L’Agenzia del farmaco europea (EMA) ha anticipato dal 29 dicembre al 21 dicembre la valutazione dei dati sulla sicurezza ed efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech e ne ha approvato la commercializzazione. Una notizia tanto attesa e sicuramente carica di ottimismo visto che il vaccino riceve la seconda approvazione da due agenzie indipendenti che rispettano regole rigide e rigorose, confermando, quindi, la robustezza dei dati ottenuti.
Ma la notizia che davvero dovrebbe farci ben sperare è che tali vaccini garantirebbero la loro efficacia anche nei confronti di alcune varianti del nuovo coronavirus. La notizia dell’identificazione del nuovo ceppo di Sars-CoV-2, chiamato «VUI-202012/01» (variant under investigation) è alla ribalta su tutti giornali, destando non poche preoccupazioni. Rapidamente, si è diffusa l’informazione che tale ceppo avrebbe una capacità di replicazione più alta dei precedenti.
Per quello che sappiamo, al momento, la mutazione potrebbe variare l’affinità per un recettore umano ma non alterare la trasmissibilità, o la pericolosità; inoltre, il fatto che la mutazione sia stata identificata ora non vuol dire necessariamente che si sia diffusa così rapidamente in poco tempo. Potrebbe circolare da più tempo (a settembre era già stata notata a Londra) e, tale dato sarebbe supportato dal fatto che la famiglia mutata non si trova solo in Inghilterra ma anche in Australia, Danimarca, Olanda ed un singolo caso anche in Italia.
Con i dati disponibili, al momento, non si può affermare che questa variante sia più aggressiva, ma al tempo stesso, sono fortemente necessarie tutte le azioni atte a ridurre la sua diffusione.
E’ sicuramente corretta la scelta dell’Italia di bloccare i contatti da e per Londra, ma tale precauzione è da intendersi sempre al fine di ridurre al minimo la diffusione virale.
Nessuna problematica, invece, è correlata al vaccino. La nuova variante, infatti, non causerebbe alcun tipo di problema ai vaccini sviluppati finora.