Un'Italia poco energica, poco aggressiva, poco convinta quella vista venerdì contro il Costa Rica. Mancanze che abbiamo pagato con una meritata sconfitta. Gli azzurri non hanno portato in campo energia positiva e sono apparsi svogliati, lenti, poco propositivi e disorganizzati. La solita vecchia storia della nazionale italiana: quando è troppo sicura di sé non vince. È la paura il vero motore della nostra nazionale. Se non c'è paura, se non c'è urgenza di vincere, gli azzurri si rilassano e non concludono. Così, mentre con l'Inghilterra, spaventati dalla possibilità di una brutta e penalizzante partenza in un girone che si preannunciava difficile, gli italiani sono riusciti a portare in campo energie sufficienti a sconfiggere gli avversari, contro il Costa Rica non sono riusciti a trovare le risorse necessarie. Hai voglia a dare la colpa al caldo brasiliano… mancava lo sprint: la nazionale non ha costruito occasioni, non ha mostrato pianificazione, non ha saputo reinventarsi difronte a un Costa Rica che ha scombussolato da subito le strategie di Prandelli. E così ha perso e ha perso male.
A New York, come nel resto del mondo, tra i tifosi degli Azzurri c'è stata tanta delusione. E non solo perché una sconfitta ai mondiali fa sempre male, ma perché perdere senza aver mai realmente provato a vincere brucia ancora di più. Non sono questi gli Azzurri che avremmo voluto vedere. E i commenti dei tanti italiani e italo-americani che abbiamo sentito tra il West Village e il Meatpacking, dove abbiamo seguito i due tempi dell'incontro, lo dicono forte e chiaro: si può perdere, sì, ma non così.
Sarà una questione di mentalità, di cultura. Quasi che per dare il meglio di sé gli Italiani dovessero sempre trovarsi alle strette. Un po' l'arte di arrangiarsi in versione calcistica. Le risorse le tiriamo fuori quando non abbiamo scelta. Non è forse così l'Italia in genere? Non ci resta che sperare che il 24 giugno, contro l'Uruguay la paura sarà nostra alleata. Nel Mondiale del 1982, nella partita contro il Brasile, un'Italia in cui pochi credevano, riuscì a stupire proprio perché l'unica possibilità era vincere. Restiamo fiduciosi che lo stesso possa accadere mercoledì prossimo perché sappiamo che se dovessimo riuscire a passare agli ottavi tireremmo fuori il meglio. Gli azzurri avranno la possibilità di dimostrare se la squadra realmente vale, se quelle energie esistono e possono essere indirizzate verso la vittoria. Perché ai mondiali l'importante non è partecipare.
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