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Pillole dagli Stati Uniti – Venerdì 26 aprile

Il copricapo sacro; Il sostegno per Israele; Kim e Kamala

Anna GuaitabyAnna Guaita
Cindy Woodhouse Nepinak / Credit: Assemblée des Premières Nations

Cindy Woodhouse Nepinak / Credit: Assemblée des Premières Nations

Time: 6 mins read

– Le scuse per il copricapo sacro: La linea aerea Air Canada ha dovuto chiedere ufficialmente scusa per aver insistito per riporre il copricapo sacro del capo nazionale dell’Assemblea delle Prime Nazioni nel bagagliaio prima della partenza di un volo mercoledì. Il capo Cindy Woodhouse Nepinak ha dichiarato sui social media ieri di essere stata costretta a consegnare una custodia contenente il copricapo che era con lei nella cabina dell’aereo. Il copricapo, composto di penne di aquila, è considerato sacro. Woodhouse Nepinak, della Pinaymootang First Nation in Manitoba, è stata eletta capo nazionale lo scorso dicembre. Ha ricevuto il copricapo durante una cerimonia di Capodanno dalla Confederazione dei Piedi Neri della Nazione Piikani in Alberta per la sua leadership nazionale.

– La denuncia degli ebrei: Nel tentativo di chiudere l’accampamento dei pro-palestinesi che da una settimana occupa il pratone della Columbia University, la presidente dell’università newyorchese Minouche Shafik sta negoziando con una delegazione di studenti. Ma “Jewish Insider” rivela che fra questi c’è anche Khymani James, che ha posizioni leader nel movimento, il quale ha dichiarato apertamente in un live streaming a gennaio che “i sionisti non meritano di vivere”. James stesso, che usa i pronomi “lui/lei/loro”, ha trasmesso in live streaming il suo incontro con il Center for Student Success and Intervention della Columbia. In un altro video conferma “Mi sento molto a mio agio, molto a mio agio, nel chiedere che quelle persone muoiano”. Lo ha anche affermato nel suo account Instagram.

– Il sostegno per Israele: Secondo l’ultimo sondaggio di Bloomberg News/Morning Consult, negli Stati in bilico il sostegno per gli aiuti americani a Israele è crollato di dieci punti percentuali rispetto a Novembre, quando è iniziata la guerra nella Striscia di Gaza. Secondo il sondaggio, il 51% degli elettori nei sette stati che decideranno le elezioni presidenziali fra sette mesi ha affermato di sostenere fortemente o in parte gli aiuti a Israele. A novembre erano il 61%.

– Le parole da evitare: Il New York Times scoraggia l’uso di parole come “genocidio” e “pulizia etnica” nella sua copertura delle azioni di Israele a Gaza. Inoltre suggerisce ai suoi reporter di evitare di riferirsi alle aree della Palestina come “territorio occupato”, e suggerisce che parole come “massacro” e “carneficina” sono spesso troppo emotive per descrivere il bombardamento israeliano di Gaza. Lo ha rivelato nei giorni scorsi la pubblicazione on line The Intercept. Che afferma di aver ricevuto un memorandum interno del New York Times.

– Il molo: Le forze armate americane hanno iniziato la costruzione di un molo galleggiante per facilitare la consegna degli aiuti umanitari a Gaza e rispondere alle restrizioni imposte dagli israeliani sui convogli via terra. La struttura, ordinata dal presidente Biden, dovrebbe essere completata entro pochissime settimane e includerà una piattaforma offshore per il trasferimento degli aiuti dalle navi. Il Pentagono ha un piano complesso per l’utilizzazione del molo, xche sarà completato da una strada rialzata, che prevede di caricare gli aiuti sulle navi della Marina a Cipro e di trasportarli da lì a Gaza. Si prevede che l’operazione porterà aiuti sufficienti per circa 90-150 camion al giorno a piena capacità

– Barbra Streisand canta per l’Olocausto: La cantante e attrice ha presentato la sua ultima canzone, “Love will survive”, colonna sonora per la nuova serie tv The Tattooist of Auschwitz, che debutta il 2 maggio. “A causa dell’aumento dell’antisemitismo nel mondo oggi – ha detto Streisand in una nota – ho voluto cantare ‘Love Will Survive’ nel contesto di questa serie come un modo per ricordare i sei milioni di anime che sono state perse meno di 80 anni fa. E anche per dire che pur nei momenti più bui, la forza dell’amore può trionfare e resistere”. The Tattooist of Auschwitz è una storia vera ispirata alla vicenda dei sopravvissuti dell’Olocausto Lali e Gita Sokolov.

