Quando mio marito Jesse decide che vuole qualcosa, non c’è niente che possa fermarlo. Sono fortunata di essere incappata nel suo cammino quando ha deciso di sposarsi. Dopo aver trascorso una vacanza estiva alla ricerca di case da comprare nelle Marche, Jesse era determinato a tornare in Italia nel gennaio successivo per decidere quale di quelle delle due proprietà a cui si era ristretta la nostra ricerca fosse giusta per noi. Io sono dovuta restare a casa per non sconvolgere la routine della nostra piccola Sophie, che all’epoca aveva otto anni, mentre Jesse era lì da solo per fare una scelta importante e negoziare per noi una casa.
Aveva fissato alcuni incontri con Hannah e suo marito Mick, un’adorabile giovane coppia inglese che stava ristrutturando una casa nella nostra città, e aveva legami con l’agente immobiliare fantasma che ho menzionato all’inizio della nostra ricerca. Conoscevano qualche persona chiave sul posto ̶ l’ingegner Pasquale, che avrebbe poi progettato e supervisionato la costruzione della nostra casa (così come sarebbe diventato uno dei nostri più cari amici), e un’altra coppia britannica, Corinna e James, che possedeva una casa in città e sembrava avesse altre proprietà nelle vicinanze.
Jesse arrivò ad Ancona in una giornata grigia e nebbiosa di gennaio, guidando fino in città la sua Nissan Micra presa a noleggio. Cercò di ottenere una camera al San Carlo Hotel giù in collina, dove una sera avevamo mangiato una bistecca deliziosa, ma in quella bassa stagione nessuno si era presentato al check-in. Così fece marcia indietro e incontrò lungo la strada l’hotel Beppe e Lucinda, situato in un paesino vicino, che accoglieva i suoi ospiti con una specie di torre Eiffel a un solo piano, nel campo vuoto accanto al loro parcheggio. Trovandosi in bassa stagione, Jesse vinse davvero un terno al lotto, beccandosi la suite ̶ completa di lenzuola rosa, cuori di pizzo, con tanto di balze e profumo ̶ al prezzo di una camera singola! Resistette alla fine circa tre notti prima di tornare in città per una stanza spartana situata sopra al bar.
Durante quella prima serata trascorsa nella pizzeria della nostra città, Jesse sentì alcuni clienti parlare in inglese e, avendo la sensazione che si trattasse di Corinna e James, che lui stesso aveva contattato, si presentò. Parlarono dell’Italia, degli italiani e di come si vive all’estero, si piacquero, e si organizzarono per incontrarsi nei giorni seguenti.
La prima tappa della ricerca fu Casa Flaminia, che avevamo visto l’estate prima. Era piccola ma sembrava avere del potenziale, con un piccolo edificio annesso alla casa principale, che si sarebbe potuto trasformare in un accogliente monolocale per gli ospiti. Sia Pasquale che James incontrarono lì Jesse, dove trascorsero qualche ora ad esaminare la casa e il giardino e a discutere delle varie opzioni per i lavori di ristrutturazione. Questo è stato anche l’inizio di una bella amicizia tra Pasquale e Corinna e James, tutti e tre con una profonda riconoscenza nei confronti della terra, della città, delle tradizioni delle vecchie case coloniche, vedendo la possibilità di riportarle in vita.
La tappa successiva fu Casa Pulito, una proprietà adiacente l’agriturismo che era ormai diventato la nostra seconda casa, che si poteva raggiungere saltando una recinzione e seguendo un percorso attraverso i boschi. Quella casa labirintica aveva una struttura interessante, poiché spaziosa e bizzarra, con diversi camini collocati in luoghi inaspettati, mezze scale, fabbricati annessi, porte multiple. Quando Michele, titolare dell’agriturismo, portò il suo geometra, un professionista locale amichevole e dall’aria rilassata di nome Marcello, questi era a conoscenza di alcune informazioni importanti. Aveva fatto la mappatura della casa, sapeva che era una bi-familiare, e pensava che fosse disponibile solo per metà, spiegando così la sua struttura complessa. Ci facemmo così un’idea di cosa fosse la successione nel diritto italiano, quando Marcello ci spiegò che l’immobile era stato tramandato a un gran numero di cugini e zie, tutti coinvolti in una faida e ogni tipo di transazione commerciale sarebbe stata molto complessa. Tutto quello che sapevo era che avremmo sentito un prezzo abbastanza ragionevole rispetto alla scorsa estate, ma una volta saputo che alcuni americani erano interessati, i proprietari raddoppiarono il prezzo.
Pasquale mostrò a Jesse qualche altra casa che conosceva da quelle parti, vicino alla sua terra. Tutte erano piuttosto malmesse, altre avevano il potenziale per diventare abitazioni davvero interessanti, soprattutto considerate le idee e la creatività di Pasquale che, come ingegnere di talento, non aveva mai avuto nessuna difficoltà ad entrare negli edifici, costruendo nuove strade dove prima non esistevano e sfruttando tutte le loro qualità. Inoltre, Pasquale era cresciuto lì, dove era riuscito a costruirsi una carriera di successo – conosceva bene gli edifici del posto, le norme tecniche e i diversi regolamenti. Così le sue idee erano sempre entro i limiti di ciò che si poteva e non si poteva fare.
