Nella moda come nell’alta moda, andata in scena per una settimana da Parigi a Roma con le tendenze per l’inverno 2022-2023, c’è una nuova parola che sovrasta tutte le altre, una parola piena di valori, anche politici. È inclusione. Un po’ come dire: parliamo del mondo, della società, dei contenuti delle nostre vite, del genderless, della mentalità che cambia velocemente, delle discriminazioni che resistono alle evidenze, dell’educazione specie quella per le persone meno fortunate perchè nate in paesi del mondo dove regnano povertà e pregiudizi, veti e contraddizioni. Insomma, basta parlare solo di chic, di eleganza, di abiti sublimi, di charme e di effetti sofisticati.

L’inclusione impera, ed ha trovato la massima consacrazione sulla Scalinata di Trinità dei Monti, a Roma, la sera dell’8 luglio davanti a 700 invitati seduti da Piazza di Spagna a Piazza Mignanelli (sede dello storico e straordinario atelier di Valentino), con 102 modelle e modelli che per “Valentino: The Beginning” hanno sfilato davanti a uno scenario d’incanto, unico e stregante.
La filosofia nuova dello stile, che sta disegnando da qualche tempo molti panorami del fashion, è quella di cui parla con amore e passione prima del defilè kolossal il direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, alla guida dell’atelier di Piazza Mignanelli come unico Maestro dal 2016 ma nel brand da 23 anni, da quando c’erano ancora alla guida il Signor Valentino Garavani e il Signor Giancarlo Giammetti, due colossi che hanno inventato tutto, nella moda e nella comunicazione. Ora il marchio appartiene al Fondo Sovrano del Qatar.
Già nel 2019 Piccioli aveva scagliato il sasso nello stagno dell’indifferenza e dell’ignavia mandando in scena a Parigi un defilè in cui abbondavano e primeggiavano modelle di colore. Ora per questa alta moda non si è accontentato solo di molte di loro in passerella ma anche alcune testimoni di corpi morbidi e assolutamente aggraziati ma curvy e un pugno di indossatori, tutti giovanissimi, che amano vestirsi d’istinto con la stessa disinvoltura con la quale pensano e twittano, magari prediligendo cappotti ricamati o abiti da sera di chiffon a balze.
Sì, proprio quelli che Pierpaolo Piccioli ha fatto indossare loro in questa serata romana dell’eguaglianza. Ecco alcuni esempi. Alaato Jaziper viene dal South Sudan e chissà se da piccola avra’ pensato di aprire come prima modella uno dei defile’ più importanti del mondo, proprio questo dell’alta moda di Valentino per l’inverno 2022-2023, nella grande bellezza di Roma. Scende dopo il tramonto Alaata, e la sua silhouette slanciata e d’ebano è raccolta nella magnifica cappa rossa di rose di taffetas firmata Valentino che mette in mostra le sue gambe da gazzella.
Con lei su questa scala del mito del Fashion che da oltre venticinque anni nessuna top model ha calcato (dopo i fasti televisivi e mondani di Donna sotto le stelle) anche altre ragazze di colore, ben 45, come Nyagua, Akima, Akon, Awar, Ajah, applaudite da una fantastica (ma ormai giunonica) Naomi Campbell seduta in prima fila in Piazza di Spagna come una regina. Con lei anche Giancarlo Giammetti, fondatore e dominus fino a pochi anni fa del brand, seduto accanto a Anne Hathaway, deliziosa nell’abito sexy Valentino Pink PP, il rosa acceso che è diventato una nuance Pantone inventata da Pierpaolo Piccioli e lanciata a Parigi nel marzo scorso.
Con lei anche Kate Hudson, Ariana DeBose, Tina Kunakey, Laura Pausini, Kasia Smuniak. Elodie, Valentina Cervi, Mara Venier e Drusilla Foer che ha spopolato in un caftano verde smeraldo. Nessun politico e questo fa onore alla maison, perchè rendiamoci conto che siamo nella capitale d’Italia, ma in prima fila oltre al Presidente del consiglio di amministrazione della maison Rachid Mohamed Rachid, l’amministratore delegato Jacopo Venturini, Anna Wintour in un abito fantasia rosso e bianco e l’eterno caschetto sempre troppo perfetto.

Un grande segnale di inclusione questo lanciato ancora una volta dal bravissimo Pierpaolo Piccioli. Da Roma arriva un messaggio di rifiuto ad ogni discriminazione di etnia, di razza, di identità sessuale, di censo, su una passerella di 600 metri di liberta’.
“Io non faccio nessuna distinzione di colore della pelle -spiega Pierpaolo nello studio a Palazzo Mignanelli poco prima del defile’ – e neanche tra uomini e donne. E infatti sfileranno modelle e modelli, anche in abiti femminili, perché i giovani oggi hanno questa nuova sensibilita’ e nuova liberta’. Neanche l’età per me è un discrimine e infatti sfilera’ Elisabetta Dessy, 67 anni, che ho incontrato in un ristorante a Milano e che tanti anni fa era house model in atelier da Valentino: dopo 44 anni scende da Trinita’ dei Monti anche lei”.
Piccioli aborrisce anche la parola curvy. “Ci sono donne con misure diverse, tutto qua. Per secoli le donne hanno dovuto sopportare dei canoni di bellezza, oggi basta, ognuno deve essere libero finalmente di essere così com’e’”. E in passerella c’è anche la parigina Clementine che fa la modella per la pubblicità’ e mangia di gusto e di successo.
Lo stilista è da sempre convinto che “la moda è politica” e che la creatività può combattere i pensieri reazionari. Perché “attraverso la bellezza si possono dire tante cose, si possono fare battaglie democratiche e sociali”. Così il modello Timothe che va in skate si veste con un abito femminile in modo naturale, non si traveste mai perché oggi gli va così e basta, senza barriere sessiste. E anche questa è una foto della società di oggi. “La modernita’ è che nell’alta moda degli atelier non ci sono mappe o pregiudizi, ne’ ostacoli al pensiero”.
Per parlare di umanità attraverso i vestiti, anche se il modello indossa una pelliccia di organza burgundy o un cappotto di paillettes nere squadrate. Perché reagire con la bellezza si puo’, come per questo nuovo inizio per la maison Valentino col coraggio e la felice audacia di Pierpaolo Piccioli. Per un brand che negli anni è’ molto cambiato nel segno della bellezza che da lifestyle si è trasformata in community.