E’ un’estate calda quella del 2010, quando un pomeriggio squilla il cellulare aziendale. E’ la URS di Milano, socia del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia di cui sono consigliere d’amministrazione, un loro “cliente” ha necessità di affidare una consulenza per uno studio sull’impatto ambientale dei campi elettromagnetici generati da un nuovo sistema di comunicazioni satellitari da installare in Sicilia.
Mi sono laureata con lode nel 1986 in Ingegneria Elettronica con una tesi per la realizzazione di sistemi di ricezione a microonde per trasmissioni via satellite svolta presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal 1986 al 1988 esperta di progettazione di apparati militari a microonde presso un’azienda del gruppo Finmeccanica. Nel 1991 Dottore di Ricerca in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni con una tesi su un nuovo metodo per la progettazione di amplificatori a microonde svolta presso gli Stati Uniti, presentando una nuova formula che porta il mio nome.
Nel 1992 lascio l’Università di Tor Vergata per iniziare la mia carriera accademica presso l’Università degli Studi di Palermo, settore scientifico Ingegneria dell’Informazione-Elettronica (ING-INF/01). Esperta di circuiti, tubi di potenza e antenne a microonde. Nel 2002 ho un incarico presso la Alenia, poi Galileo Avionica, poi Selex, oggi Finmeccanica, per la formazione del personale dell’azienda. Ho pubblicato decine di articoli sulle più autorevoli riviste del settore microonde (IEEE Transaction on Microwave Theory and Technique). Ho presentato decine di articoli in tutto il mondo, dall’Australia al Brasile, agli Stati Uniti al Canada, dall’Inghilterra alla Germania fino in Turchia, in Corea. Sono anche docente universitaria di Strumentazione e Misure a Microonde, e prima ancora di Elettronica delle Microonde. Relatore di numerose tesi nel settore delle microonde.
Tanto forse bastò al cliente, la “US Navy”, per riconoscermi quale esperta di microonde e incaricarmi, nel luglio del 2010, della valutazione del rischio per gli animali e per la popolazione del Comune di Niscemi dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati da un nuovo sistema di telecomunicazioni: il MUOS.
Il MUOS ovvero Sistema ad Obiettivo Utente Mobile (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazione satellitare destinato a migliorare significativamente le comunicazioni di terra delle forze armate americane in movimento e dell’ONU, con quattro stazioni di terra, una in Australia, una in Virginia, una alle Hawaii e una presso la Stazione di Trasmissione Radio di Niscemi, in Sicilia, e 5 satelliti in orbita, 4 operativi e uno di riserva.
Il progetto, da realizzare presso la base di Niscemi, oggi realizzato, gemello a quella delle Hawaii, consiste di tre antenne paraboliche terrestri che operano nel range di frequenza 20-40 GHz (banda Ka) e di due trasmettitori elicoidali nel range di frequenza 300MHz-3GHz (banda UHF) per il posizionamento geografico.
Il MUOS doveva trovare posto presso la Naval Radio Trasmitter Facility (NRTF), stazione base degli americani in Sicilia dal 1991, nella Riserva naturale orientata Sughereta a Niscemi in provincia di Caltanissetta, diventata “Area naturale protetta” della Regione Siciliana nel 1997, ossia parecchi anni dopo l’installazione nell’area della base militare statunitense.
Il progetto MUOS, quando ne entrai in possesso era stato sottoposto al Comitato misto paritetico della Regione Siciliana che lo aveva approvato come risulta dal Verbale della riunione n.87 del 16/05/2006 ed era stato approvato dallo Stato Maggiore della Difesa il 16/10/2006.
Nell’ambito delle procedure dell’accordo bilaterale Italia-Stati Uniti il progetto era stato anche approvato dalla sezione italiana della commissione mista costruzioni Italia-Stati Uniti, il 31/10/2006.
E in data 09/09/2008 si era svolta la Conferenza dei Servizi presso l’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente che si era conclusa con l’approvazione unanime del progetto.
Ma allora perché la US Navy mi incaricava di quella consulenza, sottoponendomi alcuni quesiti specifici?
