Lo scorso maggio ho avuto modo di partecipare a un evento storico nel mondo del vino: per la prima volta si sono tenuti a New York un seminario e una degustazione specificamente dedicati ai vini Roero del Piemonte. Il Roero è una zona del Piemonte nota per i suoi terreni sabbiosi, che si dice producano vini più leggeri, a volte anche più aromatici. Oggi la loro varietà di punta è l’Arneis, un uva bianca che fino a cinquant’anni fa era considerata uva di scarto, con l’unica funzione di proteggere da uccelli e insetti i più preziosi vitigni a bacca rossa, il Nebbiolo e la Barbera.
In passato, e secondo alcuni ancora oggi, il vino rosso era molto più apprezzato del vino bianco. Con l’eccezione di alcuni vini dolci, storicamente il vino rosso ha sempre ricevuto molta più considerazione (e quindi soldi) del bianco. E così il Piemonte, come tante altre regioni del vino, considerava i propri rossi, come il Nebbiolo e la Barbera, ben più preziosi di qualsiasi bianco. Le uve Arneis, che maturavano precocemente, venivano utilizzate per attirare con aromi inebrianti uccelli e api e tenerli lontani dalle uve rosse: l’esistenza di questi vitigni era votata al sacrificio in nome del benessere di altre uve.
Piemonte: baciato dal vino
Tra le regioni italiane del vino, il Piemonte è senza dubbio considerata una delle più fortunate , soprattutto per la fama e gli investimenti che ha ricevuto a confronto di altre regioni del vino in Italia. Ma quella fortuna riguarda solo una piccola percentuale di ben noti produttori di Barolo e Barbaresco. L’area del Roero, a nord di Alba, sulla riva sinistra del fiume Tanaro, è una zona che fino al 1985 non aveva nemmeno una sua denominazione ufficiale DOC e che solo nel 2005 ha ricevuto la denominazione DOCG. Tuttora è una zona poco nota e una delle ultime roccaforti di un Piemonte capace di offrire vino di alta qualità a prezzi incredibilmente bassi.
Sottovalutati alla riscossa
Interessante come l’Arneis, un vitigno snobbato per anni, abbia finito per diventare la stella nascente di quest’area. Avrebbero potuto continuare a vendere Nebbiolo e Barbera e lasciare che il mondo non sapesse nulla dell’Arneis o che lo conoscesse solo per la denominazione di qualità inferiore, il Langhe Arneis: sarebbe rimasto un vitigno sottovalutato.
A pensarci è un po’ la stessa forza che sta dietro la costruzione dell’America e in particolare di New York: il bisogno da parte dei sottovalutati di tutto il mondo di avere un’occasione. Non contavano il diritto di nascita o i titoli: se un immigrato aveva del potenziale e non temeva il lavoro duro, aveva una possibilità.
L’Arneis, come tante persone che si impegano in quello che fanno, aveva solo bisogno di ottenere una possibilità.
Make Piemonte Great Again

I produttori della zona del Roero hanno capito il valore del vitigno bianco Arneis coltivato in quelle specifiche terre e ci stanno investendo. Dello stesso tipo di apprezzamento hanno disperatamente bisogno tante persone laboriose in tutto il mondo. É un’importante lezione: dovremmo spendere più tempo ad apprezzare ciò che c’è di speciale nel nostro giardino e concentrarci di meno sul fatto che l’erba sia più vedere dall’altra parte: in un mondo ideale questo permetterebbe a tutti di esprimere il proprio potenziale e di fiorire. Ma il mondo è diventato un luogo molto complicato e quindi le risposte non sono così facili. Per ora mi congratulo con i produttori del Roero che hanno unito le forze e non hanno dato per scontato quel che rende unica questa parte del Piemonte.
I consigli di Cathrine
Per tutti i giorni (a meno di $15)
2015 Marco Porello Roero Arneis “Camestri”, Roero DOCG, Piemonte, Italia ($14 per l’annata corrente, 2014): un ottimo esempio di come un vino di qualità così alta come l’Arneis, così come il Roero come zona vinicola, siano sottovalutati dal mercato americano. Questo è un bel vino, molto seducente, a un ottimo prezzo. Un vino con un’esplosione di vivaci sapori di pesca e miele, proveniente da un singolo vigneto chiamato “Camestri”. Perfetto abbinato al prosciutto.
Per le occasioni speciali (da $15 a $50)
2015 Cantina Malabaila Roero Arneis “Pradvaj”, Roero DOCG, Piemonte, Italia ($18 l’annata corrente, 2014): con un paio di dollari in più si può bere questo vino più orientato al terroir e più lineare. Viene prodotto dal vigneto “Pradvaj” posizionato a metà collina, il che gli dona la luce ideale e il giusto drenaggio. Le conchiglie trovate in questo vigneto si sentono nel vino sotto forma di un intenso retrogusto salino, lungo e preciso.
Fantasia (oltre $50)
1998 Matteo Correggia Roero “La Val Dei Preti”, Roero, Piemonte, Italia (non è disponibile sul mercato ma la qualità di questo vino servito in una bottiglia magnum è quella di un vino oltre i 50 dollari): questa annata è caratterizzata da molteplici livelli di complessità, con note di caffè espresso, caramello e il classico sapore basmati, un corpo ricco e un buon peso al palato, che riempie la bocca di sapori di more e tannini vellutati. Questa annata non è disponibile su wine-searcher.com ma mostra la capacità di invecchiamento del Roero Nebbiolo che ora utilizza la denominazione Roero DOCG, ma al tempo seguiva la più generale denominazione di Nebbiolo d’Alba DOC. Il 2010 è stato una grande annata per il Nebbiolo in Piemonte che in generale, ha prodotto vini aromatici e strutturati, ideali per l’invecchiamento. Questo vino è disponibile nell’annata 2010 per $ 25 su wine-searcher.com. Varrebbe la pena comprare qualche bottiglia da consumare subito e qualcuna da far invecchiare. Matteo Correggia è un produttore molto rispettato tra gli appassionati di Nebbiolo e in cantina e sul loro sito c’è una foto di Eddie Vedder, dei Pearl Jam, con in mano una bottiglia di Matteo Correggia Roero Rosso ad un concerto al Wrigley Field di Chicago.