La vetrina di Merano, unica occasione per degustare la quasi totalità dei top Wine, per un winelover è come la città dei balocchi per un bimbo che ha voglia di giocare, da uno Champagne con uova di trota, da un Brunello col culatello, da un Barolo e una barra di fondente 90%cacao con estrema facilità e felicità per il palato fino alla chiusura di giornata.
Questa Fiera nata e sviluppata intorno ai “Fine Producer” di vino e Gourmand ha sempre saputo intercettare le nuove tendenze, modi di fare e raccontare il vino proiettandole al futuro; ora però il cambiamento climatico e il diverso approccio gustativo al vino aprono scenari nuovi di fronte ai produttori.
I Fine wine o grandi vini rimangono i baluardi del mercato, ma se da una parte rappresentano l’apice qualitativo e stilistico, dall’altra devono essere da esempio nell’adeguarsi al cambiamento gustativo del consumatore che chiede snellezza e bevibilità, non più opulenza impregnante e raccontare veramente come si fa il vino, poiché chi lo beve e degusta concede qualche imperfezione e non accetta più le solite litanie tecniche e non, dello Story Telling del Vino.