– I giudici e Trump: La Corte Suprema è sembrata ieri divisa sulla possibilità di respingere la pretesa di immunità avanzata da Donald Trump per il suo tentativo da presidente di influenzare le elezioni del 2020. La decisione dei nove giudici potrebbe comunque ritardare significativamente il processo federale e impedire comunque che Trump venga processato prima del voto di novembre. Nel corso degli argomenti orali, alcuni dei giudici – i tre liberal, ma anche la conservatrice Amy Coney Barrett – hanno espresso preoccupazione all’ipotesi di stabilire precedenti circa la possibilità di allargare il potere dei presidenti, ma i giudici più conservatori sembravano invece molto aperti all’idea.

– “Acchiappa e uccidi”: Il processo contro Donald Trump per il tentativo di influenzare le elezioni del 2016 con pagamenti sottobanco alle sue amanti ha visto ieri sul banco dei testimoni David Pecker, ex editore del tabloid scandalistico The National Enquirer. Pecker ha testimoniato del suo coinvolgimento nella soppressione delle storie di due donne, Karen McDougal e Stormy Daniels, che affermavano di aver avuto incontri sessuali con Trump. Pecker ha descritto uno schema “catch-and-kill” in cui la sua azienda ha pagato a McDougal 150.000 dollari per la sua storia intendendo chiuderla in un cassetto e ignorarla (catch and kill). Pecker ha rivelato che Trump ha mostrato preoccupazione più per l’effetto che la storia avrebbe avuto sulle elezioni che non sulla sua famiglia. Ha anche raccontato come Trump, con l’aiuto del suo legale Michael Cohen, lo istruisse su che storie inventare sui suoi nemici. Così sono state inventate storie che allora fecero scalpore, come quella che il padre del senatore repubblicano Ted Cruz fosse stato coinvolto nell’omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy o che Hillary Clinton era gravemente malata e vicina alla morte.

– Il compleanno di Melania: Oggi la ex first lady compie 54 anni. Da giorni non la vediamo al fianco del marito, che anche oggi sarà di nuovo in tribunale per il processo dei pagamenti sottobanco alle sue amanti. La Difesa ha sostenuto che Trump “è un uomo, un padre, un marito” e che ha pagato le donne per difendere la sua famiglia. L’assenza di tutta la sua famiglia dal tribunale presenta un quadro diverso, mentre il processo riguarda direttamente il suo matrimonio con Melania Trump. Anche se alcuni sostenitori dell’ex presidente negheranno l’infedeltà, le prove sono così evidenti che per Melania appare evidentemente impossibile stargli accanto. Inevitabile il paragone con Hillary Clinton. Sappiamo che privatamente l’allora first lady arrivò addirittura a tirare un lume contro Bill dopo lo scandalo del sesso con la stagista Monica Lewinski, ma in pubblico non gli fece mai mancare il suo sostegno e la sua presenza.

– Kim e Kamala: La star dei reality Kim Kardashian, sempre molto attiva nella lotta per una giustizia umana, sta realizzando un’alleanza con la vicepresidente Kamala Harris, per aiutare chi merita clemenza e chi è stato condannati a pene eccessive. Kim Kardashian era stata una pedina importante nella decisione di Donald Trump di lanciare una riforma delle prigioni (il First Step Act ), ma i rapporti tra i due si sono raffreddati. L’Amministrazione Biden si batte per liberare coloro che sono stati condannati per reati di droga non violenti e hanno ricevuto condanne significativamente più lunghe rispetto a quelle previste dalle leggi attuali. Biden ha già garantito clemenza a migliaia di detenuti di questo tipo, e l’incontro fra Kamala e Kim, ieri alla Casa Bianca, promette una nuova alleanza sul fronte della riforma della giustizia criminale.

