Di cosa parliamo? Di patologie cosiddette “psicosomatiche”, da tempo nell’interesse della medicina, senza però mai conquistare il meritato posto che dovrebbero detenere. Un posto di primaria importanza nella ricerca scientifica perché fondamentale. Chiariamoci le idee. Psicosomatico è tutto ciò che deriva da un disagio profondo, intimo e interiore, che dal cuore della psiche umana (ma è stato dimostrato anche nell’animale) arriva al soma. La psicosomatica è una branca della medicina e della psicologia clinica diretta a ricercare la connessione – perché esiste – tra un disturbo somatico (anche generico) e la sua eziologia, legata al campo della psiche. Una delle più promettenti risposte della ricerca in campo psicosomatico negli ultimi anni (grazie anche allo sviluppo e alla nascita di nuove tecniche e tecnologie biomediche che riescono a dimostrarlo) è quello che riguarda la Pnei, oggi grazie alla continua e costante ricerca di un Centro Clinico di Pistoia, viene chiamato Psiconeuroimmunomodulazione. Un passo avanti notevole.
Oggi più che mai c’è l’esigenza di capire e chiarire le relazioni tra funzionamento psicologico, secrezione di neurotrasmettitori a livello cerebrale, il sistema endocrino, e funzionamento del sistema immunitario. Da qui, si può partire a comprendere la conseguenzialità di insorgenza delle patologie autoimmuni. Perché esiste, eccome.
La particolarità di una gamma di malattie autoimmuni sembrano essere, in questo primo scorcio di secolo, in crescita anche nella popolazione giovanile, e derivano appunto dalla psicosomatica. Addirittura si parla di stress intrauterino con conseguenza di nascita già destinata a subire danni. Perché lo stato d’animo, chiamiamolo così anche se è molto più complesso, si trasmette all’interno di noi, quindi dall’esterno anche al nostro feto.
Gli eventi, e i modelli di vita a carattere “fortemente” stressante, interiorizzati, inespressi, sono spesso di difficile definizione, di difficile inquadramento nosografico e, conseguentemente, anche di difficile terapia. Di cosa si tratta, dunque? “Nel 100% dei casi, tali patologie hanno la loro genesi negli ambienti di vita delle persone che finiranno, nel tempo, per esserne vittime. Nella fase iniziale, ed anche in fase avanzata, i sintomi di tali patologie sono aspecifici e molto mimetici, al punto che, a volte, anche il medico di base può trovare difficoltà nell’identificazione della loro specificità” afferma Giovanni Cozzolino, ricercatore scientifico ed epigenetista del Centro. Da un punto di vista più culturale che scientifico, si stenta spesso ad accettare l’iter di queste patologie, considerando troppo evanescente il paradigma scientifico di riferimento, fermandosi con il definire i fenomeni come multifattoriali o idiopatici. Il morbo di Cronh – patologia nota anche come enterite regionale – è, ad esempio, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano- continua Cozzolino.
Si tratta di uno stato infiammatorio di livello stressogeno, indotto, spesso, da situazioni di allarme persistente nell’ambiente di vita della persona. Impiega anni prima di manifestarsi in modo importante; quando questo avviene vuol dire che la situazione patologica è ormai in fase di cronicizzazione. A quel punto, il massimo che la risposta terapeutica può esprimere è un’attenuazione dei sintomi. La spondilite anchilosante, o brevemente SPA (dal greco spondylos vertebra, colonna) – anche nota come morbo di Bechterew, pelvispondilite anchilopoietica o spondiloartrite anchilosante – è una forma di artrite ad eziologia autoimmune ad insorgenza lenta, che può di fatto impiegare decenni per manifestarsi. Può causare seri ed importanti danni alla capacità di movimento agli arti inferiori e superiori per un interessamento crescente a livello di midollo spinale. In entrambe questi casi (come in altre patologie di tipo autoimmuni) le relazioni con l’ambiente sono fondamentali”.
