Caro Direttore,
Le segnalo questa esperienza singolare che potrebbe interessare i lettori della Voce di New York interessati all’Italia. È un modo nuovo, salubre ed ecologico di guardare e vivere una vacanza Italiana.
Ho corso la Cortina-Dobbiaco, una gara unica e spettacolare nel suo genere. La regina delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo ci ha accolto con stupore e curiosità. Domenica 5 giugno, eravamo in millenovecento alla ventiduesima edizione della gara in montagna, lunga circa 30 km. Non proprio una passeggiatina fuoriporta.
Cortina d’Ampezzo, località mondana tra le più famose al mondo, sede di una Olimpiade invernale (1956) e di un’altra che si preannuncia spettacolare (2026) in condivisione con Milano. Cortina, una delle capitali italiane dello sport, ha abbracciato la pratica podistica con entusiasmo e cortesia. Il podismo e le gare in montagna sono in grande crescita, amati in ogni angolo del mondo, praticato da appassionati al limite del fanatismo, offrono sudore, fatica, gioia ed amicizia.
Questi valori, uniti alla curiosità di visitare un gioiello delle Dolomiti mi hanno mosso a prendere un aereo da New York, atterrare a Milano e raggiungere Cortina. L’amico Gianni Poli, ideatore e direttore della Cortina Dobbiaco, già vincitore della Maratona di New York nel 1986, da anni mi sollecitava a parteciparvi. Covid e successivi impegni avevano allontanato la mia partecipazione. Ed ora eccomi a Cortina.
Si gareggia il 5 giugno. Partenza dal Corso Italia di Cortina, tanti atleti, compreso me, alloggiano a Dobbiaco. Trasferimento in pullman. Impeccabile. Panoramica sul percorso: vista mozzafiato. Ritrovo a Cortina. Alle 9 è fissata la partenza del primo Gruppo. Ne seguiranno altri due ad intervalli regolari. Il tutto per non intasare le strette stradine di montagna.
La gara è giunta alla 22ma edizione ed è tra le gare più famose al mondo di questo genere. Organizzazione impeccabile, panorami unici al mondo e passione [tanta] dei podisti ne fanno una delle gare più ambite per parteciparvi da ogni angolo d’Italia e d’Europa. Nata da una idea di Gianni Poli, podista di livello internazionale. Mentre si allenava su quei tratti in sterrato per prepararsi a gare internazionali, ebbe l’intuizione di trasformare il suo allenamento, allungandolo leggermente, in una competizione podistica. Nacque la Cortina-Dobbiaco. Gara cult non solo per i podisti amanti del trial (corse in montagna) ma anche dai tanti podisti che amano correre in natura tra scenari incantevoli.
Vengo, ora alla mia gara. Arrivo il sabato mattina a Dobbiaco, mi reco al Villaggio sportivo per ritirare il pettorale e la maglietta in omaggio. Incontro tanti amici podisti già frequentatori della Maratona di New York. Foto di rito: informazioni sulla gara del giorno dopo. Visita alla cittadina di Dobbiaco. Finalmente arriva il giorno della gara. Mi reco di buon’ora al ritrovo indicato per il trasferimento da Dobbiaco a Cortina.
Si parte. La Val Pusteria con vette, ruscelli, saliscendi e tante cime è incantevole. I pullman ci scaricano a Cortina. Breve riscaldamento, incontro con altri podisti. Ultime dritte sulla gara: “attenzione alla prima metà, 15 km di salita, poi dieci di discesa gli ultimi cinque km in pianura. Goditi I panorami, il lago di Landro, le Tre Cime di Lavaredo. Corri rilassato: non pensare al cronometro che porti sul polso”.
Si parte. Non sono al massimo della forma. Trenta km sono tanti meglio centellinare le energie. Indosso una canotta del mio team italiano: Cava / Picentini / Costa d’Amalfi. Qualche podista che mi passa, mi incita chiamandomi: “Forza Positano!“. Marketing territoriale. Corro, mi guardo intorno, strapiombi, vette che sembrano toccare il Cielo. Ogni cinque km un rifornimento. Un silenzio quasi mistico, rotto dall’ansimare dei podisti. La distanza dirada il contatto tra gli atleti. Si corre da soli. Ogni tanto qualcuno mi passa. Cerco di accodarmi: troppo veloce: mollo.
Passo i venti km, i venticinque. Mi dico: dai è fatta. Mica vero. Gli ultimi cinque km sono duri: gambe legnose. Cerco di concentrarmi sulla corsa. Tanti gli incitamenti. Aiutano, eccome. Famiglie, bambini, qualche ciclista che si è fermato a incoraggiare I podisti. Due km alla fine, un km. Raschio dal fondo delle mie gambe, le ultime energie. Tento anche uno sprint finale. Taglio il traguardo. Gli organizzatori mi mettono al collo un Medaglione ricordo. Mi disseto. Mi sdraio su una aiuola a ridosso dell’arrivo.
Sono contento. Rivado con la mente alla gara. Magnifica, unica, un incanto. Un amico di dice: finche’ vivrò correrò la Cortina Dobbiaco. Gli rispondo: io l’anno prossimo ci sarò. Un grazie ed un riconoscimento a Gianni Poli ideatore di questo gioiello podistico, un plauso ai tanti podisti che decidono di correrla. Lo sport e’ gioia, gare come la Cortina Dobbiaco ne aumentano l’intensità.