Il geometra boscaiolo dal fisico robusto che avevamo conosciuto l’estate precedente e che ci aveva fatto fare un giro in provincia a bordo della sua Jeep per case di dubbia proprietà, mostrò a Jesse qualcosa in più durante quel viaggio. Ma ancora una volta, non sapeva se quelle proprietà fossero davvero in vendita, quali fossero i prezzi, come entrarci, e si trovavano generalmente in aree selvagge, ricoperte di rovi ̶ decisamente incolte per poter riconoscerne il valore, benché la maggior parte godesse di una vista mozzafiato.
Il giorno seguente, Jesse incontrò Corinna e James, che gli mostrarono due o tre case che Corinna stava rappresentando. Aveva un fervente amore per quella zona e per le persone anziane che ci avevano vissuto per generazioni. Molti di loro, che erano il “sale della terra”, lavoravano ancora piccoli appezzamenti di terra, ma erano diventati troppo vecchi per coltivare le loro proprietà e i loro figli non erano interessati. La generazione più giovane si era trasferita in grandi città, sia in Italia che all’estero, per trovare lavoro. Credo che Corinna avesse capito che trovare acquirenti per quelle porzioni di proprietà di cui nessuno si poteva più occupare, non solo avrebbe portato nuova vita alle vecchie case e ai terreni circostanti, ma avrebbe anche fornito ai proprietari un inaspettato bonus in denaro da utilizzare per rendere più confortevoli gli anni a venire.
I tre pranzarono insieme e bevvero una bottiglia di Rosso Conero a casa di Corinna e James. Sono entrambi artisti e all’epoca stavano ristrutturando casa, approfittando del tempo libero che James aveva a disposizione. Avevano elettricità e impianto idraulico, che mancavano al momento del loro trasloco. Il loro ottimo senso estetico permeava ogni centimetro della casa, dal loro divano in seta giallo chartreuse abilmente consumato ai semplici sanitari, che James stesso aveva creato e montato. Nel corso degli anni, abbiamo seguito il riempimento della casa con le meravigliose opere d’arte di James e assistito all’evoluzione dei lavori in corso.
Credo che quel pranzo fosse una specie di provino per Jesse ̶ per accertarsi che fosse davvero in grado di rispettare la vita rurale tradizionale italiana e per assicurarsi che fosse un uomo per bene. Perché dopo il pranzo, Corinna e James gli mostrarono la casa che infine ci avrebbe fatto diventare i loro nuovi vicini. Su per la collina, dietro la curva e giù per un sentiero ripido attraversato dai trattori, c’era un vecchio edificio rurale fatiscente, per metà coperto da viti nodosi e sovrastato da una quercia immensa. Pavimento sporco, un vecchio carro di legno con finiture in ferro, una mangiatoia appoggiata sul lato lungo della stanza, un porcile grazioso lungo il pendio dalla casa principale con quattro staccionate per tenere i maiali nelle rispettive stalle ̶ questi erano solo un alcuni dei molti dettagli accattivanti della proprietà.
La casa trovò subito il favore di Jesse. Oltre alla sua semplicità, la sua posizione metteva in perfetta sintonia l’intera struttura con la terra. Si trovava a metà strada lungo la valle, con vista sui Monti Sibillini verso sud-ovest e viste a 360 gradi di rocce, boschi, campi agricoli curati, un oliveto, vigne dall’altra parte della strada, qualche casa qua e là, ma nessuna così vicina da disturbare.
Nei giorni seguenti, Jesse trascorse un sacco di tempo lì da solo, con James e Corinna, con Pasquale, che disse: “Una bella casa ̶ molto tradizionale”. Jesse scattò innumerevoli foto e girò dei lunghi video da far vedere e me e Sophie una volta tornato. La natura aveva fatto del suo meglio per reintegrare questa casa nel paesaggio. I vitigni aggrovigliati erano entrati in casa attraverso le finestre, i muri di pietra e le scale erano fatiscenti e pericolosi, grandi blocchi di tetto erano crollati, i pipistrelli e le lucertole ormai risiedevano lì da tempo, alberi caduti giacevano in quello che un giorno avrebbe potuto essere uno studio. Ma in qualche modo quella casa e il suo rapporto con la terra riuscirono a stimolare una visione.
Ora arriviamo a un punto in cui la leggenda familiare presenta versioni diverse. Giuro di aver visto le foto della casa sul sito di Corinna prima che Jesse concludesse il suo viaggio, tanto che gli dissi, “è lei ̶ valla a vedere”. Jesse non ricorda alcuna foto, né tanto meno Corinna. Credo che tutti noi vogliamo rivendicare il fatto di aver previsto che quella sarebbe diventata la nostra piccola fetta di paradiso. Ad ogni modo, quando abbiamo visto tutte le foto e i video al ritorno di Jesse, eravamo tutti e tre d’accordo, a scatola chiusa, che quella sarebbe stata la nostra casa.
Prossima puntata… Il Compromesso!