Le onde ed un corpo martoriato, il sole, i bagnanti ed un altro corpo massacrato. Siamo a Genova, è estate, la gente si diverte ed è in vacanza in un albergo opportunamente chiamato Holiday, ma il dramma si alimenta proprio di quegli ingredienti di bellezza, leggerezza e divertimento di cui è piena l’estate. “Holiday” di Edoardo Gabriellini presentato in concorso al Rome Film Fest è un noir sulla Generazione Z.
La storia è semplice: Veronica (Margherita Corradi), diciotto anni, esce di carcere dopo due anni di prigione ed un lungo processo per l’omicidio della madre e del suo amante ritrovati nella Spa dell’albergo. E’ ritenuta innocente, torna dal padre, vorrebbe ricominciare a vivere, ma la gente del luogo e i giornalisti la perseguitano. Ci sarà un appello, la ragazza è giovane ha tutta la vita davanti, ma che vita? Il film si dipana attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada (Giorgia Frank), e mano mano che i flashback aumentano la storia diventa più confusa, torbida, ambigua.

Gabriellini ( che ha esordito come Piero Mansani in “Ovo Sodo” di Virzì), al suo terzo film dopo dopo “B.B. e il Cormorano” e “Padroni di casa”, ha firmato anche la sceneggiatura. “Tutto è partito dalla foto di un’adolescente vista su un giornale online che mostrava una ragazzina nel cortile di un carcere. Quella foto mi è rimasta appiccicata addosso e mi ha fatto pensare a quell’adolescenza interrotta. Così ho iniziato a scrivere e mi sono accorto che nello sguardo con cui raccontavo la storia c’era una sorta di rimprovero alla mia generazione che, alla fine, non ha mai imparato a diventare adulta impedendo così ai ragazzi di avere dei riferimenti solidi. Nel film si racconta un po’ questo attraverso i genitori di Veronica: la madre è ossessionata dai canoni di bellezza e il padre è una sorta di Peter Pan che pensa a divertirsi, ma evidentemente incapace di ascoltare l’altro anche quando l’altro è la figlia”.
I canoni di bellezza sono un altro tema centrale del film. Margherita non è bella come la madre e non lo vuole essere, la madre non è certo per lei un modello da imitare, e questo è oggetto di forte attrito fra loro. “Oggi i canoni morali ed etici vengono rinnovati e se non aderisci sei uno da emarginare”, ha spiegato il regista.
E poi la difficoltà dell’adolescenza per questa generazione. “Sono padre di un ragazzo di 19 anni – ha detto Gabriellini – e forse anche per questo sono stato attratto da questa storia. L’adolescenza o l’immediata post-adolescenza è quella stagione in cui stai per debuttare nella vita e da lì nascono fragilità che delle volte, come in questo caso, possono essere tragiche”.
Per trattare la generazione Z Gabriellini ha anche scelto di usare i suoi mezzi di comunicazione e quindi nel film si fa molto uso di telefonini, chat, zoom. “Volevo stare ad altezza ragazze e curare l’immagine di come loro interagiscono, ancora prima che nella storia in sé, negli ambienti che occupano. Riuscire a provare a contaminare l’uso dei telefonini, però sempre come una delicata punteggiatura sul testo. Anche perché io non ho quell’età lì e devo traslare la mia visione di come oggi si usano i social.”
Presentato al Toronto Film Festival il film, prodotto da Luca Guadagnino insieme a Lorenzo Mieli e Olivia Musino Holiday è interpretato da Margherita Corradi, Giorgia Frank, Alessandro Tedeschi, Alice Arcuri, Alessia Giuliani e Flavio Furno.
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