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October 29, 2023
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La disinformazione arma determinante anche nella guerra in Israele

Sono 1.348.979 le interazioni e più di cento milioni le visualizzazioni relative ai post che hanno trasmesso notizie false

Francesco PirabyFrancesco Pira
Israele, ‘nessuna tregua durante negoziati su ostaggi’

Israeli soldiers on guard at a checkpoint on a road along the Israel -Lebanon border, 21 October 2023 ANSA/EPA/ATEF SAFADI

Time: 3 mins read

Da quando è iniziato il conflitto russo – ucraino mi sono occupato di analizzare le tante fake news veicolate dai media. La realtà virtuale rende sempre più difficile la possibilità di distinguere le notizie false da quelle vere. Tutti condividiamo tantissimi post e link però, molto spesso, non ci curiamo del loro contenuto.

Gli individui vengono manipolati dalla disinformazione e a crescere sono l’odio, i timori e le paure. I social network sono diventati una vera e propria fonte di informazione. Una rivoluzione della comunicazione che richiede di comprendere nuovi processi, target, obiettivi e  forme di controllo.

Certamente, si tratta di un’opportunità per gli operatori dell’informazione, ma allo stesso tempo è necessaria una verifica precisa e particolareggiata delle notizie.

Purtroppo, le fake news sono il grande nemico dei media e della credibilità. Ogni giorno i giornalisti si trovano a fare i conti con fatti ed eventi che non possono essere considerati subito una notizia, soprattutto per quanto riguarda quei Paesi interessati dalle guerre.

In queste ultime settimane, stiamo assistendo al terribile conflitto tra Israele e Hamas e sono già state individuate le prime fake news.

Il portale Open.online riporta l’analisi di NewsGuard, un sistema di monitoraggio sull’attendibilità dell’informazione. A quanto pare su Twitter, che adesso si chiama X, i profili “verificati” con la spunta blu sono stati quelli che hanno divulgato il maggior numero di notizie false sul conflitto in Medio Oriente. Ad essere stati controllati sono 250 tweet in lingua inglese e ben 186 sono stati pubblicati da account con la spunta blu.

Sono 1.348.979 le interazioni e più di cento milioni le visualizzazioni relative ai post che hanno trasmesso notizie false.  Le “Note della comunità” non hanno sortito il risultato sperato.  NewsGuard ha rilevato che le note sono state utilizzate “in modo incoerente alle principali narrazioni false relative al conflitto”.

Le nuove modalità di pagamento permettono all’utente di ottenere facilmente la spunta blu e anche di raggiungere un numero enorme di visualizzazioni.

Tra le principali fake news, diffuse sulla piattaforma X, troviamo: l’Ucraina ha venduto armi a Hamas; un video mostra alcuni alti funzionari israeliani catturati da Hamas nell’ottobre 2023; un documento della Casa Bianca dimostra che gli Stati Uniti stanno inviando 8 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele; l’attacco terroristico di Hamas è in realtà una ‘false flag’ orchestrata da Israele o dall’Occidente e molte altre bufale.

Supporters of Hezbollah hold a model depicting a shoe on an Israeli flag during a protest in solidarity with Palestinians, in Beirut, Lebanon, 27 October 2023 ANSA/EPA/WAEL HAMZEH

NewsGuard ha individuato sette account che hanno scritto almeno due notizie false sul conflitto tra Israele e Hamas. Tra questi profili sono stati identificati @Sprinter99800 e @ShadowofEzra. Inoltre, sottolinea NewsGuard, questa modifica del sistema di verifica, voluta da Elon Musk, si è rivelata “una vera e propria manna dal cielo per gli attori malintenzionati che condividono misinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas.

Al costo di un biglietto del cinema ora possono accedere a un pubblico più vasto e assicurarsi la credibilità associata al prestigioso segno di spunta blu”.

NewsGuard ha anche condiviso, con il portale Open.online, alcuni dati sull’Italia e di certo non sono mancate le narrazioni false e tendenziose.

Insomma, una notizia carica d’ appeal e a portata di click, nella maggior parte dei casi, incuriosisce le persone e ha una forte capacità attrattiva, perché riesce a cavalcare l’onda dei temi d’attualità e penetra nell’agenda setting.  È chiaro che le “bad news” (cattive notizie) fanno più rumore delle “good news” (buone notizie).

Bisogna diffondere una cultura del fact checking e comprendere il cambiamento del binomio cittadino/lettore. Abbiamo bisogno di guardare il mondo attraverso prospettive diverse, scrutando la rete con grande competenza. Quello che deve farci riflettere, al di là delle fake news, è il numero delle vittime innocenti che stanno perdendo la loro vita. Cosi come ha scritto Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice, nelle guerre nessuno vince e nessuno perde, ma si eliminano i bambini che volevano solo giocare. Allora, puntiamo ad una comunicazione costruttiva e ricca di valori fondamentali, affinché sulla menzogna vinca sempre la verità.

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Francesco Pira

Francesco Pira

“Il potere è fare le cose per gli altri”. Questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze umane e professionali. Amo leggere, scrivere, ma soprattutto quando posso narrare. Mi piace, come sosteneva Enzo Biagi, raccontare storie di persone comuni. Scrivo da quando avevo 14 anni. Fin da giovane ho coltivato la passione del giornalismo. Oggi insegno, nell’ambito della sociologia, comunicazione istituzionale e teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Messina. I miei territori di ricerca comunicazione e giornalismo con focus costanti sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie, la comunicazione politica, sociale e pubblica. Sono un siciliano che ama il “lato giusto” della Sicilia. Vivo con il sogno prima o poi di trasferirmi negli Stati Uniti.

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