“I cinici e gli scettici moderni… non vedono nulla di male nel dare a coloro ai quali affidano le menti dei loro figli un salario inferiore a quello pagato a coloro ai quali affidano la cura del loro impianto idraulico”.
Sembrano scolpite nella pietra queste parole pronunciate da uno dei amati Presidenti degli Stati Uniti, John F. Kennedy. Ma attenzione non cadete in errore non è un articolo di rivendicazione sindacale sugli stipendi degli insegnanti di scuole di ogni ordine e grado o università. E’ soltanto una fotografia di quello che sta accadendo nell’Italia che adesso ha un nuovo governo, appena sfornato, che nelle intenzioni dei creatori “è quello del cambiamento” , anche se le opposizioni la pensano in maniera diametralmente opposta.
A questo nuovo Governo ci permettiamo sommessamente di girare questa piccola riflessione: è vera emergenza educativa. Il segnale più forte da cogliere? Il disagio giovanile, quello dei docenti, l’impotenza dei genitori e poi chiamiamola con il vero nome tanta maleducazione. Andiamo con ordine e mi piace partire dall’ormai famosa lettera-choc, diventata famosa in Italia, di una Dirigente Scolastica che è andata da poco in pensione a Roma che ha scritto di “Mamme in minigonna e calze a rete, perché si lamentano per le figlie bullizzate?”.
Nella missiva di congedo la Preside di un importante istituto romano, pubblicata dal Corriere della Sera, la professoressa Eugenia Rigano dà un triste addio alla scuola, ma risponde anche alle critiche a lei rivolte durante gli anni trascorsi al vertice dell’Istituto “Tullia Zevi”. “Le signore âgée che esordiscono cercando visibilità negli organi collegiali in minigonna e calze a rete perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe? – ha scritto la Dirigente Scolastica – I simpatici promotori di chat di classe, che appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro con turpiloquio e minacce, perché si lamentano quando poi tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo? Confusione di ruoli, e incertezze da cui discendono inutili conflittualità… Ma non bisognerebbe mai dimenticare che la scuola, come ci insegnano anche eminenti esperti, è un dispositivo, come la caserma, il convento, o il carcere, che trae la propria efficacia da un sistema di regole”. La Preside, si è sfogata ed ha denunciato gli attacchi che ha subito durante il suo mandato presso l’istituto romano. “Decine di lettere minatorie, il taglio di tre copertoni, e una capillare attività diffamatoria. Molti nemici molto onore”.
Più volte nel mio peregrinare negli istituti, in varie parti d’Italia, ho parlato dei Genitori Adultescenti. Genitori che sembrano teenager: una definizione curiosa, provocatoria, uscita dalla penna dello psicanalista Massimo Ammaniti, professore di Psicopatologia dello Sviluppo all’Università Sapienza di Roma e padre dello scrittore Niccolò. L’adolescenza come condizione permanente. Donne di 45 anni con minigonne più corte di quelle delle figlie 15enni. Padri super depilati con zainetti e cuffiette. Sono loro i genitori di quelli che giocano per le strade delle città in questi giorni.
In tantissime città d’Italia è scoppiata una nuova mania la Samara Challenge. Una nuova sfida che spopola sui social network italiani. L’ispirazione è il personaggio Samara Morgan, protagonista del film horror The Ring. Per giocare bisogna vestirsi come Samara Morgan, sfilare di notte per le vie della città o per i vicoli dei paesi, con un coltello vero o di plastica in mano. Bisogna mettere paura ai passanti ed aver chi riprende per pubblicare il video sui social su Instagram o su Facebook. Piccolo particolare: la Samara Challenge partita come una stupida ragazzata o uno scherzo di cattivo gusto sta diventando eccessivamente pericolosa. I giornali ci restituiscono notizie su aggressioni con ragazzi picchiati e malmenati dalla persone vittime dello scherzo. Pedate sul viso della Samara di turno nascosta da lunghi capelli sul volto e avvolta in un lenzuolo bianco. Qualche giorno fa una giornalista di una tv regionale in Sicilia mi ha chiesto cosa può spingere i giovani a fare questo oltre la noia, la voglia di trasgressione, la necessità di documentare paura e violenza. Non ho avuto esitazioni a rispondere: la mancanza di rispetto dell’altro. In un clima, come quello che si registra in Italia, di grande paura tra la gente. Ma questo gioco è facile che non si fermerà, magari fino a quando non ci scappa il morto.
Tutti noi ci siamo chiesti se i genitori delle Samare di turno o dei Samari (sono tanti anche i maschi che si travestono) sono al corrente di queste performance stupide e pericolose. La risposta è che anche noi da ragazzi quando suonavamo i campanelli rischiavamo qualche secchio d’acqua o qualche borsata o nella peggiore dell’ipotesi uno spintone o un cazzotto. I tempi sono cambiati e la posta si alza. I brividi aumentano. Ma la sensazione più terribile che tutto rimane esattamente com’è.
Allora buon anno scolastico: le minigonne delle mamme aumenteranno, le sopracciglia tatuate dei papà quadruplicheranno e Samara riuscirà a far perdere sonno ai malcapitati italiani che non sanno nemmeno chi è. Rei di non aver visto “The Ring”. Anche questa è una colpa!!!