“Adesso vengo lì e ti dò il resto!”. Oppure: “Adesso quando arriviamo a casa le prendi!”.
Ma si può ancora dire? No, perché queste sono le vecchie minacce che da bambini abbiamo sentito e risentito mille volte. Condite con: “Ti dò due sberle che ti faccio girare intorno una settimana” o con “Guarda che te le dò, ma forti eh?”. Oggi non si potrebbe più dire, in un’epoca di mamme ecologiche che portano a scuola i figli con biciclettoni muniti di cassoni coperti davanti, dentro i quali ci stanno tre o quattro figli, mamme che canticchiano motivi rassicuranti, che ostentano gnomi e folletti felici nelle confezioni bio che acquistano maniacalmente, che calzano lo zoccolo olandese con calza a righe che fa subito Haidi, saltellante felice fra bovazze salutari.
Insomma guai a turbare il bambino con minacce, con traumi, guai a fargli vedere Squid Game, o qualche gioco violento da playstation. Eppure eppure…si odono minacce atroci. Per strada, in momenti impensati, vedi un bambino frignante e senti: “Adesso vengo lì e ti dò il resto!”. Ma cos’è questo resto? Un resto di sculacciate che gli hai già dato prima? Ma siamo sicuri che in un’epoca in cui non si può nemmeno risvegliare la Bella Addormentata con un bacio perché non ha dato il consenso, si possano lanciare pubblicamente (ma di sicuro anche privatamente) minacce di questo tipo? È politicamente corretto? O quando si perde il lume e i figli ti fanno imbestialire, si dimenticano i principi ecologici, di bontà e gli gnomi del super bio? Forse.
Ma allora è da interrogazione parlamentare. È da denuncia al Tg1. Va bene che la gente minaccia molto oggi, in generale. Col venone gonfio. Specialmente dai finestrini delle macchine, con offese e mandate a quel paese, come se piovesse. Ma i poveri bimbi? “Adesso andiamo a casa che ti dò il resto!”.
La minaccia dovrebbe far sì che il bimbo si quieti, d’accordo. Magari poi la mamma non gli dà nessun resto, e lo fa solo per spaventarlo. Ma come la mettiamo con eventuali fragilità che poi provocano il fatto che, magari a trent’anni, il ragazzo sente la parola “ti dò il resto” dopo aver pagato con una banconota da 20, e scappa terrorizzato? No, qui bisogna stare attenti. E se per strada sentite una mamma che dice: “Ti dò una sberla che ti stacco la testa”, provate a dirle: “Ma no signora, non esageri…!”. Occhio a non prendere il resto però.