Semplicemente perché il Comune di Niscemi, in data 23/02/2009, aveva avviato il procedimento di revoca del nulla osta rilasciato in conferenza di servizi l’anno prima e per dar seguito all’autorizzazione aveva richiesto una campagna di misurazioni sui valori di campo elettromagnetici presenti sul territorio e chiedeva di conoscere la sostenibilità ambientale dell’opera, in termini di impatto sulla biocenosi e sulla popolazione.
Siamo arrivati quindi al caldo luglio 2010.
E’ per questo che mi pervengono fiumi di carte “top secret” e dichiarazioni di “giuramenti” di Tenenti della US Navy. Tutta la mia scienza e le mie conoscenze maturate nel settore delle microonde devono essere messe, con coscienza, al servizio della Sicilia e dei siciliani per redigere un parere positivo o negativo sul MUOS. E il mio verdetto arriva il 27 luglio e poi a fine ottobre, per dire “Sì” perché i valori del MUOS sono di gran lunga sotto i limiti di legge, ma a patto che venissero disattivate, spente, le antenne esistenti perché non c’è dubbio che il territorio vada bonificato, a patto che venga attivato un monitoraggio continuo costante, a patto che si intervenga sulla popolazione e sul territorio con misure compensative.
Il mio “Sì” arriva subito al cliente, che si avvia a incontrare in consiglio comunale a Niscemi la cittadinanza.
E così, il Ministero della Difesa nel protocollo a firma con la Regione Siciliana, nel 2010, si impegna all’art.3 comma 1 “ad adottare le necessarie misure di mitigazione, a breve termine, dell’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati di trasmissione già esistenti. In particolare entro sei mesi dalla stipula del presente protocollo di intesa a ridurre le emissioni a radiofrequenza grazie all’installazione di un sistema di trasmissione interrato a fibre ottiche” e ancora art. 3 comma 2 “ad attuare, nel medio e lungo termine, tutte le misure di mitigazione tecnicamente compatibili con la funzionalità del sistema di TLC atte a ridurre, nel complesso, i livelli di esposizione ricorrendo ove possibile alle eleiminazione degli apparati trasmittenti esistenti non più necessari e/o privilegiando tecnologie di trasmissisone alternative”.
Quello che succede in seguito è storia recente, un valzer di revoche e revoca delle revoche, che mi vede incoronata come Principessa del MUOS, a causa delle mie nobili origini, e come Voce fuori dal coro, come affermò il Corriere della Sera.
La mia vicenda è però anche la dimostrazione di come la disinformazione goda di una corsia privilegiata rispetto alla vera informazione. Un docente “esperto di impianti nucleari”, udite bene non di microonde o di campi, emette il suo personale giudizio, senza alcuna conoscenza di antenne e campi e senza peraltro nessuna carta in mano, e trascina al suo servizio lo stesso Politecnico di Torino, che in verità, non ha mai svolto né diffuso alcuno studio sul MUOS né ha mai rilasciato dichiarazioni sulla salute degli abitanti di Niscemi o di quasi tutti i siciliani. Non entro nel merito del falso consulente del Politecnico, che in verità non ha mai affidato a nessuno alcuna consulenza sul MUOS non avendo alcun ruolo né diretto né indiretto nella vicenda.
Che la voglia di fare disinformazione e terrorismo sociale sia superiore alla voglia di informazione e di chiarezza, sta tutta sulla storia della larghezza di banda di funzionamento delle antenne. La banda Ka, la stessa usata per trasmissioni satellitari commerciali, necessaria per andare oltre l’ombra, per superare la copertura di vegetazione e boscaglia, per raggiungere e comunicare con qualunque utente mobile, nel caso del MUOS viene criminalizzata e diventa la banda ad altissima frequenze del terrore.
L’arroganza e l’ignoranza volevano prendere il posto della scienza. E’ proprio vero però per citare una frase celebre di Brecht che… “Scopo della scienza non è tanto quello di aprire le porte all’infinito sapere, quanto quello di porre una barriera all’infinita ignoranza”
