Quando Giulia Lazzarini ha trovato per caso una vecchia lettera di Giorgio Strehler, nascosta tra le pagine di un copione, è stato come se il tempo si fosse fermato. “Giulia mia cara! Giorgio”, così iniziavano le sue lettere, sempre con la stessa affettuosa formula. “Lui non lasciava nulla al caso, nemmeno l’inizio o la fine di una lettera”, racconta Lazzarini con un sorriso.
È proprio da questo carteggio intimo e profondo che parte il nuovo documentario Giulia Mia Cara! Giorgio, diretto da Maria Mauti e presentato in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma. Giulia Lazzarini, attraverso le parole di Strehler, rivive il suo passato e si racconta, in un intreccio affascinante tra vita e arte, tra teatro e memoria.
Grazie alla collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, il film si sviluppa attorno alle lettere che Strehler scrisse a Giulia, la sua musa. Lettere piene di affetto, consigli e raccomandazioni, che non erano solo suggerimenti professionali, ma vere dichiarazioni d’amore per il teatro. “Mi scriveva prima e dopo gli spettacoli, come a voler chiudere un cerchio,” racconta l’attrice nel film.

Mauti, con grande sensibilità, ci porta dentro questo dialogo speciale. Spiega la regista: “Strehler non è solo un personaggio del passato, è presente in ogni parola, in ogni gesto di Giulia. E lei, ancora oggi, sembra in ascolto costante della sua voce, come se non fosse mai veramente andato via”. Giulia Lazzarini, infatti, non ha mai smesso di vivere il teatro come una necessità, una forma di vita. “Il teatro è la parabola del mondo”, le scriveva Strehler, e per Giulia è stato proprio così: il teatro è diventato il suo mondo, e il mondo si è trasformato in teatro.
Le telecamere di Mauti ci conducono nella casa dell’attrice. “Mi sono subito resa conto che non era una semplice dimora, ma un vero e proprio laboratorio creativo. C’era qualcosa di sacro in quell’atmosfera: i libri, le locandine, i copioni sparsi sul tavolo, le foto di una vita dedicata al teatro. Mi sembrava di essere in un museo vivente”. Ed è proprio lì che Giulia ripercorre le lettere di Strehler. Le interpreta. Le trasforma in performance. E così facendo, riporta in vita tutti i personaggi che ha interpretato nella sua carriera: Beckett, Shakespeare, Jouvet, Ginzburg, Brecht.
Giulia mia cara! Giorgio si muove su due piani temporali: da un lato, c’è il passato, evocato dalle lettere e dai ricordi di Giulia; dall’altro, c’è il presente, con la sua carriera ancora in corso. “Giulia non è un’attrice in pensione”, sottolinea Mauti. “L’anno scorso ha fatto il tutto esaurito al Teatro Studio di Milano. È una donna che vive il presente, che non si ferma. E volevo che anche il film riflettesse questo”.
Le immagini d’epoca si fondono così con momenti di vita quotidiana, le prove degli spettacoli e le conversazioni tra Giulia e i giovani attori del Piccolo Teatro di Milano. “Strehler considerava la formazione una parte essenziale del suo progetto teatrale,” ricorda Mauti. “E Giulia continua a trasmettere questa preziosa eredità alle nuove generazioni.” A questi giovani insegna a vivere il teatro come un atto di resistenza. “Il teatro non è solo tecnica,” li incalza, “è passione, è vita. Bisogna dare tutto, senza riserve”.
Giulia Lazzarini è l’ultima custode di un teatro che resiste alla superficialità e alle mode passeggere. “Il film non vuole essere un’opera nostalgica”, precisa la regista, “ma un dialogo vibrante, in cui le lettere di Strehler mantengono viva la sua presenza. Con la sua voce inconfondibile e la sua straordinaria presenza scenica, Giulia ci ricorda che il teatro è eterno. Anche quando tutto sembra perduto, quando i grandi maestri ci lasciano, c’è sempre qualcuno pronto a raccogliere il loro testimone e a mantenere viva quell’eredità fatta di passione, emozione e umanità”.