
Calendario particolare per questa edizione della Fashion Week milanese in cui si ha la latitanza per Gucci, Bottega Veneta e Versace; opportunità fisiche a norma leggi anti covid per Valentino, Dolce & Gabbana e Del Core (nuova label e nuova promessa con uno stile del tutto eccentrico) e la presentazione del collettivo “Black Lives Matter” supportata dalla CNMI. Per la prima volta nella storia cinque stilisti del BLM hanno aperto la settimana della moda nel ridente capoluogo lombardo per abbattere ogni forma di discriminazione lavorando in un sistema multiculturale. I ragazzi scelti sono la camerunense Joy Meribe, il marocchino Karim Daodi, la nigeriana Giselle Claudia Ntsama, il senegalese Mokodu Fall e Frida Kiza del Burundi.
Questa scelta è un forte segno di apertura mentale e della volontà di non accontentarsi con un ritorno all’intraprendenza. Lo sa bene la signora Prada che sceglie il classico stravolgendolo, infatti, vengono riproposti alcuni dei temi visti nella passerella dedicata all’uomo con confort, eleganza, grazia leggermente punk. Palette di colori con nero, viola, fucsia e verde bottiglia declinata in maxi bomber, cappotti over, eco pellicce, tante paillettes e stivali a zeppa in art decò.

Anche Alberta Ferretti descrive una donna determinata, autonoma, un po’ gotica con qualche twist fornito dalle perline luccicanti oro. Predomina il nero e le forme sono avvolgenti, i capospalla in flanella e shearling, le gonne lunghe e i pantaloni a vita alta. N°21 è cupo tra fisicità e nudità rilevando una vita borghese falsamente pudica e con la voglia di farsi notare per cappotti ampi in lana, velluto, leopardati e tanta biancheria intima in pizzo nero seminascosta e proprio la loro esposizione casuale che adesca un tocco di bugiarda innocenza? Sportmax la rinnega proprio perché propone una donna femme fatale da play party con gonne lunghe in lycra, blouson in pelle, reggiseni audaci, maxi occhiali, guanti lucidi, look semitrasparenti, bijoux fatti da cavi elettrici e anfibi.
Drome è invece affetto dal noir esistenziale con una chiave narrativa inquietante e torbida presentando una fanciulla con doppia personalità: manager con completi da ufficio di giorno e maitresse in lingerie borchiata la sera. Volumi oversize versus tagli crop e tanta pelle. D’altro canto Valentino si trova in un bivio tra bianco e nero, ma punto di partenza per il futuro e voglia di libertà con richiami punk donati dagli stivali di gomma con petali applicati, tacchi a spillo, gonne corte e lupetti di rete.

Missoni come Etro nutrono un desiderio di spensieratezza e di relazioni sociali rompendo gli schemi e correndo all’aria aperta. Il primo ha un guardaroba senza una stagionalità in cui si mischiano vortici di colore per giacche, maglie, pantaloni, costumi da bagno mentre il secondo esalta il paisley e il tie&die per piumini, felpe, tshirt, mini/maxi abiti e jeans.
E infine Marni che s’interroga sul termine “romanticismo” è davvero la nostra cura? È inteso come forma letteraria o come rifugio di complimenti e sicurezze? Poco si sa ma l’invito a colazione, pranzo, cena è sempre valido. Per questo il brand propone tre momenti schedulati nella giornata dove l’importanza è sedersi a tavola mostrando gli abiti e apprezzando le persone care. La parola d’ordine è convivialità pressoché ribelle con costruzioni e decostruzioni, tanti colori, rouches, eco pellicce e scarpe da tennis a punta. Il sistema moda si trova in uno stato di conflitto interiore che vuole tornare però a provocare senza ostentare con fierezza e audacia.