Moderna ha annunciato l’inizio dei test per un vaccino mRNA contro il virus dell’HIV, principale responsabile dell’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). La sperimentazione si svolgerà in quattro sedi sparse negli Stati Uniti, ed è co-finanziata dalla International Aids Vaccine Initiative (IAVI).
L’azienda di biotecnologia con sede a Cambridge, Massachusetts, utilizzerà un siero basato sulla stessa tecnica impiegata nei vaccini anti-Covid di Moderna e Pfizer: il cosiddetto Rna messaggero. A differenza dei metodi tradizionali (DNA e RNA), che infettano una persona con una versione innocua o morta del virus per scatenare una risposta, i sieri mRNA “spiegano” alle cellule del corpo umano come produrre la proteina (cosiddetta spike) che ha il compito di attivare la risposta immunitaria specifica per neutralizzare il virus, senza venirci a contatto.
Le indagini coinvolgeranno 56 volontari adulti sani e HIV-negativi, a 48 dei quali verrà effettuata la somministrazione di una o due dosi di mRNA-1644, mentre a 32 sarà iniettato il booster mRNA-1644v2-Core. Altri otto riceveranno invece un semplice richiamo immunogeno. Si rivelerà quindi fondamentale il monitoraggio delle cavie nei sei mesi successivi alla somministrazione.
Se i risultati dovessero essere soddisfacenti, si potrebbe aprire una nuova frontiera della lotta all’AIDS, una malattia che dal 1981 a oggi ha provocato più di 36 milioni di morti. Molti dei decessi si sono verificati prima dell’introduzione dei farmaci antiretrovirali, che hanno aumentato significativamente l’aspettativa di vita.
Ancora oggi, nel mondo circa 1-2 milioni di persone contraggono la malattia ogni anno, specialmente in Africa e America Latina. Nelle Americhe, il Paese con maggiore prevalenza del virus HIV è Haiti (1,9% della popolazione), mentre gli Stati Uniti sono fermi allo 0,36%. In Europa quello messo peggio è la Russia (1,2%, ma i casi sono in aumento), con l’Italia assai più dietro con lo 0,3%.