Sarà certamente il ritrovo più misterioso dell’anno, il CICAP-FEST, a Cesena da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre 2017, nel senso che verranno svelati i segreti più segreti della magia, grazie ad uno straordinario workshop con sette grandi prestigiatori e mentalisti italiani, insieme al leggendario James Randi, a spiegare, ognuno, una specifica “magia” (nel caso di Randi più di una), insegnando poi ai partecipanti come riprodurla in maniera credibile e sorprendente. Il CICAP-Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze è un’organizzazione di volontari, scientifica ed educativa, che promuove l’indagine razionale e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito; è nato nel 1989 per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di scienziati, intellettuali e appassionati.
Quest’anno il titolo passa da Convegno Nazionale a CICAP-FEST. «È un nome scelto – racconta Massimo Polidoro, segretario del CICAP e direttore dell’evento – per due motivi: il primo è perchè ricorda il senso di “festa” che si prova ai nostri incontri. Qui si ritrovano vecchi amici e se ne conoscono di nuovi, si ascoltano interventi intellettualmente stimolanti, oltre che divertenti, e dopo si ritorna a casa carichi di energie e indubbiamente più ricchi di spunti e idee. In secondo luogo, sarà molto più simile a un festival che a un convegno: non ci limiteremo a offrire conferenze e presentazioni nella bellissima cornice del teatro Bonci, come nel 2015, ma faremo molto di più. Saremo presenti nelle scuole con un ciclo di conferenze rivolte ai ragazzi, saremo al palazzo del Ridotto con una serie di presentazioni, laboratori per i più giovani, workshop e tanti altri eventi gratuiti e aperti alla città».

Sabato 30 settembre, alle ore 13.00, al teatro Bonci si proietta An Honest Liar, documentario biografico dedicata a James Randi, diretto da Tyler Measom e Justin Weinstein; uscito nel 2014, il film ha vinto numerosi premi e riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui quello di miglior documentario dell’anno dell’AFI, l’American Film Institute (e ha raggiunto una votazione positiva record del 97% anche sul celebre sito di critica Rotten Tomatoes ). Nel cast Penn & Teller, Alice Cooper, Bill Nye e Adam Savage (dopo la proiezione il celebre illusionista e smascheratore di pseudoscienza sarà disponibile per rispondere alle domande del pubblico).
Il week-end porta a Cesena non solo Piero Angela – presidente onorario CICAP – e James Randi, ma anche Enrico Mentana (che riceverà il premio “In difesa della Ragione”, riconoscimento per chi si è distinto nella diffusione del pensiero critico e scientifico e nel contrastare ignoranza e superstizione), Annamaria Testa, Silvio Garattini, Antonella Viola, Marco Malvaldi, Giacomo Rizzolatti, Arianna Porcelli Safonov, Telmo Pievani, Sara Bencivelli, Federico Taddia e altri 80 relatori.
E non poteva mancare la storia della magia (professionistica) italiana, Silvan, che si esibirà la sera del 30 settembre, seguito poi dall’emulo Raul Cremona, negli esilaranti panni di Silvano, il mago di Milano. Silvan, al secolo Aldo Savoldello, classe 1937, all’annuale “Magic Circle Awards Cerimony” è stato appena insignito dal presidente del prestigioso “The Magic Circle” di Londra, Scott Penrose, del “David Devant Award 2017” per aver contribuito all’avanzamento e alla valorizzazione dell’arte magica nel mondo; è la prima volta, nei 100 anni di storia del Magic Circle, che questo riconoscimento viene conferito ad un illusionista italiano (che è anche socio benemerito del CICAP, con cui collabora a “Magia”, la rivista di cultura magica, per il quale svela i trucchi dietro ad alcuni presunti fenomeni paranormali o magici).

