In queste ore sulla Grecia se ne dicono di cotte e di crude. I Tg italiani drammatizzano, lasciando balenare, come fanno ormai da mesi, “l’imminente default greco”. Ovviamente, dopo aver gridato “Al lupo, al Lupo” un giorno sì e l’altro pure, nessuno ci crede più. Anzi, da quello che si capisce, l’eventuale uscita degli ellenici dall’Eurozona sembra terrorizzare più l’Unione Europea dell’Euro che non la Grecia di Tsipras. Non si spiegherebbe altrimenti la decisione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che ha autorizzato l’erogazione di quasi 3 miliardi di euro alla Grecia. Cosa, questa, che sta mettendo in grande difficoltà il governo Renzi. Con che faccia, infatti, l’esecutivo italiano, con il Ministro dell’Economia Padoan in testa, dovrebbe imporre agli italiani, da qui a dicembre, una nuova manovra da 18-20 miliardi di euro, quando la stessa Unione Europea sta dando ancora credito (e soprattutto soldi) alla Grecia?
La verità che Tsipras e il suo Ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis, hanno già messo alle corde la Troika – Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca Centrale Europea (BCE) e Unione Europea dell’Euro – che in questa vicenda hanno dimostrato di essere giganti dai piedi di argilla. Da mesi annunciano il fallimento della Grecia e poi, alla fine, non solo sono già stati erogati quasi 3 miliardi di euro agli ellenici, ma domani si riuniranno i capi di Stato e di Governo per cercare di evitare quello che sta già avvenendo: è cioè un’alleanza tra la Grecia di Tsipras e la Russia di Putin.
In queste ore, piaccia o no a tutti i ‘professoroni’ dell’Euro e del rigore economico, potrebbe emergere un nuovo scenario politico ed economico: con un’Unione Europea che potrebbe non avere più la credibilità per imporre politiche economiche imperniate sul rigore a chicchessia. Insomma, per dirla in breve, Tsipras sta dimostrando che è l’Unione Europea dell’Euro a temere l’uscita della Grecia dall’Eurozona e non viceversa.
L’aspetto quasi comico di questa storia è che mentre i governi dell’Unione Europea cercano di salvare la faccia parlando di una Grecia sull’orlo del default, Tsipras si trova a San Pietroburgo dove, fresco come un quarto di pollo, partecipa al Forum economico al fianco cdi Vladimir Putin. Sul blog di Alan Friedman leggiamo la seguente dichiarazione del leader greco: “L’Europa non si deve considerare come l’ombelico del mondo, deve capire che il centro dello sviluppo economico mondiale si sta spostando verso altre aree”. E a proposito del suo Pese aggiunge: “Siamo nel bel mezzo della tempesta, ma siamo un popolo capace di gestire il mare e la tempesta non ci spaventa, né la possibilità di scoprire nuovi oceani e raggiungere porti più sicuri”.
In pratica, Tsipras ha già stretto un mezzo accordo con la Russia. Tra i due Paesi, qualche giorno fa, è stata siglata un'intesa che prevede la costruzione del gasdotto Turkish Stream. Con un bell’anticipo di 2 miliardi di euro alla Grecia. Insomma, a differenza del Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, che nel nome del rigore ‘alleggerisce’ le tasche degli italiani, Tsipras difende il proprio Paese e i propri cittadini. Il fatto che in queste ore tanti cittadini greci stiano ritirando i propri risparmi dai conti correnti dimostra che Tsipras non ha alcuna intenzione di seguire la via cipriota: ovvero non ha alcuna intenzione di bloccare i conti correnti degli italiani per la bella faccia della Troika.
