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June 27, 2015
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Grecia/ La crisi vista da un greco che vive da anni in Sicilia: “Sull’Euro Tsipras lascerà decidere il popolo”

Manos KouvakisbyManos Kouvakis
Time: 6 mins read

Manos Kouvakis è un greco che vive da tanti anni in Sicilia. Ma non ha mai perso il legame con la sua terra. per lui, Grecia e Sicilia presentano tante similituduni: nei colori, nei sapori, nel modo di affrontare la vita. Dietro c'è una filosofia. Ma anche l'orgoglio di un greco che, oggi più di ieri, si sente raprpesentato da Tsipras, un leader democratico che, a suo giudizio, interpreta le aspirazioni del popolo greco.

Nella trasmissione Prosopika della televisione nazionale greca Nerit del 5 aprile 2015, dal titolo La Grecia dell’Italia, la giornalista Elena Katritsi, nella sua intervista, ha cercato di riportare temi e opinioni dei greci che da anni vivono in Sicilia. Si parla dell’unicità della Sicilia e della sua similitudine con la Grecia, sia di tipo caratteriale ma anche di tipo politico-economico e della “vita che scorre nel suo quotidiano piena di sapori colori e musica”. Insomma, di una Sicilia legata alla Grecia da un filo invisibile.

Il rapporto tra Grecia e Sicilia si intreccia con le vicissitudini che l’attuale governo greco di Tsipras  sta affrontando, dando un brusco cambio di rotta ad un ambiente consolidato dai governi passati che hanno portato il popolo ellenico a guardare con occhi diversi il passato. Sì, è vero che negli ultimi 40 anni della mia permanenza in Sicilia sono stato poco interessato all’andamento politico greco, ma è anche vero che l’elezione di Tsipras è stato un richiamo che ha attirato la mia attenzione sulle vicende del mio Paese.

Forse anche la conoscenza della lingua e i parenti rimasti in Grecia mi hanno coinvolto, ormai da mesi, in continue discussioni mai fatte prima sulle vicende politiche greche. Forse la sofferenza di un popolo che ha superato i confini dello stato greco e sta facendo da richiamo a tutti noi, cercando, come ha fatto sempre nei secoli passati, di alzare la testa e rompere ancora una volta le catene.

Tsipras ha espresso la volontà della maggioranza del popolo greco quando, nei giorni scorsi, ha dichiarato al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo: “Ci troviamo nel bel mezzo di una tempesta. Ma siamo gente di mare, siamo esperti della furia degli elementi e non temiamo di navigare su acque profonde, in nuovi mari, per raggiungere porti nuovi e più sicuri”. Mentre Yanis Varoufakis,  ministro delle Finanze della Grecia nel Governo Tsipras parla dell’accordo che non si riesce a siglare fra le esigenze del popolo greco e i Paesi ‘duri’ dell’Unione Europea, non utilizzando la parola inglese agreement o agreed, ma l’equivalente parola  greca: sinfonia, che suona come la melodia di un accordo che permetterebbe alle parti di portare avanti una politica comune, che metta in primo piano la crescita di un popolo. Sì, la crescita del popolo greco che, anche alla luce degli errori commessi dai governi precedenti, rifiuta di mantenere una Troika di sacrifici, sudore e sangue, a vantaggio degli interessi forti, interessi che nulla hanno a che fare con la solidarietà e la cooperazione, valori nel cui nome è stata costruita l’Eurozona. 

Il governo greco è pronto a far saltare gli “accordi subiti” e navigare verso porti nuovi, ma nello stesso tempo lotta affinché si trovi la “sinfonia” all’interno dell’eurogruppo, avendo la consapevolezza che in questo momento manca  ai suoi interlocutori, che si trovano dall’altra parte del tavolo: ovvero la consapevolezza che l’uscita della Grecia dall’Euro, per quanto disastrosa possa essere nell’immediato per il governo greco, non è per nulla paragonabile alle macerie che lascerebbe alle sue spalle in tutti i Paesi che resteranno all’interno dell’Eurozona. In ogni caso si apriranno scenari impensabili, che in questo momento si possono solamente ipotizzare,  ma nulla sarà come prima.

