E’ iniziata la battaglia sociale e politica contro gli inceneritori dei rifiuti. Il governo regionale di Rosario Crocetta ne vorrebbe realizzare sei. Quello che dovrebbe vedere la luce nella Valle del Mela, in provincia di Messina, dovrebbe essere il settimo. In questo caso si tratta di una centrale elettrica che dovrebbe essere riconvertita a Combustibile solido secondario (Css): in pratica, dovrebbe bruciare rifiuti. Ma in queste contrade (che sono tra le più inquinate della Sicilia, come vi abbiamo raccontato qui) si profila la richiesta di referendum, per invitare la popolazione locale a pronunciarsi su questo tema.
E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dall’associazione TURDIRDAI e dal Comitato Cittadini pacesi per la vita. In queste ore, nella Valle de Mela, si discute su quanti Comuni coinvolgere nel referendum. “Un referendum allargato solo ai Comuni dell'area ad elevato rischio di crisi ambientale è riduttivo – si legge nel comunicato -. L'impatto ambientale di un inceneritore investe diversi Comuni del territorio. Non esistono comuni di serie A o di serie B. E’ doveroso coinvolgere tutti gli enti locali che si sono espressi sulla questione Css per fare realmente un fronte comune senza discriminazione alcuna. Nel 1989, sulla trasformazione a carbone della centrale, sono stati coinvolti 22 Comuni”.
Nel referendum contro il progetto di trasformazione della centrale di San Filippo del Mela presentato dalla A2A/Edipower, sono impegnati l’ADASC (Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della salute dei Cittadini) con il suo presidente, Peppe Maimone, e il TURDIRDAI, presieduta da Angela Bianchetti (presidente onorario, perché la presidente è l’avvocato Caterina Mannino). E naturalmente il già citato Comitato Cittadini pacesi per la vita presieduto dall’avvocato Giuseppe Foti. Grazie al lavoro di associazioni, Comitati e cittadini 16 Consigli comunali e 5 Giunte municipali si sono espressi contro l'utilizzo del Css presso la centrale termoelettrica di Archi, quindi contro la realizzazione dell'inceneritore nella Valle del Mela. Allo stato attuale non si capisce che cosa farà il Comune di Milazzo, che a quanto pare versa in “difficoltà economiche” (come la maggior parte dei Comuni siciliani, i verità). In ogni caso, gli organizzatori invitano il sindaco “ad intraprendere altre iniziative per evidenziare ancora con più forza la posizione della città di Milazzo sulla realizzazione dell'inceneritore, coinvolgendo anche i cittadini milazzesi”.
Presso il Comune di San Filippo del Mela è stato istituito un tavolo istituzionale con la collaborazione di qualche associazione e comitato sul progetto dell’ A2A/Edipower. “Auspichiamo – si legge ancora nel comunicato – che, alle prossime riunioni, il sindaco si faccia carico di invitare anche le altre associazioni del territorio che, negli anni, hanno lottato per la tutela dell'ambiente e per la difesa della salute pubblica e che da quasi due anni ininterrottamente si stanno interessando della questione dell'inceneritore. La partecipazione dei portatori di interessi diffusi è fondamentale e deve essere estesa a tutti i soggetti realmente presenti sul territorio”.
Dall’inceneritore dei rifiuti al mega elettrodotto in corso di realizzazione. Un ‘mostro elettromagnetico’ che passa vicino ai centri abitati, mettendo in pericolo la salute degli abitanti di queste contrade. Nel comunicato si lacia una frecciata al Comune di Pace del Mela: “Ci sorprende la posizione del Comune di Pace del Mela in quanto, sulla questione della realizzazione dell'elettrodotto Terna, dopo l'approvazione del Consiglio comunale, l'attuale sindaco non ha mai indetto il referendum. Per quale motivo? Perché questo cambio di passo sulla questione referendum? Forse l'inquinamento elettromagnetico non è nocivo per l'ambiente e la salute pubblica?”.
“Una campagna referendaria degna di tale nome – si legge sempre nel comunicato -dura diverse settimane con l'obiettivo di coinvolgere il più possibile la cittadinanza. Quindi, auspichiamo che i cittadini vengano chiamati al voto referendario in primavera, per dare la possibilità anche ad altri Comuni di indire il referendum”.
“L'Associazione e il Comitato facenti parte del coordinamento ambientale Milazzo Valle del Mela – conclude il comunicato – a giorni chiederanno una riunione degli altri componenti del coordinamento per decidere quali azioni intraprendere per coinvolgere gli altri comuni e la cittadinanza.
Dell’inceneritore della valle del mela si è occupato la scorsa settimana il Parlamento siciliano, approvando una mozione che impegna il governo siciliano di Rosario Crocetta a “bloccare ogni ipotesi di riconversione della centrale termoelettrica in inceneritore”. La mozione è stata presentata dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, prima firmataria la deputata Valentina Zafarana. La mozione prevede inoltre il risanamento ambientale di tutta l'area del Mela.
“Questo – ha affermato Valentina Zafarana – è il frutto di un lavoro fatto fianco a fianco con i cittadini e i comitati 'No Ram-No Css', che lottano contro la raffinerie e contro tutti gli impianti inquinanti nella Valle del Mela”.
Il Movimento 5 Stelle, in occasione della votazione della mozione, ha criticato l’assessore regionale con delega ai rifiuti, Vania Contraffatto. Magistrato presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo prestata alla politica (è sponsorizzata dall’ala renziana del PD siciliano), Vania Contraffatto, nei mesi scorsi, si è presentata dicendo che avrebbe lavorato per la raccolta differenziata dei rifiuti. Strada facendo deve aver cambiato idea, se oggi sponsorizza gli inceneritori, che sono inquinanti e non risolvono il problema dello smaltimento dei rifiuti. Un terzo dei rifiuti inceneriti, è noto, si trasforma in cenere e deve essere smaltito. Ma questo è un discorso che dovrà essere affrontato quando verranno realizzati i sei inceneritori annunciati dall’assessore Contraffatto. Infatti, per realizzare tali impianti passano da 5 a 10 anni. Tanto che il dubbio – che in realtà è più di un dubbio – è che il governo nazionale di Matteo Renzi e il governo regionale abbiano programmato i sei inceneritori per gestire una montagna di soldi pubblici in prossimità del 2017 e del 2018, quando andranno in scena, rispettivamente, le elezioni regionali siciliane e le elezioni politiche nazionali…
Commenta Angela Foti, altra parlamentare del Movimento 5 Stelle: “Prosegue la nostra lotta contro il tentativo di regalare alle lobby dell'incenerimento un affare milionario, fatto di contributi statali. I Comuni saranno schiacciati da una tariffa insostenibile, senza poter recuperare i proventi della raccolta differenziata che svilupperebbe un'occupazione pari a dieci volte quella attuale. Il tutto avvelenando i territori”.
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