Quando una star arriva in America, di solito tende a prendersi gli onori che le spettano. Il red carpet, oggi, si trova sessanta piani sopra il livello dell’Hudson, al 28 di Liberty Street, Bay Room, uno spazio modulare in cui più di 100 persone attendono di fronte al palcoscenico. Un trionfo di vetrate di enorme impatto su Lower Manhattan, con affaccio sulla Statua della Libertà, sul Jersey e sulla simbolica Ellis Island, approdo della ultra centenaria vicenda italiana nel nuovo mondo.
Vestita in un caratteristico contenitore di legno giallo, e di un’etichetta old fashioned che richiama immediatamente la tradizione culinaria italiana, la star del giorno non si fa aspettare a lungo.
“Ladies and gentlemen. The best prosciutto in the world, the one and only… Prosciutto di Carpegna Dop!”
La famiglia Beretta è in prima fila, ad occuparla quasi tutta. Il gruppo Beretta ha acquisito il Prosciutto di Carpegna nel 2016, e dopo due anni ha quasi raddoppiato la produzione, fino a 150.000 pezzi.
Produttori di salumi dal 1812, i Beretta si presentano quasi al completo, dalla ottuagenaria Marta al più giovane di tutti, Filippo, 21 anni. Il fil rouge che lega quel gap generazionale di 60 anni sembra un senso di appartenenza a una stessa storia, un entusiasmo comune, che non si racconta a parole. D’altronde, il legame familiare deve essere davvero speciale, se in 200 anni sono 8 le generazioni di Beretta che si sono susseguite in un business che, oggi, ha un fatturato consolidato di quasi un miliardo di dollari, di cui circa oltre il 40% fuori dall’Italia, il 10% soltanto negli Stati Uniti.
In piccole pochette rigorosamente gialle, le prime fette di Carpegna Dop escono dal backstage e vengono accompagnate e offerte alla platea.
All’assaggio, qualche veterano del mondo gastronomico newyorkese ha l’espressione di chi ha appena placato una lunga attesa. E in effetti, l’attesa c’era davvero, tanto che già 30 ristoranti di Lower Manhattan sono pronti a servire il Carpegna al primo giorno dopo lo sbarco in America.
Alberto Beretta, CEO di Fratelli Beretta, appare soddisfatto: “Da secoli – racconta – il Carpegna è stato apprezzato e amato in Italia, ed è un onore poter introdurre questa tradizione negli Stati Uniti per la prima volta. I primi cento pezzi sono già andati venduti, e crediamo che possa avere successo. E’uno dei più esclusivi prosciutti nel mondo, con una storia e una tradizione incredibili”
Il Carpegna Dop 20 mesi sarà sul mercato come premium product. “La fascia di prezzo sarà medio alta – prosegue Beretta – e avrà un costo superiore a quello degli altri prosciutti DOP come il Parma e il San Daniele, anche perché viene prodotto con un procedimento artigianale, in numeri molto inferiori, in un solo stabilimento con 9 lavoratori”.
Lo sbarco in America del ‘prosciutto vestito di giallo’ è un’ulteriore testimonianza del consolidamento del Gruppo Beretta negli Usa, dove la famiglia ha già tre impianti produttivi: il primo venne aperto oltre 20 anni fa, nel 1997, a South Hackensack. Poi fu la volta di Fresno, in California, e, nel 2015, dello stabilimento produttivo di Mount Olive, New Jersey.
Si tratta, ad oggi, dello stabilimento di produzione di salumi italiani più moderno e tecnologicamente avanzato negli Stati Uniti, 192.000 square feet in cui vengono interamente prodotti prosciutti privi di nitriti e nitrati, salami, coppe, bresaola, pancetta, e mortadella.
I due comuni di Mount Olive e Carpegna, da pochi giorni, hanno sancito un gemellaggio istituzionale, basato su questa joint-venture gastronomica ma anche su caratteristiche microclimatiche molto simili.
Infatti, nella storia del Prosciutto di Carpegna, l’elemento climatico ha giocato un ruolo molto importante. Nel cuore dei monti del Montefeltro, tra Emilia, Marche e Toscana, Carpegna è un paesino in cui la tradizione di allevamento e cura dei maiali è iniziata addirittura prima della scoperta dell’America.
Le caratteristiche di un’area geografica che riceve i venti marini dall’Adriatico insieme a quelli di montagna, sono perfette per la stagionatura del prosciutto: a contribuire al sapore è anche il Sale delle saline di Cervia, che viene utilizzato da secoli dai Maestri Salumai per curare il prosciutto.
L’altro ruolo determinante lo gioca lo stucco, il materiale che va a coprire lo strato di cotenna e il grasso, conferendo però anche parte del sapore alla carne sottostante. Lo stucco è un mix di farina, grasso nobile, sale e spezie che, come si conviene alle ricette speciali, restano segrete. Il processo di stagionatura dura 20 mesi, al termini dei quali ogni prosciutto viene testato a mano dai curing artisans.
Dai mastri salumai delle colline delle Marche ad un red carpet nei grattacieli di Manhattan, una star tutta italiana ha appena iniziato la sua sfida più grande e affascinante. To be continued…