Un’altra delle icone di New York se ne va. E con lei se ne va un’arte effimera, nata per non durare. Ha chiuso domenica 6 luglio la Domino Sugar Factory la cui ciminiera è uno dei simboli dello skyline di Brooklyn. Da tempo la fabbrica non era più utilizzata, ma da maggio, prima dell’avvio dei progetti di ricostruzione che la trasformeranno in condomini di costosi appartamenti, lo spazio ha ospitato A Subtlety, installazione di Kara Walker.
L’artista afro-americana ha realizzato, appositamente per gli spazi della Domino, un’enorme sfinge ricoperta di bianco zucchero dalle sembianze tipicamente afro. Negli scorsi mesi, più di 130.000 persone hanno visitato la fabbrica e ammirato l’opera di Walker che voleva essere un omaggio alle lavoratrici afro-americane impiegate nell’industria dello zucchero nel secolo scorso.
Domenica 6 luglio, affrontando una lunga fila sotto il sole, sono andata a respirare per l’ultima volta quell’odore di zucchero attaccato alle pareti. Entrando nella fabbrica, il caldo, la folla, l’afrore e la vista della sfinge in quegli ambienti dove la luce si infila tra le finestre generando composizioni di forme e colore, creano una sensazione di stordimento che dopo qualche minuto si trasforma in nausea. Il pavimento è appiccicoso e si fa fatica a sollevare i piedi da terra. Le pozzanghere di zucchero sciolto riflettono la luce e colpiscono gli occhi.
Faccio in tampo a catturare qualche immagine con il cellulare, prima che lo stordimento si trasformi in bisogno di uscire all’aperto, nel sole di Williamsburg dove l’aria non odora di zucchero e lontano dallo sguardo severo delle sfinge, lontano dagli scuri bambini dagli occhi tristi. Ci vuole qualche minuto per riadattarsi alla realtà. L’arte, dal’altra parte, è fatta per strapparti al consueto, per mostrarti quello che altrimenti non vedresti. E Kara Walker lo fa senza pietà. Scegliendo una via estetica.
Chiuse le porte della fabbrica, l’installazione è stata smantellata, fatta a pezzi e avviata al riciclaggio. Tra le statute, sempre realizzate in zucchero, dei bambini servitori della sfinge, quelle sopravvissute al caldo che ne ha sciolte diverse, sono state messe all’asta.
Ora non resta che stare a guardare l’inesorabile macchina del real estate fare il suo corso.