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Cinema: si comincia dal Bronx

La rinascita del borough più maltrattato di NYC passa dal cinema

Chiara BarbobyChiara Barbo
Bronx

Una scena del film musicale On the Town (Un giorno a New York)

Time: 4 mins read

“New York, New York is a wonderful town, the Bronx is up and the Battery is down!”. Così cantano Gene Kelly, Frank Sinatra e Jules Munshin nell’irresistibile motivetto sgambettato per le strade di Manhattan nel noto film musicale On the Town (Un giorno a New York), allegria musicale d’altri tempi….

Stanley Donen, insieme a Gene Kelly, nel 1949 dirige il film basato sull’omonimo musical di Broadway del 1944, con le musiche del grandissimo Leonard Bernstein e il trio canoro/ballerino è semplicemente perfetto a raccontare una giornata di libera uscita dei tre marinai che sbarcano a New York per la prima volta, per cui tutto è nuovo, entusiasmante, straordinario. Ma anche quelli che non hanno mai visto il film né il musical (tornato a Broadway lo scorso anno con grande successo) possono aver sentito la canzone, magari alla radio di sfuggita, o citata in altri film e musical, mentre turisti e newyorchesi (beh, non tutti ovviamente) ripetono e canticchiano il motivetto per imparare a orientarsi: “the Bronx is up and the Battery’s down!”.

Ora, nel musical originale New York era “helluva town” (leggi: hell of a town) mentre nella più morigerata versione cinematografica hollywoodiana diventa “a wonderful town”, ma il senso rimane, e quel che importa a noi adesso è seguire le indicazioni canore di Kelly, Sinatra e Munshin e incamminarsi su, a Nord di Manhattan, verso il Bronx.

Dal punto di vista della storia del cinema, forse non tutti lo sanno, ma il Bronx è uno dei due boroughs più rilevanti di New York; qui infatti sono nati i primi due studi cinematografici all’epoca del muto (i famosi studios di Astoria nel Queens verranno costruiti solo qualche anno più tardi) e non due studi cinematografici qualunque: The Edison Studios e Biograph Studios. Siamo nel 1907 (nel primo caso) e nel 1912 (nel secondo), la soleggiata Hollywood non si è ancora affacciata all’orizzonte cinematografico delle prime società di produzione americane ed è qui nel Bronx che Thomas Edison costruisce i suoi primi veri studios, una magnifica struttura su Decatour Avenue e Oliver Place, dopo gli esordi nel 1882 con la Black Maria a casa sua in New Jersey e nei successivi più modesti spazi a Manhattan nel 1901.

Il poster della prima versione cinematografica di Frankenstein, nel 1910
Il poster della prima versione cinematografica di Frankenstein, nel 1910

Agli Edison Studios nel 1910 viene girato uno dei primi horror movies della storia del cinema nonché la prima versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Mary Shelley, Frankenstein, interpretato da Charles Ogle, Augustus Phillips e Mary Fuller (tutti e tre non accreditati), e diretto da James Searle Dawley. Cortometraggio di 14 minuti, girato qualcuno scrive in tre giorni qualcuno invece in una settimana, era cosa comunque insolita poiché all’epoca i film venivano generalmente girati in giornata. Una piccola curiosità: il film è stato riscoperto negli anni Settanta presso un collezionista privato del Wisconsin, Alois Dettlaff, che lo aveva acquistato negli anni Cinquanta e lo aveva conservato senza però conoscerne l’importanza.

Sempre negli Edison Studios nel 1912 viene realizzato uno dei primi film seriali, What Happened to Mary?, una serie di 12 film interpretati da Mary Fuller (che a brevissimo sarebbe diventata una delle dive più celebri dell’epoca del muto, accanto a Mary Pickford, per poi scomparire dalle scene dopo pochi anni e morire pressoché dimenticata). Nel 1918 gli studios chiusero i battenti, tutti cominciavano a trasferirsi nella ben più spaziosa, calda e conveniente California, ma lo spazio venne riaperto nel 1935 ad opera dei Terry Brothers (che avevano già i loro studios di cartoni animati a New Rochelle, New York), i quali assunsero diversi artisti del Bronx per dipingere a mano i primi cartoni animati a colori, quelli appunto della Terrytoons Animation che, con i suoi personaggi animati, è un caposaldo della storia dell’animazione americana.

Dopo il pioniere dell’immagine Thomas Edison e l’evoluzione subita negli anni dai suoi studios, è la volta di D.W Griffith, che diventerà il più grande e noto regista dell’epoca. Nel 1912 Griffith arriva nel Bronx con i suoi Biograph Studios, che aprono i battenti al numero 807 della East 175 Street (anche questi trasferendosi da Manhattan), e contribuiranno a lanciare la carriera di attori come Mary Pickford, Lillian and Dorothy Gish, Harry Carey, Lionel Barrymore.

Dopo la loro chiusura, negli anni Cinquanta sarà il produttore Martin Poll a riaprirli con il nome Gold Metal Studios, al tempo i più grandi in America al di fuori di Hollywood, dove verranno girate serie tv come Naked City (La città in controluce, bellissimo police drama, lontano padre dei vari Law and Order e NYPD Blues) e la serie comedy poliziesca Car 54 Where are you?, e soprattutto famosi film ricchi di star come Odds Against Tomorrow (Strategia di una rapina), A Face in The Crowd (Un volto nella folla), The Fugitive Kind (Pelle di serpente), Butterfly 8 (Venere in visone). Altra nota interessante: Martin Poll lavorò sodo per semplificare leggi e permessi per girare a New York, e nel 1959 venne nominato, dall’allora presidente del Bronx Borough, Commissioner of Motion Pictures Arts – antesignano delle odierne Film Commission.

Tutto questo sarebbe stato velocemente dimenticato (nell’opinione comune infatti è a Hollywood che ci sono i grandi studios, ora come un tempo) se non fosse per The Bronx International Film Festival, che oltre a celebrare la storia del cinema del Bronx come anche nuovi film e nuovi autori, promuove il Bronx come destinazione culturale, e ne ha ben ragione, dopo anni di emarginazione e maltrattamenti, anche cinematografici.

Negli ultimi anni il Bronx sta vivendo una rinascita: diversi newyorchesi cominciano a trasferirsi quassù, qualche turista fa capolino da queste parti anche al di là dello Yankee Stadium, del Botanical Garden e dello Zoo, e si è tornati a girare qui, soprattutto in esterni, film e serie tv.

Ed è qui che torneremo anche noi, sulle tracce di set cinematografici di oggi e di ieri, dal grande Harold Lloyd alla televisiva Gotham….

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Chiara Barbo

Chiara Barbo

Scrivere di cinema o scrivere il cinema? Possibilmente tutti e due. Dalla critica cinematografica alla sceneggiatura passando per la produzione, al di qua e al di là dell'oceano, collaboro con La VOCE di New York e con Vivilcinema, con la Pilgrim Film e con Plan 9 Projects. E anche con altri. Ma per lo più penso, immagino, ricerco, scrivo, organizzo in modalità freelance. Insieme a tanti altri, faccio parte della giuria del David di Donatello. New York è stata una scelta. New York è intensa, vitale, profonda e leggera, pacchiana e intellettuale, libera, creativa, è difficile, è bellissima, ed è la città più cinematografica del mondo.

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