Non solo. Tsipras ha fatto sapere che entro novembre Russia e Grecia metteranno a punto un memorandum per lo sviluppo della cooperazione economica tra i due Paesi. Dalla Russia, insomma, c’è la disponibilità a fornire assistenza finanziaria alla Grecia. Non a caso, in queste ore, i soliti osservatori dell’Unione Europea si affanno nel provare a dimostrare che il debito della Grecia è “enorme” e che Mosca non sarebbe nelle condizioni di accollarselo. Precisazioni ‘europeiste’ che ricordano tanto il “fallimento” della Grecia dato per scontato da mesi e finora non verificatori.
A proposito di politica economica europea che cambia, risulta interessante un’intervista a La Repubblica, del 12 giugno scorso, del sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi. Dove si ipotizza la costituzione di un Fondo Monetario Europeo. L'intervista si intrattiene sui vari temi che riguardano il superamento della linea del rigore quali la gestione democratica dell'Euro, che va sottratta alla burocrazia e deve avere un suo presidente che risponda al Parlamento europeo; un bilancio dell'Eurozona per finanziare le imprese ed un welfare comune, anche con un'assicurazione sociale contro la disoccupazione.
La novità più rilevante, però, è la costituzione del Fondo Monetario Europeo, che la dice lunga sull'affidabilità ai fini dello sviluppo del ruolo assunto dal Fondo Monetario Internazionale. Un ente finanziario che pratica condizioni usurarie nei confronti dei Paesi in difficoltà, al punto da renderli più poveri e più ingiusti rispetto a chi è più bisognoso. Da qui la necessità di mettere fuori gioco un FMI ormai sputtanato.
Del resto, sono proprio i danni che la Troika ha prodotto in Grecia che danno oggi la misura dell’urgente necessità di una nuova Unione Europea senza ‘strozzini’. Secondo alcuni dati forniti sempre dal quotidiano La Repubblica di qualche giorno fa, in Grecia, a seguito delle ristrettezze imposte dalla Troika, a cominciare dai tagli alle spese sanitarie (addirittura dimezzate) e, in generale, alla spesa pubblica, la mortalità infantile, nei primi anni di vita dei bambini, è cresciuta del 43 per cento La “strage degli innocenti” è contenuta in un rapporto dei ricercatori delle università di Cambridge, Oxford e Londra, pubblicato dalla più importante rivista specializzata, The Lancet, nella quale è possibile leggere ulteriori dati secondo i quali il numero dei bambini sottopeso è aumentato del 19 per cento e quello dei bambini nati morti del 20 per cento. E ancora, i tagli all'acquisto di siringhe monouso ha provocato la diffusione dell'AIDS le cui infezioni in tre anni, dal 2009 al 2012, sono passati da 15 a 484.
Queste misure di contenimento della spesa pubblica originano da operazioni speculative delle banche francesi e tedesche degli anni trascorsi, quando finanziavano con lucrosi guadagni, faraoniche opere pubbliche dei precedenti governi greci, nonché enormi spese militari. Si pensi che la Grecia ha il doppio degli aerei da guerra di quelli posseduti dalla Francia e il doppio dei modelli più recenti di U.Boot di quelli in dotazione alla Marina Militare Italiana.
Queste politiche poco solidaristiche tra i Paesi europei – e, soprattutto, molto speculative da parte degli ambienti finanziari – stanno alla base delle crescenti diffidenze dei cittadini europei verso quest’Europa: diffidenze che hanno dato vita a movimenti di opinione e di azione politica contrari all'Europa comunitaria e all'Euro. Addirittura l'Islanda, che era una nazione candidata ad entrare nell'Unione Europea, ha superato le proprie difficoltà finanziarie con il concorso democratico dei suoi cittadini, pur di non accettare le offerte che le venivano dalla BCE e dal FMI. Oggi l’Islanda non vuole più entrare nell’Unione Europea.
Alla luce di questi eventi appare, dunque, significativo che nel negoziato interno all'Unione Europea sia venuta fuori la proposta di istituire il Fondo Monetario Europeo, allo scopo di svincolare l'Europa dalle logiche monetariste internazionali ed impostare una propria politica più attenta ai valori della solidarietà.