A breve, la lotta al virus Sars-Cov2 potrà disporre di un ulteriore alleato: si tratta del Molnupiravir, che fa parte di una classe di farmaci chiamati “analoghi ribonucleosidici”, si tratta di un antivirale che pare abbia ridotto del 50% i ricoveri per diagnosi da Coronavirus. Il Molnupiravir agisce inserendosi in un filamento di Rna virale di nuova formazione e un ciclo di cinque giorni di questo farmaco somministrato per via orale, ha ridotto l’ospedalizzazione di 28 pazienti in sperimentazione, ovvero del 7,3% rispetto al placebo, somministrato a 53 pazienti di cui il 14,1% è stato ricoverato o è deceduto.
Il Regno Unito è stato il primo a dare il via libera al Molnupiravir, come annuncia il colosso americano Merk Sharp&Dohme, in partnership con Ridgeback Biotherapeutics, che lo ha prodotto. L’agenzia del farmaco in UK, la Mhra, ha autorizzato il suddetto antivirale per il trattamento di Covid-19, ma resta ancora in revisione presso altri enti regolatori internazionali, fra cui l’europea Ema e l’americana Fda.
Dai dati presentati tuttavia, la “pillola anti-covid”arriverà presto anche in Italia, come si augura il virologo Andrea Crisanti, in numerose dichiarazioni, negli ultimi giorni. Il Molnupiravir è dunque efficace nel fermare la corsa del Sars-Cov2, utilizzando un meccanismo analogo ad una macchina da scrivere, potremo dire che l’informazione genetica del virus viene alterata dal farmaco e il virus non è più in grado di replicarsi.
Per la Mhra britannica, prima in Europa ad autorizzare il Molnupiravir, il farmaco è sicuro ed efficace. L’Aifa si è già attivata per poter garantire l’acquisizione di un numero adeguato di forniture dell’antivirale che inibisce la polimerasi virale, e il direttore di Aifa Magrini ha chiesto i dossier relativi al farmaco per poter stringere i tempi e consentire anche all’ Italia di avere a disposizione quest’arma terapeutica.
La pillola di Molnupiravir , somministrata 2 volte al giorno in pazienti Covid adulti non vaccinati e con infezione da lieve a moderata, nei primi 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, ha dimezzato la probabilità di ricovero e decesso. Con il proliferare delle varianti si auspicava una risposta terapeutica per contrastare l’avanzata del Covid-19 e il Mulnuparivir ha mostrato di poter dare una spallata all’avanzata dell’infezione.