di Riccardo Gueci*
L’Euro e i danni che sta provocando all’Europa. Il tema sta ormai uscendo dalla ristretta cerchia di economisti ed intellettuali e sta diventando popolare. Ed è anche logico, visto che – soprattutto nei Paesi del Sud Europa – è in gioco la democrazia. Insomma, le critiche, piuttosto serrate, alla moneta unica europea non sono né temi di una ristretta cerchia, né, tantomeno, sfoghi di leghisti furenti. Al contrario, è un argomento che riguarda tutti.
Da Informazione Libera, per esempio, apprendiamo che il sociologo e studioso italiano, Luciano Gallino, ha scritto sul sito della Fiom – il sindacato dei Metalmeccanici della Cgil – un articolo ben documentato sulle ragioni della crisi europea e, in particolare, quella italiana. Questa, nonostante i clamorosi annunci governativi di ripresa, continua a seminare disoccupazione ed impoverimento della società nazionale. Una crisi economica che ha allargato la ‘forbice’ tra i ricchi e i poveri del Paese. La portata dell'intervento del sociologo è tale che va ben al di là della notizia di cronaca, e stimola approfondimenti e riflessioni sul futuro del nostro Paese e dell'Europa comunitaria.
Gallino è categorico: via Renzi ed il suo governo di dilettanti. Occorre un governo che ci difenda dall'Unione Europea. E continua: “A otto anni dall'inizio della crisi economica negli Stati Uniti e in Europa ed a sei dalla fittizia trasformazione della crisi del sistema finanziario privato in crisi del debito pubblico, l'Italia si trova con un governo allineato con le posizioni più regressive della Troika pilotata da Berlino. La realtà del Paese è drammatica e il dilettantismo del governo non fa che peggiorarla”.
Da qui la puntualizzazione: “L'Italia ha bisogno urgente di un altro governo che abbia compreso le cause

Matteo Renzi
strutturali della crisi e che sappia mobilitare nel Paese le competenze per superarle”. A tal proposito Gallino accusa gli intellettuali italiani di avere scambiato l’attuale Unione Europea – controllata dalle banche e dalla finanza – con l'Europa dei popoli. Secondo il sociologo, nella costruzione europea ed, in particolare, nel Trattato di Maastricht sono stati commessi parecchi errori, quale quello di attribuire ad ogni paese, grande o piccolo che fosse, la titolarità del voto paritario, nella pia illusione di contenere la spinta egemonica tedesca, non calcolando il fatto che gli ultimi – in questo caso i più piccoli – si allineano sempre con i più potenti nella speranza che qualche briciola della potenza tedesca arrivi anche a loro. Dalle nostre parti c'è un modo di motivare questo comportamento stannu vicinu o suli nni quariamu (traduzione: stando vicini al sole ci si scalda). Questo detto ha un fondamento che trascura, però, l'altro aspetto e cioè che stando vicini al sole ci si può anche scottare.
Gallino sostiene che tanti errori non sono stati casuali. E aggiunge che il potere finanziario europeo (e, secondo noi, internazionale ed intercontinentale) ha condizionato e continua a condizionare anche gli orientamenti dell'integrazione europea. Infatti, a porre le basi del Trattato di Maastricht è stata la grande finanza internazionale, mediante le attività di orientamento svolte da soggetti del rango della Mont Palerin society, la Trilaterale, il Club Bldelberg, la Tavola rotonda degli industriali, la Adam Smith society e, per ultimo, il Forum di mondiale di Davos.
Descritte così le intestazioni di questi organismi internazionali possono non dire nulla al grande pubblico dei lettori. Ma se, sinteticamente, accenniamo alla loro costituzione ed alle loro finalità, forse i lettori si renderanno meglio conto di cosa si tratta. Partiamo dalla Mont Pelerin society, che è stata costituita il 10 aprile 1947 nel centro termale svizzero dal quale prende il nome. E' un'organizzazione internazionale, costituita da economisti, intellettuali e politici con la finalità di promuovere il libero mercato. La Trilaterale ha sede a New York dove è stata costituita il 22 giugno 1973 da David Rockefeller. E' un gruppo di studio composto da oltre 300 membri tra uomini d'affari, intellettuali e politici, provenienti dal Giappone, dall'Europa e dall'America settentrionale. La Tavola rotonda degli industriali ha come scopo quello di educare gli studenti a cosa imparare nella società dell'informazione. I loro progetti – Leonardo e Socrates – sostengono l'apertura della scuola all'impresa, la flessibilità del sistema educativo, lo sviluppo dell'insegnamento a distanza, la messa in moto della competenza a scapito della conoscenza e della formazione alla cittadinanza.
