Vivo da mesi ormai nell’appartamentino tutto per me con la tenda tutta per me e ancora non ho capito esattamente se mi trovo nel West Village o nel Greenwich Village. Scherzo, ormai l’ho capito che mi trovo per un pelo nel West Village, ma è questione davvero di pochi metri segnati dal fatto che mi trovo a Ovest della Seventh Avenue. In generale, non è affatto chiaro dove inizi e dove finisca un’area qui a Manhattan. Per esempio, il confine tra Meatpacking District e Chelsea, dove si trova? Per non parlare, poi, di quella confusione incredibile che c’è tra Little Italy che quasi non esiste più, Chinatown che avanza sempre più, LES in generale (LES sta per Lower East Side), East Village e quella caterva di quartieri e sotto quartieri che nascono e muoiono da un giorno all’altro, con delle sigle per nome tipo SoHo (South of Houston), NoHo (North of Houston), NoLIta (North of Little Italy) e buttiamoci dentro anche TriBeCa (che sta per Triangle Below Canal Street e voglio vedere in quanti lo sapevano già). Insomma, si parla sempre di quanto sia semplice la cartina di Manhattan, ma lo è solo a uno sguardo superficiale. Ci sono un sacco di eccezioni e Manhattan non è affatto quella semplice griglia di avenue e street con dei numeri per nome che ci vogliono far credere, banalizzando. Pensate solo a quanto manda in confusione Broadway. Si trova a destra o a sinistra della Fifth Avenue? Qui vi voglio! Prima di Madison Square, infatti, partendo da Sud, si trova a Est della Fifth Avenue, poi invece, le due strade si incrociano e “passa dall’altra parte”, quindi ve la ritrovate tra la Fifth Avenue e Avenue of the Americas ovvero la Sixth Avenue fino a Herald Square, all’altezza di Macy’s per capirci, e fa lo stesso giochetto, passando a trovarsi tra Sixth Avenue e Seventh Avenue. Insomma, senza stare ad annoiarvi con tutto il percorso di Broadway, vi dico solo e potete realizzarlo da voi dando un’occhiata alla cartina, che Broadway salendo, si sposta sempre più a Ovest arrivando a trovarsi tra Amsterdam Avenue e il West End.
Broadway è l’esempio più lampante di come Manhattan non sia affatto semplice, ma vi assicuro che l’eccezione è la regola e trovo sempre molto buffi quelli che vogliono fare gli “espertoni”. Diciamocelo, New York è un autentico casino e non c’è atteggiamento da persone di mondo che tenga! È una città enorme e difficile e ammetterlo non è una debolezza, anzi.

Tutto questo per giustificare la mia ignoranza rispetto al NoMad, è qui che volevo arrivare. Il NoMad è un quartiere molto alla moda ultimamente. Si trova a Midtown, sotto a Herald Square e sopra a Madison Square (per chi come me si orienta più facilmente a esercizi commerciali: si trova tra Macy’s e Eataly), vicino a Korea Town e al Flower District. Ecco, è questo che fa veramente impazzire dei New Yorkers: basta che ci siano 6 fiorai in fila e ribattezzano una zona Flower District, come se non ci fossero già abbastanza quartieri e sotto quartieri e non ci fosse già abbastanza confusione. Insomma, il NoMad cos’è? È un quartiere/non quartiere che ruota attorno a uno degli hotel più belli di New York, il NoMad, appunto, tanto che all’inizio pensavo che il nome della zona venisse dall’albergo. Poi, documentandomi ho scoperto che NoMad è una sigla e che sta per North of Madison Square Park. Ci potevo arrivare, la maggior parte delle zone di Manhattan sono nominate con abbreviazioni e sigle. In realtà, però, soprattutto all’inizio, mi piaceva pensare che questa zona si chiamasse proprio “nomad” nel senso di nomade. Si trova, infatti, in una strana posizione dall’identità piuttosto confusa, mi piace pensarlo come il crocevia di “nomadi” contemporanei e magari un po’ chic come quelli che frequentano il bellissimo NoMad Hotel.