Al CICAP-FEST uno dei temi in discussione riguarderà l’utilità del “debunking”: quanto è importante smentire le bufale?
“Lo scopo del CICAP è quello di favorire la diffusione della mentalità scientifica basata sull’evidenza, dell’abitudine all’analisi razionale dei problemi e, in generale, di una cultura e di una mentalità aperte e critiche. Uno degli elementi emersi dalla nostra esperienza ormai quasi trentennale è che ogni tentativo di contrastare pregiudizio, ignoranza e superstizione attraverso la derisione, l’aggressività o il principio di autorità non solo non funziona ma provoca l’effetto opposto. Chi si sente sbeffeggiato o sminuito a causa di ciò in cui crede, per quanto infondato, non può che reagire convincendosi di essere nel giusto e rinforzando ancora di più le proprie credenze. Ecco perché ci sforziamo di tenere il nostro lavoro ancorato ai fatti e, oltre a smentire le singole fake news e a contrastarne la diffusione, crediamo sia importante sopra ogni cosa favorire la diffusione degli strumenti di analisi critica. Ed è questo il motivo perché abbiamo tanto insistito per aprire un canale con il MIUR e, finalmente, iniziare a fornire ai ragazzi gli “strumenti” per iniziare a capire da soli quando è il caso di iniziare a dubitare”.
Che riscontri di interesse avete dai più giovani, nei vostri interventi durante l’anno, nelle scuole?
“Il riscontro è sempre altissimo: i ragazzi sono curiosissimi circa i temi di cui ci occupiamo, ma in tv o sul web trovano quasi sempre chi alimenta false credenze e pseudoscienza: quando si rendono conto che è possibile un approccio diverso, molto più concreto e capace di affrontare realmente i problemi, con spirito critico, ne sono spesso entusiasti”.

Il CICAP-FEST 2017 prevede nove laboratori gratuiti per ragazzi dai 7 anni in su (su prenotazione scrivendo qui); il primo, venerdì 29 alle 16, è appunto quello dedicato ai “cacciatori di bufale”: come riconoscere e smascherare le notizie infondate e le leggende metropolitane nella realtà e nel web. Un’attività, quella del CICAP, che dovrebbe essere sostenuta dallo Stato, per la sua valenza sociale, invece dovete contare solo sul 5×1000 e vostre risorse: avete provato a coinvolgere maggiormente le istituzioni?
“Sì, e finalmente qualcosa si smuove. Stiamo infatti per avviare un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per consolidare il nostro impegno già attivo verso la scuola, i docenti e gli studenti delle scuole italiane, che rappresentano i cittadini di domani. Disinformazione e fake news sono sempre esistite, non le ha certo inventate il web, dunque, ma oggi la diffusione e l’utilizzo dei social network, soprattutto tra i ragazzi, ha reso il problema di prioritaria importanza. Sin dalla sua fondazione, il CICAP ha sempre portato il suo lavoro nelle scuole di ogni ordine, dalle elementari all’università. Lo ha fatto attraverso incontri, laboratori, conferenze, mostre, workshop, giochi… ma, finora, è sempre stato un lavoro svolto in maniera occasionale e poco sistematica. Grazie alla collaborazione con il MIUR questa diventerà una delle attività centrali del CICAP”.
Collaborate anche con forze dell’ordine per smascherare truffe e imbrogli nei campi di vostra attenzione?
“Certo, può capitare che veniamo contattati per approfondimenti o per capire come funzionano certe tecniche dell’inganno”.
I casi che hanno fatto la storia della vostra attività?
“In 30 anni sono davvero tanti: all’epoca del paranormale c’erano tutti quei personaggi che piegavano cucchiaini, muovevano oggetti, leggevano il pensiero, sollevavano tavolini… tutti smascherati, nessuno di loro è mai riuscito a fare nulla del genere in condizioni che impedissero eventuali trucchi. Poi sono arrivati altri misteri di cui ci siamo occupati: dal sangue di San Gennaro ai cerchi nel grano, dalle voci dell’aldilà ai castelli infestati… E, in tempi più recenti, la nostra attenzione è molto spesso rivolta alle teorie della cospirazione: quelle sull’11 settembre, lo sbarco sulla Luna che, secondo i cospirazionisti, non sarebbe mai avvenuto, le fake-news sui vaccini e così via.
Cambia, insomma, l’oggetto delle nostre indagini e verifiche, con il passare del tempo, ma non cambia la sostanza. Ogni volta vediamo gli stessi meccanismi psicologici in azione: il desiderio di trovare risposte “semplici” a fatti e problemi che semplici non sono; la scelta di credere a ciò che ci fa piacere o conferma i nostri pregiudizi, piuttosto che accettare prove oggettive che ci dicono che ciò in cui crediamo è sbagliato; la tendenza a credere a ciò che dicono personaggi famosi o anche, semplicemente, all’amico dell’amico piuttosto che all’esperto che a quell’argomento ha dedicato una vita di studi”.