Sono così abituato a vedere l’Italia sempre fra gli ultimi posti nelle classifiche che ormai le leggo con un certo distacco: tassi di occupazione, crescita economica, legalità, meritocrazia, libertà di stampa. Sono risorse utili per osservazioni sociologiche ma il loro impatto sulla mia emotività si è via via normalizzato, purtroppo, verso un’accettazione rassegnata. Poi d’improvviso scopri una classifica dove l’Italia è lassù in cima. E che classifica. Quasi non ci credi. Guardi con attenzione e provi un brivido.
Secondo quanto emerso da una ricerca effettuata da Bloomberg, l’Italia risulta il secondo paese più sano al mondo, sulla base di dati raccolti dall’ONU, la Banca Mondiale e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Sano nel senso che chi vive in Italia gode di tassi di salute altissimi. In questa classifica siamo dietro, e neanche di così di tanto, a Singapore, paese invincibile. Per sconfiggerlo forse avremmo qualche possibilità in una partita di calcio. Siamo, tuttavia, i primi in Europa. Abbiamo superato anche la Francia che da sempre ha uno dei migliori sistemi sanitari europei e del mondo. Vedere la Svizzera e la Svezia in coda fa un certo effetto.
La ricerca ha preso in considerazione due categorie di analisi: la percentuale di fattori di rischio e quella degli indicatori salutari positivi. Nel primo caso si considerano le percentuali di diffusione di fumo, alcol, incidenza del colesterolo, ecc…, nel secondo le aspettative di vita, cause di morte.
“La salute prima di tutto”, “La salute e poi tutto il resto”, “ Se non c’è la salute..”, sono modo di dire che in Italia ripetiamo come mantra. Brindiamo alla “salute”, rito diffuso soprattutto nei paesi Mediterranei. In Italia è così importante che la spesa pubblica per la sanità non si può toccare. I politici lo sanno e minacciano sempre di ridurla per poi, mostrando “magnanimità”, tagliare da altre parti cantando vittoria: “vedete, siamo riusciti a non toccare la sanità”. Si alza la minaccia per raggiungere il risultato voluto e farlo accettare più serenamente.
Ma quali sono i fattori che hanno determinato un ranking così alto? Innanzitutto, il sistema sanitario. E’ indiscutibile che a partire dagli anni’80 sia cresciuto in efficienza e tecnologia. I bravi medici c’erano e continuano ad esserci, quello che mancava era un sistema capace di farli lavorare bene. Insomma, per la salute i soldi sono stati spesi e tanti, perché in Italia creano consenso politico.
Secondo l’OCSE siamo uno dei paesi con il più alto numero di medici per abitanti, molto sopra la media dei paesi OCSE. Il lavoro che ogni genitore sogna per il proprio figlio, perché un medico in famiglia serve sempre, hai uno stipendio sicuro, e segui una mission umanitaria.
L’altro fattore è la dieta. L’Italia è il paese della dieta Mediterranea, quella che è diventata patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Probabilmente una delle diete più ricche di elementi necessari al fabbisogno di ogni individuo e sane del pianeta.
Nella ricerca si considera che i bassi tassi di obesità sono dovuti, oltre alla ottima dieta, ad una vita meno sedentaria di altri paesi: si cammina di più, per fare la “passeggiata” o per andare a lavoro.
Infine, l’altra variabile importante è il buon clima che aiuta il benessere fisico mentale.
La sintesi migliore e più efficace mi sembra quella di Mary B, che commentando i dati dice: “L’Italia è il paese più sano perché gli italiani sono ipocondriaci. Gli inglesi parlano del tempo e gli italiani del cibo e della salute. Loro conoscono tutti i sintomi e i rimedi, vanno dal dottore non appena starnutiscono perché “non si sa mai” e sono profondamente convinti che la prevenzione sia meglio della cura quando è troppo tardi. Loro sfidano anche i dottori perché non sono mai contenti della prima diagnosi”. Attenta e saggia la signora.
Godiamoci questo primato che può far sentire chi vive in Italia un po’ più sereno e forse meno angosciato dalla “solita Italia”. E magari ci fa guardare con maggiore sospetto ad un altro rapporto recentemente uscito: il Rapporto mondiale sulla felicità, prodotto dalla Sustainable Development Solutions Network. Vince la Danimarca, l’Italia è, a mio avviso, inaspettatamente cinquantesima dopo Arabia Saudita, Uzbekistan e Venezuela, quest’ultimo un paese che sta attraversando una delle crisi politico economiche più importanti della sua storia.
Cosa ne dobbiamo trarre alla fine? Che, forse, siamo meglio di quello che pensiamo. Che tutto il marcio ci appare ancora più marcio perché rassegnati dalla difficoltà ad interpretare quel circolo non virtuoso tra politica e media. Ma soprattutto che c’è ancora una speranza: se non riusciamo a far tornare indietro i cervelli, forse ci possiamo provare con arterie, fegati e colon in fuga. In Italia si troverebbero molto bene.
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