C’è un meccanismo curioso, una specie di gesto istintivo, che abbiamo quando andiamo a scegliere una pasta o al bar o in pasticceria.
Se ci fate caso, ci alziamo sulla punta dei piedi. Per sporgerci. Anche quando non c’è niente da sporgere, perché le paste sono squadernate lì in vetrina, su due o tre piani, ma mai più alte di un metro e mezzo. Invece facciamo come se fossimo dei nanetti di Biancaneve.
Succede in Italia, ma succede anche a New York (anche se un po’ meno perché evidentemente l’americano ha una maggiore aderenza al terreno). È un movimento lezioso, al quale sono portate soprattutto le donne, le ragazze. Guardateci bene. Succede anche dal gelataio. I gusti del gelato sono tutti lì, quasi sempre bassi, altezza un metro circa da terra. Eppure quella leggiadria forse di felicità, quella golosità che sta per essere appagata, ci fa fare quel movimento coi piedi. Ci alziamo sulle punte. Come per vedere al di là di un muro, al di là di un cancello.
La scelta delle paste è quasi sempre un’impresa epica, soprattutto per quelli che sono dietro in fila e stanno aspettando il loro turno. La signora, o ragazza che dir si voglia, svolazza da un capo all’altro del bancone di vetro, si alza cento volte sulle punte, indica e chiede quasi sempre: “Cosa c’è in quella?”. La commessa svela gli ingredienti e a quel punto si intersecano le domande più astruse: “Ce ne avrebbe una con poca cioccolata, molta crema e senza sfogliatella?”. O: “Quelle al pistacchio sono al pistacchio di Bronte” (in quanto se oggi il pistacchio non è di Bronte è una ciofeca pura).
Insomma il tutto avviene con le continue flessioni sulle punte dei piedi, eccetto per le ragazze che hanno quegli scarponcini da tennis a zeppa altissima, che a volte nel fare quel movimento si ribaltano in avanti e rischiano di far fuori col naso il vetro della bacheca. Il gesto di alzarsi, però, si nota, è quasi sempre legato a quella piccola eccitazione che c’è a comprare qualsiasi cosa. Si vede anche in pescheria o dal fornaio.
Sarebbe bello che all’improvviso tutti i negozianti portassero i prodotti all’altezza di uno e settanta. Allora vedreste che ginnastica che faremmo. Qualcuno magari viene addirittura da casa con uno sgabellino. Lo mette lì sotto al bancone e zac, sale in piedi per avere un quadro più completo della situazione. Dall’alto.