E’ possibile questa soluzione dell’uscita della Grecia dall’Euro? Penso di sì, perché nessuno ha veramente capito dopo tanti secoli lo spirito del popolo greco, che è il vero motore che fa muovere Tsipras, greco al cento per cento, che con le lacrime agli occhi ha tenuto i suoi discorsi nel Parlamento ellenico  in piazza Syntagma ad Atene. Ora, Alexis Tsipras vuole la delega dalla maggioranza del popolo greco per andare avanti in una decisione storica, quale essa sia, decisione che dovrà prendere nei prossimi giorni nei tavoli delle trattative europee. Anche per lanciare un segnale forte ai Paesi dell’Eurozona. Che dirà? Da greco, penso che dirà non ci sono più margini e tempo, che non saranno più accettate condizioni transitorie che non risolvono niente, ma prolungano solo le sofferenze di un popolo già molto provato. Insomma, chiederà ai propri cittadini di dargli un mandato preciso, su cosa fare. E cioè:

a) rimanere nell’Euro e accettare il piano della Troika;

b) uscire dall’Euro e accettare la Dracma con tutte le conseguenze (e opportunità?) del caso.

Da grande politico, vuole che questa decisione storica sia condivisa dal popolo, lui vuole solo farsi portavoce della sua volontà, facendo partecipare ogni singolo cittadino a questo avvenimento, dove qualsiasi soluzione che verrà scelta diventerà storia: una storia che sarà raccontata alle generazioni future. Vuole sentire il polso di un popolo che si sente umiliato da questo trattamento, che vuole stare in Europa, ma come cittadino europeo e non come popolo sottomesso alle banche, di un popolo che vuole stare in una Europa diversa, come era stata pensata quando è stata creata e non come quella attuale. Un’Europa che oggi non sembra avere memoria di un popolo – il popolo greco – che non ha mai avuto paura ad alzare la testa e combattere contro nemici molto più potenti senza timore, e che la storia di secoli e secoli ha sempre premiato con la vittoria.

Nello stesso tempo Tsipras non chiuderà la strada ad alternative possibili, perché vuole trovarsi pronto ad ogni evenienza. Da qui l’importanza della sua presenza a San Pietroburgo, con riferimento all’intesa preliminare fra Russia e Grecia per il passaggio del gasdotto Turkish Stream sul territorio greco. Accordo che permetterà ad Atene di usufruire di un prestito pari al 100% dell’importo del gasdotto che avrà  una capacità annua di 47 miliardi di metri cubi di gas, con un accordo che pone le basi per una ulteriore cooperazione con la Russia. Sullo sfondo c’è anche il mercato cinese, che attualmente ha molto investito in Grecia, come per esempio nel porto di Pireo. Una Cina che sta guardando con attenzione agli sviluppi della crisi greca ed è pronta ad intervenire.

Non va dimenticato un altro aspetto importantissimo, che attualmente non viene menzionato: la Grecia è ricca di risorse nel settore degli idrocarburi e il governo greco,  ultimamente,  ha annunciato la proroga del termine per la presentazione delle offerte per la seconda esplorazione e sfruttamento degli idrocarburi in 20 aree marine della Grecia occidentale e a sud di Creta. Questo potrebbe essere il naturale sviluppo di uno scenario internazionale nuovo, che porterà nei prossimi decenni a trasformare una zona del Mediterraneo (che include Cipro, Grecia, Sicilia e i Paesi nordafricani) in un polo di estrazione petrolifera. Opzione che porterà benessere economico alle popolazioni locali e che potrà sostituire, nei prossimi decenni, il polo dei Paesi del Nord, dove attualmente lo sfruttamento degli idrocarburi è spinto ai limiti dello sfruttamento economicamente accettabile.

Siamo all’inizio di nuove ere, che cambieranno in  ogni caso concetti e visioni di un futuro davvero intrigante e interessante, ma anche con moltissime incognite e nodi che dovranno essere sciolti in tempi brevi, come in un romanzo di avventura, scritto dai migliori scrittori internazionali  del settore, ma con attori e situazioni reali che noi vivremo in prima persona, perché la soluzione finale toccherà tutti noi, in qualsiasi parte del mondo viviamo.

Chiudo con una digressione su un settore che da anni mi vede protagonista in Sicilia: la formazione di personale altamente specializzato nella subacquea industriale. Il Centro di formazione che abbiamo aperto in Sicilia a Palermo – il Cedifop – in questo momento non può dialogare con Grecia. A meno che il mio Paese non adeguerà la propria legislazione  alla normativa internazionale del settore. Passaggio che potrebbe avvenire nei prossimi anni vista l’importanza della subacquea industriale. Questo potrebbe diventare un settore che potrebbe unire Sicilia e Grecia in un Mediterraneo nel quale la domanda di queste particolari professionalità è in crescita. 

Foto tratta da nationalgeografiph.it

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Manos Kouvakis

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