Standing ovation, la più ammirata, affettuosa e commossa per Giorgio Armani a Parigi per la presentazione del suo Armani Privè, l’alta moda che ha cominciato a fare nel 2009 e che lo entusiasma ad ogni stagione. Tranne le ultime nei tempi difficili della pandemia, che lo hanno costretto ad alcuni stop. Ed è una donna brillante, vivace, frizzante. Anzi, per dirla coi parigini, “une femme pétillante”.
Giorgio Armani definisce così l’immagine femminile che esalta nella sua collezione Armani Privè per l’inverno 2022-2023 presentata stasera nella storica sala della musica Salle Pleyel dove si è ricostruito il teatrino milanese di via Borgonuovo, durante le giornate dell’haute couture parigina davanti ad un pubblico selezionato di 270 invitati.
“Dopo tanti dubbi, si sfila? Non si sfila? Finalmente eccoci di nuovo qua, a Parigi, con una collezione nata guardando certi film americani ispirati a piccoli cabaret anni Venti, con una coppia di innamorati che si baciano davanti a una piccola luce, in un’atmosfera dolce allegria – spiega Giorgio Armani in forma smagliante, elegantissimo in giacca blu, con un nuovo taglio di capelli più sbarazzino – con un piacere leggero di stare bene con la vita”.

Anni Venti, quelli dell’elettricità per la prima riscossa delle donne con la garçonne e i vestiti più corti e sciolti, quelli di una ribelle come Tamara de Lempicka, ma anche quelli tardi della meravigliosa carriera artistico-mondana di Giovanni Boldini che riempie con le sue strabilianti dame alla moda della jet society degli Anni Folli le sale del Petit Palais per la mostra “Le plaisir et les jours”. Un grande amore per le linee fluide ma avvolgenti di allora, che già nel 2018 hanno contagiato l’Armani Privè con un’ispirazione boldiniana e che ora tornano tra silhouette asciutte e lineari o vaporose ed evanescenti.
Ed è questo il segreto dello stile Armani Privè, la capacità di attualizzare la femminilità rispettandola sempre, aborrendo eccessi e forzature ad effetto. Perchè nel mondo dell’Armani Privè c’è posto solo per lo charme semplice e vero. “L’immagine di oggi è quella di una donna non altezzosa, ma spiritosa – continua Giorgio Armani – che vive un nuovo cabaret romantico. Donne vere e belle, non come certe signore viste in queste sere parigine al Costes, sembrava di stare al museo degli orrori, erano così mal vestite! Come si può essere così stupidi da trasformare il proprio viso in un pezzo di legno? C’era una sola ragazza bella con una piccola blusa e poco trucco e me ne sono subito innamorato”.

Stavolta sulla passerella del Privè il blu batte il nero. Novantun abiti da giorno e da sera, un’elegia di tulle e di paillettes, immense crinoline blu cielo stellato, e il finale con Agnese, la modella della maison Armani, tutta di bianco vestita, con tanto di calottina di brillanti. Un’immagine di purezza, dopo neri e blu da sera seducente, azzurri e rosa che accendono i desideri, ricami sinuosi per piccole giacche come scrigni di luce su pantaloni un po’ orientali, coordinati ad accessori anch’essi preziosi e scintillanti. “Questa giacca è già stata venduta a 50.000 euro”, racconta soddisfatto Armani che nel backstage saluta Hayley Atwell, Zoey Deutch, Valeria Bruni Tedeschi, Alessandro Preziosi con la figlia Elena, Sabine Getty, Alessandra Ambrosio e l’ambasciatrice d’Italia in Francia Teresa Castaldo.
Molti i pantaloni, anche affusolati su tuniche ricamatissime o ripresi all’orlo all’orientale, top rosa con la leggerezza e il volume di un tutu che avvolge il corpo, lunghi di velluto nero a scollatura profonda fino alla vita ma pudica, un immenso bluson di tulle per una sophisticated lady. “La sfilata di alta moda deve proporre qualcosa di inedito, abbiamo bisogno di provocare!” conclude Giorgio Armani tra gli applausi e i “Bravo!” di gioia di un pubblico che lo ama e lo rispetta da sempre riconoscendogli ogni volta il primato assoluto della creatività.