
Nel campo dell’Alta Moda è una prestigiosa firma italiana nota anche a livello internazionale. Sono tanti i premi che nel tempo ha ricevuto in carriera; ne ricordiamo giusto qualcuno, in ordine sparso: il premio “Roma nel Cuore”; il “Premio Moda Città dei Sassi”; il Premio Bellini; il premio “Fashion World” dalla Camera della moda Svizzera; il premio “Taormina Gold”; il premio Fashion Excellence’s Galá; il premio “World of Fashion”; il premio “Ragusani nel Mondo”; il premio Fashion Excellence’s Galà. Ciligiena sulla torta, anche la nomination al MIA – Made in Italy Awards, come Best Designer nella sezione Women Clothes nella città di New York. Lui è Carlo Alberto Terranova, delfino dell’indimenticabile Maestro Fausto Sarli.

Carlo Alberto, ripercorriamo le tappe della tua carriera; quando nasce questa collaborazione lavorativa con il Maestro Sarli che si è poi trasformata in una vera magia, che ha portato ad identificare il tuo nome nel Fashion come esponente del Made in Italy sartoriale nel mondo?

“Un incontro del tutto casuale. Partecipai ad un suo défilé nell’estate del 1988 e al termine dello show andai a congratularmi con il Maestro. Mi chiese cosa ne pensassi ed io in tutta schiettezza gli dissi che ad accompagnare le creazioni fantastiche appena viste era stata messa in realtà una colonna sonora inappropriata. Dopo qualche istante mi disse: Perché non mi curi tu la parte musicale, visto che sei un esperto? Rimasi sbigottito e nello stesso stesso tempo lusingato dalla proposta; i primi di settembre di quell’anno presi “armi e bagagli” e partii da Modica, in Sicilia, alla volta di Roma. La presentazione seguente sarebbe stata a gennaio 1989; dalle conferme delle presenze in sala seppi che ci sarebbe stato Renzo Arbore, per me un’icona. La sfilata ebbe un enorme successo; il tema era il Messico. Finiti i ringraziamenti di rito, rimanemmo io, Sarli, Renzo Arbore e Mara Venier. Arbore esclamò: Fausto, bellissima collezione e complimenti per la colonna sonora; mi dici chi te l’ha curata? Immagina la mia reazione a questo: fui scioccato! A quel punto il Maestro mi presentò, e rivolgendosi a me disse: Bravo, brani azzeccati; complimenti. Io porto fortuna”.
Quali sono gli ingredienti che hanno alimentato il successo della Maison Sarli a livello internazionale? Tu che sei diventato il braccio destro del Maestro, che cosa pensi che Sarli abbia regalato al mondo dell’Alta Moda?
“Grande cura nella scelta delle materie prime, tutte di altissima qualità; creatività; professionalità e tanto amore per questa forma d’arte”.
In che cosa il tuo Maestro ti continua ad ispirare?

“Ancora oggi tengo a mente i suoi insegnamenti: onestà nel lavoro in primis; saper consigliare e creare mises ad hoc per i clienti sempre più esigenti. Il Maestro diceva sempre: Ricordati che più delle pubblicità mediatiche, contano i passaparola delle clienti”.
Carlo Alberto Terranova e l’America: quali sono i vostri rapporti? I tuoi clienti migliori da quale parte del mondo provengono?
“I clienti più facoltosi restano sempre gli arabi, l’Italia e qualche negozio americano cultore dell’Haute Couture”.
Hai continuato per tanti anni a portare in alto il nome della Maison Sarli dopo la morte del suo Fondatore; ad un certo punto, forse, hai sentito l’esigenza di rinnovare la tua creatività ed è nato il marchio Sarli New Land Couture: è così?
“Sarli New Land era stato pensato proprio dal Maestro perché tutto il suo lavoro e le sue creazioni geniali non andassero disperse; dalla fusione di Sarli e Terranova è uscito Sarli New Land”.
Nel 2012, in occasione della 62esima edizione del Festival di Sanremo, vesti la madrina del Festival, la modella Ivana Mrazova. Che rapporto hai di solito con le modelle che vesti nelle tue sfilate? Hai qualche testimonial dello spettacolo a cui sei particolarmente legato?

“Il rapporto con le indossatrici è fondamentale per ogni stilista: gli outfits vengono assegnati in base alla loro personalità e al loro portamento. Moltissime delle top model presenti nelle nostre collezioni venivano scelte così. Da Carla Bruni a Eva Herzigova, Da Maria Carla Boscono a Valeria Mazza, Karen Mulder, Eva Riccobono, Karmen Kass etc. Sono molte le attrici a cui personalmente sono legato: da Barbara Bouchet alla Lollobrigida, da Angela Tuccia a Maria Rosaria Omaggio”.
Il 2012 è un anno di grandi riconoscimenti internazionali: hai vestito anche, in occasione dei BAFTA e dell’84esima Notte degli Oscar, la scenografa e costumista Francesca Lo Schiavo, vincitrice di entrambi i premi. Sempre in quell’ anno, a Los Angeles – 40th America Music Award, Carrie Underwood, country star USA, ritira il prestigioso premio musicale indossando un abito Sarli. L’anno seguente, anche la famosissima popstar Shakira indossa un tuo outfit a “The Voice” America. Che cosa prova uno stilista quando un proprio abito viene scelto per occasioni professionali da sogno, sotto riflettori internazionali così prestigiosi?
“Sai, è davvero emozionante vedere che alcuni dei tuoi bozzetti presentati a rock star o star del cinema prendono vita e diventano outfits visti in tutto il mondo grazie alla comunicazione social”.
Prima del covid19 frequentavi regolarmente le passerelle dell’Alta Moda: preferisci Roma o Milano?

“Roma rimane la mia città d’adozione, mentre Milano è la città delle opportunità professionali”.
Arriviamo a Giugno 2015: ricevi a New York la nomination al MIA – Made in Italy Awards, come Best Designer nella sezione Women Clothes. Che ricordo hai del ritiro di questo riconoscimento, che potremmo definire l’Oscar della Moda? E di New York in generale: hai avuto modo di conoscerla bene questa città?
“I riconoscimenti in carriera negli anni hanno riempito piacevolmente la mia bacheca e sono affezionato ad ognuno. A New York è stato un evento bellissimo, ma si è trattato di un “mordi e fuggi”. Spero di tornarci appena finita questa emergenza sanitaria mondiale; mi piacerebbe trascorrervi un lungo periodo. Il covid19 ha completamente bloccato qualsiasi forma di manifestazione; mi auguro di riaprire presto il cassetto dei sogni, per continuare a sognare e a far sognare”.