Cerchiamo di approfondire il tema complesso con Sabrina Ulivi, psicoterapeuta, master in psiconeuroimmunologia, ricercatrice e studiosa, e direttrice del Centro Clinico di Pistoia, che porta il suo nome: “Gli stati di insicurezza attivano risposte fisiologiche di continua allerta, da questo, nel tempo, si può riscontrare l’insorgenza ed il perdurare di un processo infiammatorio generalizzato a basso grado foriero di una lenta degenerazione – spesso irreversibile – dei tessuti e dei comparti corporei. Si fa, in questi ultimi tempi, un gran parlare di “Stress” e di disagi prodotti da una vita “condotta sopra le righe”, forse senza neppur comprendere fino in fondo la gravità del perdurare di tale situazione. C’è anche, da parte di non addetti ai lavori – prosegue Ulivi – divulgazione di principi e notizie fuorvianti, consigli di cure olistiche, o ricerca del benessere attraverso tecniche più disparate. Tutto può essere di supporto, certamente si, ma proporre un intervento integrato in caso di stress cronico (è questo stato di cose che porta ad una degenerazione progressiva del sistema mente-cervello-corpo) è qualcosa di molto più complesso che la semplice tecnica di rilassamento o “mindfulness”. Esiste differenza abissale tra lo stress di un momento limitato, per esempio, per un esame universitario o concorsuale, per un evento felice come un matrimonio od una nascita, ed il malessere profondo protratto per molto tempo. Una differenza che fa la differenza, possiamo dire. La non conoscenza del fenomeno (in effetti molto complesso e ancora, in parte, sconosciuto) può fuorviare dalla presa di coscienza delle conseguenze e delle ricadute a livello psico fisico immunitario”.
È quindi l’influenza epigenetica sulle risposte personali e soggettive di fattori ambientali in senso assoluto, che coinvolgono l’aspetto psicologico, immunologico, neurologico nella loro totalità, con esiti che possono essere nel tempo realmente devastanti, a dare risposte. Questo lo abbiamo finalmente compreso, ed è coretto l’esempio in calce, di una goccia che, cadendo da una certa altezza, con persistenza possa forare anche il marmo, o il granito, ancora più duro.
È estremamente calzante.
La nostra vita media si va allungando, e questo è un dato di fatto. Resta da vedere se la “qualità” di questa lunga vita sia coerente con la durata che punta verso il secolo di vita media. Potremmo renderla piacevolissima, o un vero inferno. Questo dipenderà dalla nostra capacità di costruire, e vivere, un ambiente che non sia patogeno nella sua essenza. “Sarà la ricerca futura a darci delle risposte reali, empiriche e produttive, al di là dei facili assunti dei molti che non hanno ben compreso la complessità e profondità della materia di cui si parla, aggiungono gli esperti. La serietà nella ricerca consiste nello studio continuo e costante (con pacatezza e senza facili slogan) di persone che, come noi, con umiltà e studio continuo, mettono al centro del loro interesse il desiderio di trovare verità e risposte alle tante domande rimaste ancora in sospeso. Noi continueremo anche se inascoltati dal mondo scientifico salvo qualche pioniere che come noi persegue come medico questa strada trovando risposte concrete”.
Tutto questo, spesso, lontano dai clamori dei social. Diciamolo.
Forse ciò rende le loro voci poco popolari, ma esistono, lavorano alacremente nel silenzio, senza fondi se non i propri, perché sappiamo bene come sia difficile ottenerli, sperando di poter squarciare un velo su temi così importanti come la salute individuale che diventa, poi, anche collettiva. Inevitabilmente.
Giovanni Cozzolino (nasce a Roma, ma vive a Pistoia da molti anni. Ex dirigente del SSN attualmente in pensione, sociologo specializzato in Psicologia sociale ed in Educazione sanitaria, si occupa ormai da molti anni, come libero ricercatore, di epigenetica e neuroscienze. Autore di articoli scientifici, alcuni pubblicati da Psychomedia, Cronicon oltre a testate on line. Attualmente collabora come ricercatore con l’Associazione ANSES (Ass. naz. Stress e Salute) per l’aggiornamento scientifico dei soci aderenti, e Centro Clinico Ulivi di Sabrina Ulivi. Libri precedenti: “La Genesi consapevole” (2012) Del Bucchia e“Le frequenze di Dio” (2014) coautrice Sabrina Ulivi , NewIdeas).
Sabrina Ulivi (Psicologo – Psicoterapeuta. Specialista in Psicologia Clinica. Terapeuta formato in EMDR. Master in Ipnosi Ericksoniana. Master di II livello in Psiconeuroimmunologia. Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale di Pistoia. Didatta e Docente – IPI – Istituto di Psicoterapia Integrata. Professore a Contratto. Facoltà di Medicina e Chirurgia. Università degli Studi di Siena).