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ITINERARI/ Nel cuore della bellezza

Generoso D'AgnesebyGeneroso D'Agnese
Time: 6 mins read

Taormina arriva scendendo lungo le strade della Penisola e poi attraversando lo Stretto di Messina. C’è chi preferisce viaggiare in aereo e scendere a Catania per poi percorrere comodamente i pochi chilometri verso la costa.

C’è chi ha la fortuna di poterci arrivare comodamente seduto su una imbarcazione. Ma tutti, proprio tutti ci arrivano con la speranza di respirare il profumo della storia. Perché quella che conduce a Taormina non è un semplice viaggio verso una meta turistica celebrata in tutto il Mondo. No. Entrare nel perimetro della città siciliana equivale a entrare nel calendario della storia, assaporandone i sapori e respirandone gli umori, immergersi nei colori delle pietre toccate dal sole e nei chiaroscuri creati dagli angoli ombrosi, con l’immaginazione libera di correre all’indietro, a un tempo in cui la città faceva rima con Grecia e si identificava con Andromaco (fondatore di Tauromenium), al periodo di dominazione araba nel quale venne ribattezzata Almoezia (in onore del califfo Al Moez), ai Normanni che la elessero sede residenziale e di riposo.

Sovrastata dall’imponente massiccio del Monte Tauro, la città fondata dai coloni dorici, a partire dal IX secolo ha vestito i panni di luogo turistico ammaliando con i suoi colori e la sua architettura scrittori e pittori: Wolfgang Goethe vi giunse nel 1787, Edmondo De Amicis ne elogiò il fascino agli inizi del Novecento. Guy de Maupassant la elesse a perla della Sicilia, Alexandre Dumas ne rimase estasiato. Salvador Dalì, Paul Klee, Gustav Klimt, Oscar Wilde, Richard Wagner, Johannes Brahms firmarono la loro testimonianza per un luogo descritto spesso come un diamante reso splendente dalle bellezze naturali ed artistiche, sospeso nel tempo.

E qualcuno pensò di identificare l’antica Tauromenium con una fiaba a lieto fine adagiata a 200 metri sul livello del mare. Superata con fatica la dominazione angioina e l’instabile governo aragonese, accolta all’ombra della corona di Spagna, Taormina è riemersa ai fasti turistici nel 1870, anno in cui venne completata la ferrovia Siracusa-Catania-Messina.

L’inaugurazione dell’Hotel Timeo, nel 1874, completò la fase di rilancio che nel giro di pochi anni trasformò la città nella pietra più luminosa della Sicilia. San Domenico, Metropole (con la sua superba terrazza che affaccia sulla spiaggia

di sassi di Villagonia), Castello a Mare, Naumachie, Vittoria si aggiunsero sulla lista degli alberghi pubblicizzati nelle riviste specializzate di New York, offrendo la degna ospitalità a chi sceglieva di fermare le proprie emozioni sulle rive del Mar Ionio e il proprio sguardo su un superbo panorama racchiuso tra Mar Ionio e vulcano Etna.

Roccia, ghiaia e sabbia cesellano le località marine di Spisone, Mazzarò, Capo Sant’Andrea e Capo Taormina offrendo ai viaggiatori acque dai colori azzurro e verde cristallino e una macchia mediterranea sfumata nelle tonalità del verde e carica di odori intensi. La vista dell’Isola Bella, alveare roccioso straripante vegetazione e stupende scogliere, da sola varrebbe il viaggio nella cittadina siciliana. Lo scoglio di Zi’ Gennaro, davanti a Capo Sant’Andrea offre invece il suo maestoso fondale marino a chi invece volesse provare l’emozione di una passeggiata subacquea.

Con la sua anima plasmata dalle numerose civiltà, Taormina va assaporata vicolo dopo vicolo, va scoperta tra un’arcata e una gradinata, attingendo alla straordinaria varietà culinaria offerta sia dai ristoratori sia dai banchi ambulanti.

La passeggiata estiva non può prescindere dalle granite siciliane al gusto di pistacchio, mandorla, caffè, melone, pesca, anguria o di limone, vero e proprio nettare per la calura siciliana. E non potete prescindere dall’insalata di cicale di mare, ricotta fritta, acciughe in barile e pasta con la molica, vero e propria “summa” gastronomica della stratificazione culturale millenaria.

