Senza Claudio Cipressi probabilmente il Tintilia non esisterebbe più: succede nei primi anni 90 quando in un piccolo terreno a Salcito Molisano sulle colline del Sannio Cipressi scopre pochi filari abbandonati di quest’uva.
Sviluppata e vinificata nel decennio successivo il risultato é un vino unico, dal sorso morbido con gusto caldo speziato e avvolgente, di grande piacevolezza, che ne fa un Rosso emozionante.
In tavola il Macchiarossa è come un direttore d’orchestra tra clarinetto e basso tuba, dirige il dialogo tra pallotte cacio e uova e agnello con turcinelli arrostiti fatti con interiora e frattaglie di agnello.
Tornando alle vigne del Tintilia per il Macchiarossa, queste crescono in uno splendido territorio ricco di biodiversità, dove vigne si alternano a boschi e a campi coltivati, rappresentando degnamente l’espressione dell’italica bellezza vitivinicola e cioè l’unione tra il bello e il buono opera del lavoro del Vignaiolo.
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