La pandemia da COVID-19 ha reso necessaria, da parte delle autorità sanitarie e governative, l’adozione di misure che potessero contrastare la diffusione del virus. Tra queste, la limitazione degli appuntamenti medici ai soli casi urgenti e la richiesta di posporre visite mediche di routine e check-up. Oltre a diminuire il rischio di diffusione del virus, queste misure hanno permesso ad ospedali e altre strutture sanitarie di organizzarsi ed equipaggiarsi adeguatamente per assistere i pazienti affetti da COVID-19.
A distanza di qualche mese, gli esperti sanitari manifestano alcune preoccupazioni e ritengono che i pazienti dovrebbero riprendere le loro routine in campo medico al fine di evitare che altre malattie, tra cui cancro, malattie cardiache, e disordini neurologici, rimangano non diagnosticate e/o non curate.
Come spiegato dal Dr. Pat Basu, direttore e presidente dei Cancer Treatment Centers of America, tra gli effetti indesiderati della pandemia vi è una possibile impennata di quella che viene chiamata “shadow curve”: cioè un incremento dei casi di malattie non-coronavirus che non vengono diagnosticate o curate. Per questo motivo si ritiene importante che i pazienti che hanno posposto i loro screening e le visite di controllo riprendano al più presto appuntamento o quanto meno si rimettano in contatto con il proprio medico.
Se questa curva “nascosta” resterà ignorata, la conseguenza potrebbe essere un tasso di mortalità dovuto al cancro o ad altre patologie più alto del tasso di mortalità determinato dal COVID-19.
I medici, durante gli esami di screening, diagnosticano numerosi casi di tumori, e molti altri vengono scoperti accidentalmente durante normali visite di controllo periodiche. Si stima che potenzialmente già più di 100,000 casi di cancro non siano stati diagnosticati durante questi mesi di pandemia e ciò solo considerando la mancanza di screening.
Infatti, se si pensa che negli Stati Uniti il numero di tumori diagnosticati ogni anno è di circa 1,7-1,8 milioni, il numero di casi non diagnosticati a causa degli appuntamenti medici saltati negli scorsi 3-4 mesi è abbastanza elevato e, probabilmente, tali tumori non verranno individuati fino all’appuntamento successivo, quando la patologia potrebbe essere più grave e più difficile da trattare.
Sfortunatamente la pandemia continua ad essere presente e lo sarà ancora per lunghi tempi. Inoltre, molto verosimilmente, ci saranno altri virus a rappresentare altre minacce per la popolazione a livello mondiale. Bisogna quindi accettare questa nuova realtà e trovare, come sistema sanitario, la migliore risposta in termini di preparazione e di capacità di intervento in questa emergenza, senza trascurare altre patologie altrettanto importanti. Non ci si deve trovare di fronte alla scelta di trattare il COVID-19 o un tumore: entrambe le malattie devono ricevere la stessa attenzione. Il sistema sanitario dovrebbe essere abile a trattare entrambe le malattie con la stessa efficienza ed efficacia. Bisognerà implementare tutte le misure che proteggono il paziente durante le visite mediche e, ove possibile, i servizi di telemedicine. Bisognerà adottare protocolli di intevento di validità nazionale e mantenere il paziente informato sui rischi e la necessita’ di mantenere una determinata condotta medica.