Il 2022 inizia all’interno di un videogioco o campo minato, dove la missione è arrivare al traguardo indenne e schivare qualsiasi variante di questa pandemia. A Firenze il Pitti ha ospitato la sua 101sima edizione carica come i dalmata della Disney con 540 collezioni di cui 151 estere divise in 4 macro aree: Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude e Superstyling. Alla Fortezza da Basso si sono verificate ottime strategie di organizzazione con padiglioni monitoraggio anti assembramento e hub per tamponi rapidi. Il tema di questa stagione è “reflections” ossia la capacità di riconoscersi, infatti, i marchi che hanno richiamato l’attenzione sono stati: Baldinini, Royroger’s e Brandblack.

Il primo per la capsule firmata dallo stilista austriaco Arthur Arbesser e il suo nuovo twist contemporaneo con mocassini stringati, tronchetti ispirazione texana decorati da grafismi black&white. Il secondo perché ha festeggiato settanta anni con la rivisitazione dei jeans più iconici: eclettici, pratici e duraturi. Il terzo perché sono le scarpe del futuro per funzionalità, colore e design; quest’anno propongono la zeppa incorporata must have 2022.

D’altro canto la Milano Fashion Week stava per iniziare con il terrore e primi défilé cancellati come quello di Giorgio Armani e di JW Anderson che ha preferito la versione digital. Settimana scorsa i dati dei contagi esprimevano tutto meno che rassicurazione, eppure la settimana della moda maschile si è svolta senza incredibili intoppi. Gli appuntamenti sono stati 63 con 16 sfilate fisiche, 18 digitali, 22 presentazioni e 7 eventi dettati da colore, nostalgia classica hollywoodiana e l’affermato no gender.
Esplosione di nuance per Dsquared2, Dolce&Gabbana e Etro e una coraggiosa voglia di divertirsi. Dsquared2 fa un tributo al Canada con giacche montone, attrezzatura da sci, scarpe da trekking e stampe a quadretti in chiave super fashion e funky. Dolce&Gabbana è pop/punk con graffiti, loghi evidenti e un richiamo estraneamente anni 2000 come la presenza dei neo promessi sposi Machine Gun Kelly e Megan Fox. Etro, il re del paisley, presenta pensanti maglioni per la montagna in lana e cashmere invitando a viaggiare fisicamente e mentalmente.

L’utilizzo prezioso dei materiali pregiati come appunto lana, cashmere e mohair è anche rappresentato dal classicismo di Zegna. Quest’anno la parola d’ordine è la stratificazione con capi multifunzionali, rifinite strutture interne e palette di colori sobria; tutto è molto fluido ma signorile. E lo sa anche Prada che investe su uno stile da gentiluomo hollywoodiano con l’apertura della sfilata intervenuta dall’attore Kyle MacLachlan ed un cappotto con spalle over, una finezza sartoriale squisita, le forme sono baggy.
Il no gender è la garanzia da sei anni esplicitato fortemente da Fendi e le sue gonne di pelle abbinate a gambaletti per qualunque individuo ne delizi il match e anche JW Anderson con abiti lunghi in maglia, top elastici colorati e borse a forma di piccione. Queste edizioni sono state sottovalutate e hanno raggiunto risultati discreti perché tutti abbiamo voglia di tornare a divertirci.