Secondo voi il progetto della 'Buona Scuola' messo in campo da Matteo Renzi a quali canoni educativi si è ispirato? La Adam Smith Society è un'associazione liberale e liberista, cui aderiscono accademici, professionisti, economisti, giuristi ed operatori economici che perseguono il dettato economico di Adam Smith dal quale assumono il nome. Lo scopo principale della loro azione politica è costituito dalla deregulation in economia e dalle privatizzazioni.
Non ci soffermiamo sul club Bildelberg perché su di esso esiste una vasta letteratura, e noi stessi ce ne siamo occupati abbondantemente, mentre gli altri sono meno noti al grande pubblico dei lettori. Il Forum Mondiale di Davos è una fondazione con sede a Cologny (Ginevra), nata nel 1971, la quale ogni anno tiene nella omonima cittadina sciistica Svizzera un incontro tra esperti di primo piano della politica e dell'economia internazionale, nonché intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere le questioni più urgenti che il mondo deve affrontare. In altri termini il Forum di Davos detta l'agenda alla politica e questa attraverso i vari G7 o G20 dà seguito operativo.
Tornando al tema, l'elaborazione del Trattato di Maastricht è stato il risultato di un’elaborazione corale. A determinarne l'orientamento sono state anche grandi organizzazioni internazionali (per esempio l'OCSE) che “si sono impegnate senza tregua sin dall'inizio per far sì che il Trattato UE contenesse le norme più incisive di liberalizzazione dei movimenti di capitali. E’ stato al tempo proprio il cancelliere tedesco Kohl ad essere “irremovibile nel pretendere che l'Euro fosse il più possibile simile al Marco e che la Banca Centrale Europea, BCE, fosse dichiarata per statuto indipendente dai governi”. Clausola, questa, mai vista né prima, né dopo in nessuna parte del mondo. “La BCE, infatti – sottolinea Gallino – si è rivelata essere un organo prettamente politico, che scrive agli Stati membri dell'Unione affinché taglino salari, pensioni e sanità. Su queste basi l'Euro è stato definito il più efficace strumento per tenere bassi i salari”.
Fatte queste affermazioni, che taluno potrebbe pure definire gratuite, il sociologo passa ai dati, ma questi di gratuito non hanno nulla. “Tra il 2008 e il 2010 i governi dell'Unione Europea hanno speso o impiegato 4 e 500 miliardi di Euro per salvare le banche, ma non sono riusciti a trovarne 300 per salvare la Grecia dal disastro economico. Gli squilibri tra gli Stati membri sono cresciuti a tutto vantaggio dell'economia tedesca “ad onta della normativa che impone di limitare l'eccedenza export-import. La Germania – osserva ancora Gallino – continua ad avere eccedenze nell'ordine di oltre 160 miliardi di Euro l'anno. Uno squilibrio che potrebbe contribuire al fallimento dell'Unione”. Intanto, aggiunge il sociologo, “la disoccupazione colpisce 25 milioni di lavoratori europei: quelli a rischio di povertà sono oltre 100 milioni”
A questo andazzo, come reagisce la popolazione europea?, si chiede Luciano Gallino. E si dà una risposta abbastanza corrispondente al vero: “Non andando a votare per oltre il 60 per cento per l'unico organo elettivo dell'Unione. In sostanza, indebolendo il peso politico del Parlamento europeo. Le punte di astensione raggiungono l'80 per cento nei nuovi Stati membri. Ovvero, l'altra opzione: dando un largo consenso alle formazioni politiche di estrema destra in Francia, Italia, Polonia e Ungheria. Con questo atteggiamento concorrendo allo svuotamento della democrazia che in Europa è stata già da tempo svuotata dalle oligarchie politico-finanziarie di Bruxelles e dintorni”.
Va da sé che, perseverando il processo politico ed economico dell'austerità, l'Europa comunitaria rischia il suo fallimento. A tal proposito Gallino prevede un futuro non proprio roseo, anzi nero. E delinea due possibili conseguenze derivate proprio dalla politica di austerità. Una è data dal fatto che le banche europee sono stracolme di titoli tossici. Ad esempio, la Deutsche Bank sarebbe esposta per una cifra astronomica che si aggirerebbe intorno a 70 mila miliardi di euro. Una dimensione mostruosa più volte denunciata dal giornalista d'inchiesta Paolo Bernard. Gallino la definisce “la banca più fallita del mondo, con un buco che si vede anche dalla luna”. E' possibile che la banca ad un certo punto fallisca e trascini con sé sia la UE, sia l'Euro, per la ragione che l'Unione Europea non dispone di adeguati mezzi finanziari, tali da salvarla e salvare se stessa.
