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Si spegne Lee Iacocca: Icona del settore automobilistico e degli italoamericani

Da figlio di immigrati italiani a CEO della Chrysler, la vita di un uomo che si è spinto ai limiti del possibile, testimonianza dello spirito di un popolo

Aligi CianciobyAligi Ciancio
Si spegne Lee Iacocca: Icona del settore automobilistico e degli italoamericani
Time: 3 mins read

Si è spento Lee Iacocca, gigante del settore automobilistico e genio del marketing, il 2 luglio all’età di 94 anni. Insieme a molte altre iniziative, Lee, diede contributi essenziali nella progettazione di automobili di fama internazionale, quali la Mustang e Minivan. Il suo contributo maggiore, però, è stato nei confronti degli Italoamericani, ispirando un’intera generazione a scalare la montagna del successo e non abbandonare le prospettive del “sogno americano”.

Lee Iacocca (1924-2019)

Lee Anthony Iacocca nacque ad Allentown, Pennsylvania, il 15 ottobre 1924 da genitori Nicola Iacocca e Antonietta Perrotta, entrambi immigranti di origine Campana. Da subito il piccolo Lee mostrava un’ambizione incontenibile, non essendo soddisfatto dell’idea di ereditare il ristorante di famiglia, invece optando per una laurea universitaria. Ottenendo borse di studio, riuscì a laurearsi da Lehigh college ed in seguito Princeton, per poi iniziare a lavorare come ingegnere alla Ford, nel 1946.

Per un ragazzo di origine italiana nell’America del dopo guerra, Lee ebbe una carriera brillante, essendo promosso a presidente di Ford Motor Co. nel 1970, dovuto in gran parte al successo del modello Mustang e le sue collaborazioni essenziali per la realizzazione del progetto.

Dopo aver servito come presidente per otto anni, Iacocca fu licenziato da Henry Ford II nel 1978. A quanto pare le loro personalità erano incompatibili, e come ha scritto Lee nella sua autobiografia, “ a volte, a qualcuno, semplicemente non piaci”.

La notizia stupì l’intero settore, insieme a Iacocca che aveva lavorato senza sosta per ottenere il posto ed il rispetto che gli erano dovuti. Anni dopo l’accaduto, sempre nella sua autobiografia, Lee scrisse, “Ho iniziato la mia vita come figlio di immigrati e ho raggiunto la presidenza della Ford Motor Company. Quando finalmente ci sono arrivato, ero in cima al mondo, ma poi il destino mi ha detto: ‘Aspetta, non abbiamo ancora finito con te, ora scoprirai cosa si prova ad essere cacciato via dall’Everest!’”

La Ford Mustang

È facile immedesimarsi nei rancori di un giovane Lee Iacocca, ma fortunatamente il suo destino ebbe una svolta positiva, poiché fu assunto dalla Chrysler lo stesso anno. Senza saperlo Lee aveva preso il primo passo verso il momento decisivo della sua carriera.

Negli anni precedenti, mentre Ford godeva di un periodo di crescita, Chrysler si avvicinava progressivamente alla bancarotta. Fu presa la decisione di mettere Iacocca a capo dell’impresa come ultimo sforzo per alterare un destino imminente. 

Come primo atto Lee fece appello al governo federale ottenendo sussidi pari a 1,5 miliardi di dollari, grazie alla sua personalità affabile e persuasiva. Questi fondi furono essenziali per realizzare i suoi futuri progetti, incentrati sulla praticità, comodità e risparmio di carburante. Progetti che includevano il Minivan, un modello ormai attribuito alla classica famiglia media americana.

Si dimostrò anche un ottimo venditore di auto, come ricorderanno molti dalle sue innumerevoli pubblicità, dove ha coniato la sua famosa frase, “Se riesci a trovare una macchina migliore, comprala!”. Grazie al suo genio Chrysler dichiarò un record in profitti di 2,4 miliardi dopo l’annata del 1984, e la compagnia riuscì a ripagare in pieno il prestito fatto dal governo.

Fu nominato capo della fondazione Statue of Liberty-Ellis Island, dal presidente Ronald Reagan, nel 1982. Un’organizzazione con lo scopo di raccogliere fondi per il mantenimento della Statua della Libertà. Nel 1992 Lee decise di andare in pensione ma non smise di lavorare del tutto, occupandosi di opere filantropiche, in particolare una fondazione dedicata a trovare cure diabetiche, avendo perso la propria moglie, Mary McCleary, nel 1983, a causa della malattia. Nel 2000 ha fondato “Olivio Premium Products”, un’azienda dedicata alla produzione di alimenti a base di olio di oliva, donando i profitti alla ricerca contro il diabete.

L’allora Presidente Bill Clinton con Lee Iacocca nel 1993

Durante il corso della sua vita Iacocca ebbe tre mogli, sposando la seconda, Peggy Johnson, nel 1986, nullificando il matrimonio l’anno successivo. Si sposò per la terza, e ultima vota, nel 1991 con Darrien Earle, dalla quale ottenne il divorzio tre anni dopo.

Dal 1997 è più volte tornato a visitare San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento, paese d’origine dei suoi genitori. In suo onore il comune ha collocato una lapide sulla facciata del palazzo Municipale.

La generazione attuale di italoamericani gode di una certa ingenuità, spesso inconsapevole degli sforzi di persone venute prima, costrette ad abituarsi velocemente ad un mondo molto diverso da quello che conosciamo. Lee Iacocca sarà ricordato come un colosso dell’industria automobilistica, un visionario, un businessman capace di assumere rischi, ma sarà anche ricordato come l’uomo che ha dimostrato alla comunità italiana il proprio valore. È grazie a Lido Anthony Iacocca, e molti altri come lui, se una generazione di Italiani in America si è resa conto che diventare cantanti, attori o giocatori di baseball, non era l’unico modo per ottenere fama e successo. In un certo senso la storia di Lee ci accomuna, poiché è la storia del nostro popolo in questo giovane paese di opportunità.   

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Aligi Ciancio

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