“Chiudi gli occhi e inizia a rilassarti”. Si apre con queste parole una sessione di “sound bath”, ovvero l’immersione nel suono, e non si tratta di acqua come si potrebbe immaginare.
Il bagno di suono, una pratica confinata qualche tempo fa a esclusivi studi yoga di Los Angeles, adesso è divenuto un’esperienza in voga ovunque.
Dopo che il National Institutes of Health degli Stati Uniti ha allertato sull’attuale crisi della salute mentale definendolo “un problema urgente”, c’è stata una ricerca più attenta verso metodi naturali che possano rilassare e alleggerire il flusso dei pensieri per far fronte agli alti livelli di ansia e depressione. Tra i rimedi sperimentati i bagni di suono risultano essere una fra le tecniche di rilassamento emergenti sempre più popolari.
Nei “sound bath” musiche e vibrazioni cercano di indurre sensazioni di benessere nei partecipanti. Durante le sessioni l’invito è di sdraiarsi su un tappetino e ascoltare i vari strumenti che emettono i suoni. Solitamente si tratta di campane tibetane, gong, ma anche ciotole o carillon.

Seppure la musicoterapia si avvalga di suoni, nelle sue tecniche di rilassamento vengono utilizzate diverse forme di musica. I “bagni sonori”, invece, utilizzano un sound più meditativo e cercano di concentrare le vibrazioni di ogni suono in tutto il corpo. Proprio la formula “sound bath” fa riferimento al sopraggiungere delle onde sonore che investono le persone, rilassandole in modo da suscitare potenzialmente forti sentimenti o sensazioni corporee.
Esistono sessioni specifiche anche per gli animali domestici e vengono praticate assieme ai proprietari.
Le sedute, che possono durare dai 30 ai 90 minuti, possono offrire ai partecipanti un valido strumento per lenire le tensioni, la depressione, la rabbia e altri stati d’animo negativi.
Studi medici hanno evidenziato che immergersi per almeno 15 minuti al giorni in un bagno sonoro può ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress e promuovere una migliore predisposizione al sonno.