L'altra eventualità del fallimento Gallino la individua nella cocciuta “costanza dell'attuale Euro-regime”, che “vampirizza gli Stati membri sino all'ultima goccia di sangue”. In questo caso la catastrofe verrebbe innescata dall'uscita dall'Euro di uno Stato ridotto all'osso che non può più pagare i suoi creditori. E la sua uscita provocherebbe il trascinamento a catena di altri Stati ridotti nelle medesime condizioni, o quasi. Un po’ quello che stava succedendo in Grecia. Il popolo greco ‘bocciando’, con il referendum, il piano di ‘risanamento’ della Troika ha manifestato a chiare lettere la volontà di uscire dall’Euro. Ma i potentati bancari e finanziari che oggi controllano l’Europa hanno minacciato di bloccare la liquidità alla Grecia, costringendo il leader greco Tsipras ad accettare i dettami della Troika, altrimenti il popolo greco sarebbe rimasto senza soldi. La dimostrazione che, come dice Gallino, l’uscita dall’Euro si un solo Paese potrebbe determinare il crollo della moneta unica.
Di questa eventualità sono consapevoli tutti e non è un caso di resipiscenza delle sue teorie, che ha indotto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schauble, a perorare il voto favorevole del Bundesbag all'accordo con Tsipras e alla elargizione di nuovi aiuti alla Grecia, apparentemente contravvenendo alle sue teorie rigoriste, delle quali la signora Merkel è portabandiera in Europa. Sulla crisi dell'Euro e dell'Unione Europea Gallino conclude ipotizzando una terza eventualità: cioè la soppressione dell'Euro e degli eventuali rischi conseguenti. “In ogni caso sarebbero inferiori a quelli che oggi corre l’Unione Europea, sia per i suoi difetti strutturali, sia per la possibilità che l'uscita di un Paese rechi danni agli altri”. Certo i “rischi sarebbero accentuati per chi dall'Euro ha tratto i maggiori vantaggi”.
Un'altra eventualità prevede il mantenimento in vita dell'Euro, ma facendo circolare al contempo una moneta fiscale, nazionale. In questo caso l'Euro “da moneta unica diventerebbe moneta comune”. Per moneta fiscale s'intende una divisa il cui valore sarebbe assicurato dal fatto che essa sarebbe garantita dalle entrate fiscali. Se ne parla da tempo in Francia, nel Regno Unito e nella stessa Germania. Il problema in questo caso sarebbe politico. Chi mai s'azzarderebbe ad avanzare la proposta di abbandonare o sterilizzare l'Euro? Forse la Grecia, ma è assai improbabile perché Siriza , il partito di Alexis Tsipras, ha sempre sostenuto di volere restare nella zona Euro. Forse la Spagna qualora alle prossime elezioni nazionali vincesse la formazione politica di Podemos. “Da parte del governo italiano in carica – osserva Gallino – un atto simile è inimmaginabile, essendo il medesimo del tutto allineato sui rovinosi dogmi di Bruxelles”.
L'intervento di Luciano Gallino sul sito della Fiom, per quanto ci riguarda, è da sottoscrivere interamente, tranne nella parte nella quale descrive come dilettante il governo di Matteo Renzi. La nostra opinione sul punto è assolutamente diversa. Il preteso dilettantismo del governo italiano in carica è stato concepito sin dalla nascita dai suoi mallevadori, che sono le consorterie finanziarie internazionali – quelle che Gallino individua nel suo intervento – che se lo sono inventato e che lo sostengono, lo sponsorizzano e gli forniscono pure i consulenti politici. Quel governo è stato infarcito di gentili signore e di egregi signori dediti esclusivamente al Signorsì. Compito che svolgono con sussiego e puntualità. In realtà, il governo Renzi non è dilettantesco, ma molto pericoloso.
*Riccardo Gueci continua il suo 'viaggio' tra politici ed intellettuali che si interrogano sul futuro dell'Europa dell'Euro. Dopo aver comentato una lettera che l'economista ed ex Ministro della Repubblica, Paolo Savona, ha scritto al capo dello Stato, Sergio Mattarella, a proposito della possibile cessione, da parte dell'Italia, della sovranità fiscale a favore dell'Unione Europea (che potete leggere qui), Gueci illustra e commenta un intervento, sempre sulla moneta unica europea, del noto sociologo, Luciano Gallino. Si tratta di un articolo che Gallino ha pubblicato sul sito della Fiom.