La perla del Mar Ionio va visitata rigorosamente a passo lento, assorbendo passo dopo passo la straordinaria ricchezza di emozioni visive e olfattive. Entrati attraverso Porta Catania è ad esempio possibile immergersi nel miscuglio di atmosfere gotiche e arabo-normanni del Palasso dei Duchi di Santo Stefano (XIII secolo), o assaporare la straordinaria veduta sulla costa meridionale offerto dalla Villa Comunale Duca Colonna di Cesarò, adornata da vegetazione mediterranea e tropicale voluta dalla benefattrice Florence Trevelya. Con le sue colon aereo ne di stile corinzio, il Teatro Greco di Taormina, affascina da centinaia di anni coloro che si fermano nella città di origine dorica, anche se quella che si offre ai visitatori è ciò che resta di una struttura modificata nel tempo e trasformata dai romani (nel II secolo) in un anfiteatro per i giochi gladiatori.

Inferiore per dimensioni solo a quello siracusano, il teatro rappresenta un importante e bellissimo caposaldo della millenaria cultura siciliana. La sua struttura architettonica è ancora oggi in buono stato e dall’acustica davvero notevole, tanto da essere utilizzato per spettacoli estivi ed offrire agli spettatori, attraverso le terrazze laterali una splendida vista panoramica sull’Etna, i Giardini Naxos ed i Monti Calabri. Il piccolo museo dell’Antiquarium ospita due importanti pilastri di epoca greca: la "Tavola degli Strateghi" con i nome degli amministratori cittadini della giustizia e la "Tavola dei Ginnasiarchi" dedicata ai magistrati che avevano il compito di amministrare il Ginnasio adibito alla educazione dei giovani.

Le "Naumachie" si presentano come uno degli esempi piu importanti dei monumenti romani presenti in tutta l’isola. Lungo più di cento metri fu costruito utilizzando dei mattoni rossi ed arricchito da nicchie dalla varia grandezza e sollevate da terra. Di epoca romana è anche l’Odeon, un secondo teatro situato vicino il Palazzo Corvaia, vero e proprio castello che oggi ospita la biblioteca civica e la cui struttura originale è di epoca araba. Altrettanto importanti sono il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, la Badia Vecchia (torrione merlato di origine normanna), Palazzo Ciampoli e il Castello di Castelmola, posto nel vicinissimo paesino omonimo e di cui restano pochi resti.Il fulcro dell’architettura religiosa è rappresentato dalla Cattedrale di S. Nicolò, risalente al XIII secolo e della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, situata vicino al Palazzo Corvaia e sui resti dell’antico Odeon. Per chi sceglie di visitare questa splendida gemma del Mediterraneo è assolutamente d’obbligo una visita alle vicinissime località limitrofe dei Giardini Naxos e alle gole del fiume Alcantara, profonde circa venti metri e dotate di fascino naturalistico straordinario. Un fascino difficile da cancellare per chi ama l’Italia che sa ancora colpirti, con le sue emozioni, dritta al cuore.

 

* * *

Sformato di melanzane, involtini di peperoni, frittelle di zucca, zucca in agrodolce come antipasto. Linguine al tonno, spaghetti con zucchine bianche, pasta con il nero delle seppie, pasta con le sarde, spaghetti al sugo d’uovo, rigatoni con salsa alle melanzane imbottite, spaghetti con pesto alla Valledolmese, pane cotto come primi piatti. Braciole di pesce spada, ghiotta di pescestocco, calamari ripieni, agnello al forno alla Brolese, sugo di salsiccia e come secondi. Torta di ricotta come dolce. La cucina di Taormina raccoglie quanto di meglio offre il territorio messinese esaltandone le peculiarità. Tra le chicche della produzione eno-gastronomica cittadina vi sono le bucce di agrumi candite o ricoperte di cioccolato o il "vino alle mandorle", un bianco secco gradevolissimo tipico della zona di Castelmola, prodotto con mandorle amare e altre essenze messe in fusione nell’alcool . Da gustare a fine cena o per dessert.

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Generoso D'Agnese

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