Il tema principale di questa 16ª edizione del Tribeca Film Festival è Seeing yourself in others, vedere te stesso negli altri. Un tema che è etico e morale ma anche creativo e declinabile in diverse forme ed espressioni visive e artistiche, e un festival innovativo come quello di Tribeca non poteva non coglierne la rilevanza ed esprimerla creativamente al meglio.
Specchio del sè
Un tema che è anche un antidoto a quello che sta succedendo in America, in Europa e in tutto il mondo, un antidoto che il festival ha deciso di interpretare e comunicare in tutti i modi possibili, a partire proprio dalla promozione. Il 30 marzo scorso, infatti, venti attori si sono infilati in testa altrettanti cubi fatti di specchi e se ne sono andati in giro per il Village: in alcuni casi erano state preparate delle brevissime scene, delle micro rappresentazioni, in altri casi gli attori passeggiavano, facevano acquisti, se ne stavano seduti sulle panchine, e in questo modo i passanti potevano vedere il proprio volto riflesso nella “testa” degli attori, quindi nel volto altrui.
Un’idea semplice ma per niente banale: un’idea che i programmatori del festival hanno voluto lanciare non solo come tema centrale della rassegna ma anche come promozione di un festival che è sì una rassegna cinematografica ma è anche sempre di più un contenitore di idee, di temi, di nuove tecnologie, di soggetti, di riflessioni, di pensieri, di espressioni, di creazioni, di arte e di immagini.
Il tema del vedere se stessi negli altri ritorna nelle scelte di programmazione del festival e ritorna sotto vari aspetti in molti dei film scelti, nelle esposizioni, nelle sperimentazioni, nella realtà virtuale e nei tanti appuntamenti ed eventi programmati come tutti gli anni dal festival.
Specchio del mondo
Accanto a questo però c’è un altro tema ricorrente, ed è il nostro pianeta, perché drammaticamente attuale e perché quest’anno l’Earth Day (la giornata dedicata alla Terra) è il 22 aprile e il festival di Tribeca dedica l’intera giornata, ma anche numerosi altri appuntamenti e proiezioni, a temi quali il climate change, lo spreco alimentare, l’estinzione di numerose specie, l’inquinamento.
“Quelli che stiamo vivendo sono tempi incerti e turbolenti – ha raccontato qualche giorno fa a The New York Times Cara Cusumano, la nuova direttrice della programmazione del Tribeca Film Festival – e ora più che mai abbiamo bisogno di artisti e soprattutto di storytellers, e il programma di quest’anno è una testimonianza dell’infinita capacità del cinema di enfatizzare, di raccontare, di testimoniare, di lasciare un segno”. Frédéric Boyer, direttore artistico del festival, ha aggiunto: “Sono 98 in tutto i film in programmazione quest’anno […] e la selezione è forse la più varia di sempre, sia dal punto di vista delle storie raccontate sia per la diversità degli stili di film provenienti da tutto il mondo e che trascendono i confini geografici”.
Il mondo in un programma
Il programma include film provenienti da 30 paesi, 78 premiere mondiali, 37 opere prime e 32 registe donne, che su 98 film totali non sono ancora moltissime ma comunque di più rispetto alla percentuale di altri festival internazionali. Quest’anno il Tribeca Film Festival ha ricevuto oltre 8.000 proposte di film, di cui 3.362 film di finzione. Questi sono alcuni dei numeri del festival, che non sono fondamentali ma possono dare un’idea delle dimensioni di una rassegna che cresce ogni anno di più per varietà di forma e contenuti ma anche del fatto che ogni anno in giro per il mondo si fanno più film, grazie a tecnologie più semplici ed economiche, ad incentivi al settore che aumentano sensibilmente, a una formazione artistica e professionale più diffusa (almeno quella di base). Questo non significa affatto che i film migliorino di qualità ma sono indubbiamente di più, qualunque festival può confermarlo.
Non solo cinema
Come a ogni edizione, sono molte e varie le sezioni del festival: Competition, che include International Narrative Documentary e International Narrative; Spotlight, fiction e documentary; View Points, che programma le voci più interessanti e distinte del panorama indipendente americano e internazionale; la popolare Midnight Section, con il meglio del thriller, dell’horror e della fantascienza; Tribeca Games Festival, con che ospita una conversazione con il leggendario creatore di videogame Hideo Kojima; N.O.W. (New On-line Work), che è al secondo anno ed è dedicato a proiezioni e incontri con una nuova generazione di storytellers che creano, scrivono e girano per il Web; la seconda edizione di Tribeca TV, in cui vengono presentate le anticipazioni di alcune tra le più interessanti serie televisive, con proiezione di pilot e incontri con gli autori; l’innovativo Tribeca Immersive, dalla Virtual Reality a istallazioni ed esperienze interattive.
Parole a Tribeca
Da anni, uno dei momenti più importanti e sempre interessanti del festival sono i Tribeca Talks, conversazioni con gli autori che quest’anno vedono partecipare i newyorkesissimi Noah Baumbach (in conversazione con Dustin Hoffman!) e Lena Dunham, poi Barbra Streisand (in conversazione con Robert Rodriguez!), Alejandro Iñárritu, Kathryn Bigelow che parlerà (anche) del suo primo lavoro in VR The Protectors, Common, Kobe Bryant, Jon Favreau (in conversazione con Scarlett Johansson!) e, il più atteso di tutti, Bruce Springsteen (in conversazione con Tom Hanks!).
Il compleanno del padrino
Infine, il Tribeca Film Festival quest’anno celebra il 45° anniversario di un capolavoro della storia del cinema con la proiezione, al leggendario Radio City Music Hall, di The Godfather (Il padrino) e The Godfather – Part II (Il padrino – Parte II), a cui segue un incontro con Francis Ford Coppola e il cast del film, tra cui Al Pacino, Robert Duvall e Robert De Niro. Una reunion tutta newyorkese di attori fra i più grandi del cinema americano.
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