Nella città siriana di Aleppo la violenza è ormai diventata sinonimo di normalità a causa del flusso continuo di rifugiati che giorno dopo giorno sono obbligati ad abbandonare le loro case e dei continui blocchi che impediscono agli aiuti umanitari di giungere a destinazione. La città è decimata dagli attacchi aerei e le infrastrutture sono fuori uso, lasciando centinaia di migliaia di civili senza possibilità di accesso a luce o acqua potabile. La situazione è inoltre aggravata dall’ondata di calore che ha colpito la regione durante l’ultimo periodo e che ha reso ancora più stringente la necessità di assicurare che i camion portatori di aiuti umanitari abbiano un accesso veloce e sicuro alla città, in modo da poter rifornire i civili con beni primari come cibo e medicinali.
Lunedì 8 agosto il Consiglio di Sicurezza ha tenuto una riunione aperta sul tema alla quale erano presenti, tra gli altri, la Rappresentante Permanente per gli Stati Uniti all’ONU Samantha Power, il francese Alexis Lamek, il neozelandese Gerard van Boehemen, l’ucraino Volodymyr Yelchenko e l’inglese Peter Wilson. Potete vedere il video dell’intera conferenza a questo link.
Durante la riunione le Nazioni Unite hanno avanzato la proposta di imporre un cessate il fuoco di 48 sulla città di Aleppo in modo da permettere una corretta distribuzione degli aiuti umanitari. Mercoledì 10 agosto, però, la Russia ha ribattuto accettando una tregua di sole tre ore. Il generale dell’esercito russo Sergei Rudskoy ha affermato che la tregua sarà utile per “garantire che i camion possano entrare ad Aleppo in totale sicurezza” ed ha dichiarato che a partire da giovedì “saranno organizzate per l’occasione delle finestre umanitarie dalle ore 10 alle 13 [orario di Aleppo]. Durante questo lasso di tempo tutte le attività militari e gli attacchi aerei verranno sospesi”.
Anche se questa decisione rappresenta un progresso che potrebbe favorire il raggiungimento delle negoziazioni di pace, molti rappresentanti della comunità internazionale hanno adottato una posizione scettica esprimendo dubbi e preoccupazioni riguardo al fatto che tre ore siano troppo poche per assicurare un effettivo miglioramento delle condizioni nella città.
In seguito alla conferenza stampa di giovedì pomeriggio un giornalista ha chiesto a Steven O’Brien, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore degli Aiuti, se fosse realmente possibile riuscire a consegnare tutto il necessario in tre ore. O’Brien ha esitato prima di rispondere ed ha poi affermato: “No, non sono abbastanza. Per come la situazione si presenta in questo momento sarebbero necessarie due corsie di traffico che permettano il transito dei camion per almeno 48 ore”. Nonostante alcuni abbiamo affermato che tre ore potrebbero essere effettivamente utili se gli aiuti fossero consegnati via area, O’Brien ha proseguito spiegando che il trasporto via terra è senza dubbio la via migliore per raggiungere le persone, poiché “Il materiale che si riesce a consegnare con sei settimane di aiuti aerei corrisponde al carico trasportabile con un solo camion”. Martedì 9 agosto O’Brien aveva anche dichiarato davanti al Consiglio di Sicurezza: “Potremmo consegnare gli aiuti in 24-48 ore se solo avessimo una via di accesso sicura all’interno di Aleppo” ed aveva inoltre fatto pressioni perchè il sistema di trasporto dell’acqua venga riparato al più presto.
Hanaa Singer, Rappresentante UNICEF in Siria, ha studiato più da vicino la crisi dovuta alla mancanza d’acqua pulita ed ha affermato: “La scarsità d’acqua si inserisce nel contesto di un’anomala ondata di calore. I bambini in particolare sono esposti a malattie trasportate da acque impure”.
Sebbene la tregua di tre ore proposta dalla Russia rappresenti un passo nella direzione corretta, probabilmente un periodo di tempo così ridotto non permetterà il risanamento delle infrastrutture danneggiate. Le Nazioni Unite non sono soddisfatte dalla proposta e continueranno a chiedere finestre umanitarie di una durata tale da permettere effettivamente il trasporto dei beni necessari e la riparazione dei collegamenti idrici ed elettrici nella città.