1 a 1. Al 37' sale in cattedra Guarin: Dribbling sulla trequarti atalantina, Fredy si libera di due avversari, guarda la porta e piazza di sinistro il pallone in buca d'angolo per il vantaggio interista. Nella ripresa sempre Guarin regala alla platea un gioiello assoluto; controlla il pallone sulla mediana con eleganza senza essere contrastato da avversari, dopo pochi passi prende la mira e con un tiro a giro stavolta con il destro piazza il terzo sigillo della gara. Il quarto gol segnato da Palacio scaturisce da un rimpallo in area su assist sempre di Guarin migliore in campo. L'Atalanta colpita a freddo e non solo dalla pioggia gelata di Bergamo, non riesce a risollevarsi in tempo ed accusa un passivo forse troppo pesante. La nuova Inter è in netto miglioramento segno che la cura del Mancio comincia a dare buoni risultati. “Quando si cambia ci vuole sempre un po' di tempo per ottenere dei risultati” dice Mancini ad una trasmissione televisiva. Noi abbiamo constatato che i nerazzurri non aspettano più l'avversario, ma si propongono e impongono il loro gioco e sanno gestire il possesso palla una volta in vantaggio. Senza Kovacic e senza Hernanes la squadra comunque dimostra buon equilibrio in un contesto in cui i nuovi innesti sono ben integrati nei vari reparti. Se poi Guarin decide finalmente di giocare al calcio allora possono essere dolori per tutti.
Atalanta sfortunata ed a tratti pericolosa, voto 6 : Inter devastante nelle ripartenze e nel possesso palla (70 %) voto 9
Chievo – Sampdoria 2-1
Partita mediocre vinta dal Chievo che ha dimostrato più carattere e meno fronzoli. Per i clivensi tre punti di platino in chiave salvezza, mentre i Doriani sono apparsi leziosi e forse un pochino presuntuosi. Prova opaca di Etoo che sembra l'ectoplasma del campione che abbiamo ammirato tre anni fa. La Sampdoria apparsa superficiale e distratta ha pagato dazio al Bentegodi. Ma le lezioni non si danno, si prendono e stavolta a salire in cattedra è stato il Chievo. Da segnalare il bellissimo gol di Meggiorini che si è fatto quasi cinquanta metri di fuga solitaria ed una volta depositato il pallone in rete ne ha fatti altri cento per l'esultanza.
Chievo umile e pragmatico, voto 7 : Sampdoria snob e distratta, voto 5
Cesena – Juventus 2-2
Gli ultimi saranno i primi, se i primi sono onesti e se peccano di presunzione. “Avevamo deciso di essere ottimisti” dice Buffon ai colleghi della sala stampa. Il capitano della Juventus è il primo a prendersi le proprie responsabilità, non tanto per quello che è successo in campo, in cui il numero uno si è mostrato tale anche tra i pali sventando alla grande un paio di minacce romagnole, ma per quello che “ non è riuscito ad infondere nello spogliatoio”. Dopo due miracoli dell'estremo juventino,
il secondo pallone perso a centrocampo da Pirlo innesca il contropiede che risulta fatale alla Juve: Corsa a perdifiato di Defrèl che pesca Djuric in area, palla sul piatto sinistro che infila Buffon in uscita. Partita presa troppo sotto gamba dai giocatori juventini che comunque riescono nell'impresa di rimontare il passivo, per la terza volta in quest'anno, con il gol di Morata e con Marchisio lesto ad infilarsi tra le pieghe della difesa cesenate. Nella ripresa al 70' ci pensa Brienza a ristabilire il risultato in parità, che rimane tale anche dopo il rigore assegnato per una chiara trattenuta in area del cesenate Lucchini ai danni di Llorente. Tiro di Vidal direttamente sui tabelloni pubblicitari. Partita non esaltante ma bella e spigolosa, giocata in maniera veloce dal Cesena che nel primo tempo ha sfruttato gli ampi spazi concessi dai centrocampisti juventini. Nota positiva: lo stadio “Manuzzi” era stracolmo di persone accorse per vedere la capolista ma che a conti fatti hanno applaudito il Cesena.
Cesena veloce ed attento su ogni pallone, voto 7 : Juventus apparsa stanca e poco volenterosa, voto 5