Ho avuto la fortuna di passare qualche giorno in quell’albergo quando ancora non abitavo qui. È letteralmente favoloso. L’arredamento delle stanze è caldo ed elegante e in ogni camera c’è una vasca con i piedini. La camera che ho avuto, affacciava sull’Empire State Buiding che si trova molto vicino. Non ho parole per descrivervi la meraviglia di fare un bagno in una vasca che si trova in mezzo a una luminosissima stanza col profumo dei prodotti all’argan offerti dall’albergo e alzare lo sguardo, ritrovandosi di fronte l’Empire e quel cielo azzurrissimo che solo a New York. Osservare l’Empire da una vasca è il massimo dell’empire state of mind, un lusso vero e in effetti l’albergo è caro, ma non tra i più costosi di New York, anzi. La volta che ci sono stata avevo trovato un’offerta super vantaggiosa su Booking. Non è certo una sistemazione low cost, ma io sono una grande sostenitrice del mood “go big or go home”, soprattutto quando si tratta di New York.
Quando ho soggiornato al NoMad, non avevo idea del fatto che poi mi sarei trasferita, nemmeno tanti anni dopo, a New York. Visitare New York era per me qualcosa di eccezionale come per la maggior parte delle persone che vengono qui dall’Europa. Per questo, per una volta che ero qui, ho deciso di farlo in grande e non me ne sono pentita. Tuttora è l’albergo che consiglio sempre a chi ha un budget medio/alto. È il posto ideale per una vacanza indimenticabile. Lo consiglierei per una honey moon come una volta si faceva al Plaza. Roba da prendere una stanza e non uscirne per il resto del soggiorno.
Insomma, avrete capito che è un posto che amo davvero tanto e infatti, cerco di tornarci spesso. Dentro al NoMad, infatti, c’è uno dei miei cocktail bar preferiti: The Library. Si tratta proprio di un’autentica library, ovvero una biblioteca del Sud della Francia che è stata trasportata e ricostruita qui. Entri lì dentro e ti senti subito in Europa. Poi i cocktail e l’atmosfera cosmopolita ti riportano a New York. Un’atmosfera da nomadi contemporanei, insomma.
Il NoMad non è l’unico hotel dal fascino chic e contemporaneo in zona. Basta, infatti, girare l’angolo per ritrovarsi all’Ace Hotel, famoso per il design eccentrico e per essere in grado di cambiare e rinnovarsi continuamente. La hall dell’albergo è particolarmente frequentata da New Yorkers e persone di passaggio che, sfruttando il wifi e le grandi tavolate comuni, improvvisano uno spazio di coworking e incontri durante la giornata. È anche un posticino gradevole in cui prendere un aperitivo o un tè o un drink dopo cena. Insomma, è uno spazio assolutamente duttile che si piega alle esigenze e ai fusi orari di tutti.

Il NoMad, insomma, è secondo me la base migliore per i “nomadi” contemporanei, persone che sono capaci di fare il giro del mondo con un bagaglio a mano e che sapranno sfruttare al meglio la centralissima posizione di questo quartiere, trovandosi subito perfettamente al centro della città. È davvero un punto nevralgico molto vivace e ben collegato. Fate però molta attenzione e ricordate bene: quando si parla di New York è vero tutto e il contrario di tutto. Non dimenticatelo mai. New York cambia molto in fretta e quello che leggete ora e che è stato vero fino a oggi, potrebbe non esserlo più tra due mesi o anche meno. New York è indefinibile, mobile, liquida, sfuggente. Non si fa in tempo a definirne una piccola porzione, ingabbiandola in un gioco di sillabe e attribuendole una certa identità che già cambia. Si spostano i punti di interesse, chiudono locali di culto e ne aprono altri, tutto a gran velocità, sempre correndo.
Per questo, vi dico, non fidatevi mai di quelli che “so tutto io perché io ci ho vissuto” perché ci avranno pure vissuto, fino al 2008, al 2009, a qualche mese fa o anche a ieri, ma New York è pura contemporaneità e potete fidarvi solo di chi è davvero qui e ora e in ogni caso fatelo fino ad un certo punto perché New York si presta a milioni di interpretazioni, la mia non sarà certamente mai la vostra, quindi datevi una mossa: prendete un volo su Skyscanner e venite a fare i NoMad a New York!