Il percorso dell’olio d’oliva nei millenni ha sempre dato rilevante importanza alla pianta che grazie alla sua natura ultra secolare, per la quale veniva sempre citata nei libri sacri e testi letterari, ha una sua peculiare e imponente bellezza.
È all’Impero Romano che si deve il merito di aver avviato una rivoluzione nell’olivicoltura e nella elaiotecnica, ovvero l’arte di ricavare l’olio dalle olive. Nella prima metà del ‘900, grazie all’introduzione di tecniche agronomiche ed una più efficace e professionale olivicoltura, è stato possibile arrivare alla riduzione drastica degli alti costi di produzione e alla garanzia di una migliore resa e qualità degli oli stessi.
In Italia, non c’è regione che non abbia coltivazioni di piante di olivi e molteplici sono inoltre le qualità coltivate. Tra le aree più rappresentative, è il Sud a detenere la più produttività più alta (circa l’80% del totale nazionale). Ogni regione ha varietà di olive autoctone, riconosciute dall’Unione europea all’interno dell’apposito albo delle denominazioni di Origine.
Dal 2019 sono 42 gli oli EVO (extra vergini di oliva) a marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) o IGP (indicazione geografica protetta) a livello europeo: numeri che rendono l’Italia il Paese più rappresentativo a livello comunitario e mondiale per numero di riconoscimenti d’origine della produzione di olio di oliva.
Le maggiori regioni produttrici con il complessivo numero di denominazioni sono la Sicilia, che vanta ben 8 oli extravergini DOP e 1 olio extravergine IGP, La Puglia con 5 DOP tra cui Dauno, Colline di Brindisi e DOP Terra D’Otranto e la Toscana con 4 tra cui Chianti Classico DOP, l’olio Lucca DOP e Toscano IGP.
Ciascun olio di tipo extra vergine ha carattere e personalità unici in ragione dei processi di estrazione che lo rendono superiore ad altri oli vegetali, in quanto ottenuto unicamente con la molitura e spremitura a freddo delle olive. Durante il processo, l’oliva subisce infatti soltanto una frantumazione e successiva estrazione dell’olio e il tutto avviene con procedimenti di natura esclusivamente meccanica, in condizioni tali da non causare alterazione della materia prima.
Per verficarne bonta, qualità e stabilita, vengono utilizzati i seguenti parametri analitici: Polifenoli totali, Acidità libera, numeri di perossidi, test al rancimat, clorofille e caroteni.
Occorre però sottolineare come la produzione di olio di qualità non si limiti soltanto all’Italia, ma abbia una lunga tradizione anche in Grecia e Spagna, che ne è il maggior produttore mondiale.
Ad oggi, circa il 30% della produzione italiana di olio extravergine di oliva è destinata agli USA. Negli ultimi 30 anni, negli Stati Uniti il consumo annuo di olio di oliva è addirittura triplicato, raggiungendo circa 320 milioni di kg nel 2021.
L’olio EVO italiano, nonostante il costante calo produttivo registrato negli ultimi 30 anni, ha saputo espandersi mantenendo un’indiscussa supremazia qualitativa, confermata dal prezzo che rimane il più alto sul mercato. L’Italia, con 112 migliaia di tonnellate e 530 milioni di dollari, rappresenta il principale fornitore agli USA in valore e volume davanti alla Spagna.
È inoltre opportuno precisare come acquistare una bottiglia d’olio non sia semplice per il consumatore medio, che deve districarsi tra un gran numero di referenze sul mercato e di prezzi di vendita differenziati. Una lettura attenta dell’etichetta e la scelta di un olio DOP (Denominazione origine protetta) possono aiutare in una scelta consapevole e soddisfacente .
Un semplice cucchiaio di olio extra vergine al giorno viene considerato un importante contributo alla salute umana. Una dieta salutare non può escluderlo, avendo altissime proprietà antiossidanti. I polifenoli contenuti in grande quantità nell’olio extra vergine di oliva lo rendono nei fatti un autentico superfood.