Prima o poi sarebbe accaduto: a Torre Pellice, in provincia di Torino, ecco il primo caso in Italia in cui i vigili sono dovuti intervenire, impedendo l’accesso all’asilo nido ad una piccola allieva non vaccinata.
Il Decreto Lorenzin parla chiaro: scaduto il termine, a questo punto dell’anno, niente ammissione a nidi e materne, per i bimbi non in regola con le vaccinazioni. Sul caso di Torre Pellice è subito intervenuto il gruppo Movimento 5 Stelle Piemonte, definendo “inaccettabile” l’accaduto.
Inoltre, qualche giorno fa, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha rivolto una lettera alle ministre della Salute Lorenzin e dell’Istruzione Fedeli, invocando «un ripensamento che proroghi i tempi normativi previsti, consentendo ai bambini non ancora regolarmente vaccinati, una regolare conclusione dell’anno scolastico 2017/18».
Era prevedibile che il dibattito pubblico e politico sulla questione, sarebbe stato molto intenso. Ma perché il Ministero della Salute ha spinto così tanto su questo provvedimento?
I dati che arrivano dalla Organizzazione Mondiale della Sanità sono molto preoccupanti: l’Italia è salita al quinto posto nel mondo per numero di casi di morbillo. Peggio di noi, solo India, Nigeria, Cina e Pakistan.
A questi dati, dobbiamo aggiungere un aumento di casi in tutta Italia di parotite e infezione da rosolia in donne in gravidanza (con rischi di infezioni anche per il feto).
Tutte queste malattie si trasmettono “da persona a persona”, ma qui c’è il ruolo chiave della vaccinazione: se la comunità fa vaccinare il più alto numero di persone possibile, l’agente infettivo non potrà più circolare.
Ecco perché il Ministero della Salute ha deciso di estendere l’obbligatorietà dei vaccini. Ed ecco perché è fondamentale che la vaccinazione sia, per tutti i cittadini, un “obbligo” e non una “raccomandazione”, come vorrebbe il capo politico del Movimento 5 Stelle, On. Luigi Di Maio.
Impedire ad una bimba l’ingresso all’asilo è stata certamente una scelta dolorosa, ma allo stesso tempo inevitabile. Prima di arrivare all’esclusione, il decreto prevede chiaramente che i genitori siano convocati dalle Asl di riferimento, per capire i motivi alla base dell’opposizione al vaccino, e per riflettere sull’importanza che le vaccinazioni hanno nella comunità.
La questione sul perché alcuni genitori continuano a non voler vaccinare i loro figli è tuttora aperta. Nei prossimi mesi, andrà fatta una seria riflessione nella nostra società su questa tematica. Va, però, ricordato che la vaccinazione è un modo per proteggere il singolo cittadino, ma è sopratutto un atto d’amore e senso civico nei confronti della intera comunità.