“Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti”. Oriana Fallaci ha scritto questa semplice ma efficace frase. Essere mamma è anche una responsabilità che non si esaurisce quando decidi di copiare ed incollare una notizia di dubbia provenienza e partecipi a catene incontrollate sui social. Accade nel BelPaese in questi giorni di grande caldo e di emergenza Covid-19, quando ancora non si sa come ripartirà la scuola e se in presenza o con la teledidattica, dove molte mamme si sono sbizzarrite a postare e commentare:
“Il 14 settembre io non autorizzo nessun personale della scuola ad isolare mio figlio se dovesse presentare improvvisamente qualche linea di febbre… Nessun personale sanitario può prelevare mio figlio da scuola in mia assenza traumatizzandolo! Non firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento… Fino alla maggiore età io genitore sono unico tutore di mio figlio!”.
Come accade per le bufale più verosimili tante mamme hanno difeso questa loro condivisione fino a quando non è intervenuto il Ministero sul sito istituzionale. La viralità di questa fake news è stata incredibilmente forte. E la crossmedialità l’ha portata ad attraversare tutti i social straripando poi sulla messaggeria veloce, quella più efficace, WhatsApp e Telegram. E’ così la vibrata protesta, montata in poche ore, contro il protocollo di sicurezza o per meglio dire l’isolamento e la sottrazione alle famiglie degli studenti con sintomatologia Covid-19.
La smentita ufficiale del Ministero dell’Istruzione a questa fake news non ha convinto tutte le mamme, soprattutto quelle che più avevano diffuso con ogni mezzo la maxibufala.
Ecco cosa ha scritto il Ministero:
“Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile “al ritorno al proprio domicilio” e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti”.
Ma come giustamente osserva Orizzonte Scuola: “le linee guida per il ritorno in classe non prevedono nulla del genere, e in ogni caso un post su Facebook non ha alcuna validità per concedere o negare alcun tipo di autorizzazione”.
Il protocollo di sicurezza infatti precisa : “
In caso di comparsa a scuola in un operatore o in uno studente di sintomi suggestivi di una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, il CTS sottolinea che la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto”.
Appello alle mamme: per favore documentatevi prima di copiare e incollare catene che non hanno alcun fondamento. Evitate di concedere o negare autorizzazioni sui social. E soprattutto usate i social ma non fatevi usare. Questa è una regola generale. Continuo a pensare quanto ho dichiarato più volte in interviste rilasciate durante il lockdown: le fake news sono un’emergenza nell’emergenza. Bisogna combatterle ogni ora di più. E’ necessario ed abbiamo anche scoperto che fa bene alla salute. Nostra e dei nostri figli.
Una volta partecipando, come relatore, ad un convegno sullo scoutismo fu citata una frase del fondatore del movimento Robert Baden-Powell: “ho incontrato nella mia vita molti uomini che hanno avuto successo; la maggior parte di essi erano fieri della propria madre e ammettevano di dover in gran parte a lei la personalità che possedevano”.
Mamme attrezziamoci per non smentirlo. Per favore!!!