Il dibattito sulla rigenerazione dei neuroni (neurogenesi) è da sempre molto acceso. Partendo dalla considerazione che la neurogenesi è più attiva durante lo sviluppo pre-natale, si è pensato, per lungo tempo che, nell’uomo non si formassero nuovi neuroni dopo la nascita. Per confutare questo dogma della neurobiologia è dovuto trascorrere più di un secolo. Una delle prime prove che anche nel cervello adulto ci siano cellule proliferanti risale agli anni ’60, ma solo trent’anni dopo, utilizzando tecnologie più sofisticate, è stato possibile isolare queste cellule, metterle in coltura e scoprire che si tratta di vere e proprie cellule staminali.
A riprova di questa tesi, le ricerche condotte dal gruppo coordinato e diretto da Jonas Frisen del Karolinska Institute di Stoccolma e pubblicate su Cell. Questi ricercatori sono stati in grado di dimostrare che le cellule del cervello si generano anche in età adulta e, tanto, principalmente in due regioni del cervello, l’ippocampo e la zona sub ventricolare. Da allora in poi, si sono susseguiti vari studi che hanno contribuito ad avvalorare la teoria secondo la quale lo sviluppo cerebrale continuerebbe anche dopo i tre anni di vita. Tra questi, uno dei più importanti è quello di due neurobiologi di Princeton, Elizabeth Gould e Charles Gross, pubblicato su Science, secondo cui, ogni giorno, cellule indifferenziate migrano da un punto all’altro del cervello e, una volta maturate, si aggiungono ai neuroni già esistenti, contribuendo all’accrescimento del nostro cervello.
Tuttavia, una nuova ricerca apparsa recentemente sulla rivista online Nature contesterebbe, nuovamente, le evidenze accumulate negli ultimi decenni sulla rigenerazione neuronale. Il portavoce del nuovo studio, Shawn Sorrells dell’Università della California, sostiene che, in seguito all’analisi di 59 campioni di cervelli di età compresa tra gli stadi fetali e i 77 anni, ottenuti sia post mortem sia nel corso di interventi di chirurgia cerebrale, i neuroni immaturi sono scarsi già a partire dai 7 anni di vita, nonostante le aspettative fossero del tutto opposte. I risultati di Sorrells hanno evidentemente suscitato disaccordi all’interno della comunità scientifica. Chi si è interrogato maggiormente a riguardo è Rusty Gage, direttore del Salk Institute di La Jolla, in California, secondo il quale sarebbe molto difficile studiare la nascita di nuovi neuroni nelle persone a causa della scarsità di campioni di tessuto cerebrale qualitativamente buoni, ma anche perché ogni campione evidenzia solo ciò che accade in un singolo punto del cervello in un particolare momento. Sta di fatto che, qualora i risultati ottenuti da Sorrells dovessero essere supportati da ulteriori prove scientifiche, sarà necessario capire come il cervello umano sia capace di cambiare per tutta la vita senza aggiungere nuove cellule, il che sarebbe una nuova grande sfida per la comunità scientifica.