– E’ sufficiente guardarci in faccia: Uno studio pubblicato sulla rivista American Psychologist afferma che l’intelligenza artificiale può determinare con precisione l’orientamento politico di una persona semplicemente analizzandone il volto. I ricercatori dell’Università di Stanford hanno condotto lo studio, con 591 partecipanti che hanno risposto a un questionario politico e sono stati poi scansionati, mantenendo il volto inespressivo e rilassato, da un algoritmo di intelligenza artificiale. L’algoritmo ha previsto con successo l’orientamento politico con elevata precisione. Lo studio suggerisce che liberal e conservatori hanno morfologie facciali diverse, con i liberal che tendono ad avere volti più stretti e conservatori colti più larghi. Le implicazioni di questa ricerca sollevano preoccupazioni sulla sorveglianza biometrica e sul potenziale dell’intelligenza artificiale di plasmare ad personam la messaggistica politica online.

– Meglio chiudere che vendere: Fonti affidabili hanno ieri sera suggerito che ByteDance, la società madre di TikTok, preferirebbe chiudere le proprie attività negli Stati Uniti piuttosto che vendere la sua piattaforma di mini-video a un acquirente statunitense. Gli algoritmi su cui TikTok fa affidamento per le sue operazioni sono considerati fondamentali per le operazioni complessive di ByteDance, il che rende altamente improbabile una vendita dell’app con i suoi algoritmi. Peraltro, TikTok rappresenta una piccola quota dei ricavi totali e degli utenti attivi giornalieri di ByteDance, quindi non appare irragionevole che la società madre possa preferire che l’app venga chiusa negli Stati Uniti piuttosto che rinunciare al suo algoritmo principale. Sulla base della legge passata al Congresso, la scadenza per la vendita è fissata al 19 gennaio, ma potrebbe essere prorogata di tre mesi se ByteDance “facesse progressi” verso le richieste USA.

– Il bambino in gabbia: Una coppia del Nevada è stata arrestata dopo si è scoperto che i due tenevano che il loro bambino autistico di 11 anni chiuso in una gabbia di metallo. Il bambino è stato trovato con indosso solo un pannolino, con il pavimento della gabbia sporco di feci. il distretto scolastico della contea di Clark aveva contattato la polizia chiedendo assistenza per un “problema di assenze ingiustificate” di un alunno che non andava a scuola. La polizia ha condotto il “controllo di benessere” e ha scoperto il ragazzino rinchiuso nella gabbia. Il padre ha spiegato che la gabbia si era resa necessaria per il comportamento aggressivo del figlio dovuto all’autismo. La coppia ha versato una cauzione e comparirà in tribunale a maggio.

– L’albero che puzza: Il Dipartimento dell’agricoltura del Massachusetts propone di bandire un tipo di albero popolare nei quartieri suburbani. Il “Pero Callery” (o pero Bradford) è ben noto per i suoi splendidi fiori bianchi, così come per un odore che è viene descritto come disgustoso, di pesce, pungente e sgradevole. Ma il vero motivo del potenziale divieto è che l’albero è una specie invasiva che danneggia le altre piante native. L’Ohio, la South Carolina e la Pennsylvania hanno già vietato il Pero Callery anche perché cresce velocemente ma non ha un fusto solido e nelle sempre più frequenti tempeste, si spezza con facilità presentando u pericolo per la popolazione e le case.

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Anna Guaita

Anna Guaita

Italiana per nascita, americana per amore, corrispondente de "Il Messaggero" da 40 anni, fedele alla religione della democrazia e tolleranza, appassionata di animali e di gialli inglesi Italian by birth, American by loving choice, for forty years correspondent for "Il Messaggero," faithful to the religion of democracy and tolerance. Lover of animals e English mystery stories.

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